IL PADRINO

Il trasloco, le cure, le telefonate. Così ha smesso di nascondersi

MESSINA DENARO – Nel giugno del 2022 si è trasferito a casa Bonafede, a 100 m dal bar dove la polizia filmava gli incontri dei suoi fedelissimi

21 GENNAIO 2023
C’è stato un momento in cui Matteo Messina Denaro ha abbassato le difese e ha cominciato ad avere una vita sociale almeno nel piccolo pubblico dei pazienti della clinica La Maddalena di Palermo. E anche nel suo feudo, a Campobello di Mazara, ha ridotto le cautele. Il tempo della ‘insostenibile leggerezza della latitanza’ cade nel giugno del 2022, quando ’U siccu fa una serie di mosse che potevano rivelarsi fatali per la sua fuga. Sapeva già di essere malato: a novembre 2020 gli era stato diagnosticato un tumore al colon. Il 23 novembre 2020 viene operato all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo. Ad aprile 2021 poi subisce un intervento per le metastasi al fegato alla clinica La Maddalena, la stessa dove verrà arrestato. Ma a giugno 2022 succede qualcosa nella vita del boss che lo porta a spostare la sua tana in un luogo meno sicuro. “Negli ultimi mesi”, ha detto il medico che lo aveva in cura, Sergio Gebbia, “le sue condizioni si erano aggravate”. Una paziente che come lui faceva chemioterapia alla Maddalena ha raccontato che tutti i lunedì nell’estate del 2022 Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, era lì, a fare la terapia con lei. Forse il boss a giugno 2022 prende atto che di fronte a questo nuovo nemico che ha in pancia deve piegare la testa. In quel momento sa che ha poco da vivere. Lascia l’appartamento in cui era stato per alcuni anni in via San Giovanni 260. Una casa di proprietà di un uomo, P.P., che vive all’estero, incensurato, e che, stando a quanto ricostruito finora, non ha legami con il mondo criminale. Il boss lascia quell’appartamento platealmente, addirittura organizzando un trasloco e facendo portare i propri mobili in un altra casa, in via San Vito. Il traslocatore sostiene che non avesse abiti a casa e gli investigatori sospettano quindi ci sia un altro covo imboscato da qualche parte. La nuova casa però è più sospetta agli occhi di chi indaga. È quella del vero Andrea Bonafede, incensurato ma nipote di Leonardo Bonafede, negli anni ’90 arrestato come boss di Campobello e ritenuto vicino a don Ciccio Messina Denaro, padre di Matteo.Di Andrea Bonafede, Messina Denaro prende anche l’identità: con questo nome compra l’auto, la casa e prenota le visite alla Maddalena. Ai pm il vero Bonafede dirà di aver comprato dal notaio la casa proprio con i soldi di Messina Denaro. L’appartamento verrà pagato 15 mila euro con un vaglia postale non trasferibile, emesso il 14 giugno 2022, dall’ufficio postale di Campobello. Non solo. Il nuovo covo, dove gli investigatori hanno trovato documenti che ritengono importanti, si trova a meno di cento metri dal bar San Vito. Non un bar qualunque, ma un luogo di ritrovo di alcuni suoi fedelissimi, come racconta l’ordinanza dell’operazione “Hesperia” che il 6 settembre 2022 porta in carcere una rete di suoi fiancheggiatori. In quell’indagine le telecamere piazzate dalla polizia immortalano gli incontri degli uomini ritenuti vicini al boss tra il 2019 e il 2020. Di questi vengono captate anche alcune conversazioni, come quella del 19 novembre 2019. “Prendi e ci vuoi scrivere pure (o solo) tu… ppii.. siamo arrivati.. chi è che deve stringere… (…) andare a parlare con quello che manca”, diceva Vincenzo Spezia a Francesco Luppino, classe 1958, arrestato in quell’operazione “uno dei soggetti di più stretta fiducia di Messina Denaro”, lo definiscono gli investigatori. Secondo i quali “quello che manca” di cui si parla nell’intercettazione è proprio l’ex latitante. Forse a fine 2019, quando si opera la prima volta al colon, il boss mancava da Campobello, chissà. Di certo due anni e mezzo fa si trasferisce a 90 metri di distanza dal bar. Tre mesi dopo il suo trasloco arrestano il boss di Campobello grazie alle intercettazioni e ai video del bar San Vito. Il boss se ne frega altamente e decide di non lasciare l’appartamento lì accanto. Eppure il rischio che da lì potessero arrivare a lui era alto: le videocamere del Ros che monitoravano la zona del bar (se sono ancora attive) potrebbero avere registrato gli spostamenti di Messina Denaro. Magari chissà mentre prendeva un caffè o rientrava a casa, peraltro in una strada chiusa che non gli avrebbe dato scampo in caso di blitz. Oggi quelle immagini tornano di interesse: gli investigatori le stanno scorrendo di nuovo per capire se tracce del boss fossero già state immortalate.

Ma che Messina Denaro non avesse molta più voglia di nascondersi lo si capisce anche dall’uso del cellulare: è in suo possesso quello col quale prenota le visite alla Maddalena, chatta con le pazienti di quell’ospedale in più di un’occasione. Al supermercato di Campobello ci andava poi senza problemi. Qui le telecamere installate nel paesino lo hanno immortalato con le buste della spesa. Gli investigatori ci sono arrivati grazie a uno scontrino trovato nel suo borsello, il giorno dell’arresto. È la sua ultima immagine da uomo libero. Non proprio quella di un uomo che vuole vivere da latitante.