Euromazzette, procura belga: via l’immunità al Pd Cozzolino

IL CARTEGGIO – La richiesta alla presidente Metsola. Per i pm il deputato “avrebbe fatto un accordo” con gli 007 del Marocco “in cambio di denaro”

3 GENNAIO 2023

Marc Tarabella potrebbe essere “beneficiario dei doni provenienti dal Qatar” mentre Andrea Cozzolino, insieme con l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, nel 2019 “avrebbe concluso un accordo” con i servizi segreti del Marocco “per esercitare ingerenze” in “favore” del paese nordafricano all’interno del Parlamento europeo”. E soprattutto: l’avrebbe fatto “in cambio di denaro”. Sono alcuni dei passaggi contenuti nel carteggio che la Procura federale belga ha inviato all’ufficio di presidenza del parlamento europeo: da ieri sulla scrivania della presidente Roberta Metsola c’è la richiesta, avanzata dal procuratore Michail Claise, di revocare l’immunità parlamentare di Cozzolino e Tarabella. È molto difficile che la richiesta venga respinta: a Bruxelles l’ok in queste ore viene dato per scontato come segno di massima collaborazione con l’autorità giudiziaria. D’altronde, sin dalle prime perquisizioni agli assistenti parlamentari, il Parlamento ha messo a disposizione degli inquirenti i suoi esperti informatici per consentire agli investigatori di recuperare anche la corrispondenza elettronica che, a causa del tempo trascorso, poteva essere stata cancellata. Ora toccherà alla commissione Juri valutare, sulla base degli atti trasmessi dalla procura, se revocare l’immunità parlamentare di Cozzolino e Tarabella, considerati dagli inquirenti come parte della “associazione criminale” accusata d’essersi fatta corrompere per favorire Marocco e Qatar.

Fino a questo momento i principali accusati sono stati Panzeri, l’attuale assistente di Cozzolino Francesco Giorgi e la sua compagna, l’ex vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili. E proprio Kaili, nei suoi interrogatori – pur respingendo le accuse e negando di conoscere l’esistenza stessa della presunta organizzazione dedita alla corruzione – pare aver peggiorato la situazione di Cozzolino che, prima di lavorare con Giorgi, era stato assistente di Panzeri. Quando gli investigatori le chiedono conto dei soldi trovati nella valigia sequestrata a suo padre Kaili spiega: “… so che stava custodendo qualcosa per il suo vecchio capo, Panzeri, e forse anche per il suo attuale capo, Cozzolino”. Finora gli inquirenti non hanno trovato un solo centesimo riconducibile a Cozzolino (che nega qualsiasi coinvolgimento e nei giorni scorsi ha chiesto di essere interrogato) per le presunte corruzioni. Ma il riferimento di Kaili diventa un tassello perfetto per la tesi dell’accusa. Kaili descrive Giorgi troppo accondiscendente nei confronti di Panzeri e Cozzolino nei confronti dei quali sentiva “un obbligo morale” e quando gli veniva chiesto qualcosa “non sapeva come dire di no…”. La commissione Juri nei prossimi giorni riceverà gli atti e potrà avanzare la sua proposta al Parlamento. Non prima, però, di aver ascoltato la versione dei due interessati. Negli atti troverà le motivazioni per cui la procura belga sostiene che Tarabella sia stato “beneficiario dei doni provenienti dal Qatar”. Per quanto riguarda Cozzolino negli atti si legge che avrebbe anch’egli, come Panzeri, “preso ordini” dall’ambasciatore marocchino in Polonia, Abderrahim Atmoun. E che sarebbe stato in contatto con Yassine Mansouri, il direttore generale del controspionaggio marocchino. Contatti messi nero su bianco dai servizi segreti belgi nelle informative inviate alla procura: “I legami tra i diversi personaggi sopra menzionati sarebbero stati tutti confermati dal Vsse (il servizio segreto belga, ndr), stabilendo l’estensione della rete di Atmoun Abderrahim, Panzeri Pier Antonio, Cozzolino Andrea, Giorgi Francesco e la loro stretta parentela”. E ancora: “… In questo contesto, la motivazione principale del gruppo” per il “suo lavoro con il Marocco e con il Qatar” sarebbero i “soldi”. Il “gruppo riceverebbe pagamenti per le loro attività. Si è così notato che Cozzolino e Panzeri avrebbero concluso un accordo nel 2019 con la Dged (il servizio segreto marocchino, ndr) tramite Atmoun per esercitare ingerenze a favore del Marocco all’interno del PE in cambio di denaro”. Uno dei punti sui quali la procura intende fare chiarezza, per quanto riguarda Cozzolino, è il suo ruolo all’interno della commissione europea Pegasus. È la commissione istituita per verificare l’utilizzo dello spyware che, secondo le accuse, i marocchini (ma non solo) avrebbero utilizzato per spiare giornalisti e dissidenti. Al vaglio degli inquirenti anche i presunti rapporti intrattenuti da Cozzolino con Boudjellal Bettahar, detto “l’algerino”, collaboratore del ministro del lavoro del Qatar Bin Samikh Al Marri.