A cura di Lara Crinò, 11 febbraio 2023
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Tutti i Vermeer del mondo
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Ventotto quadri, in arrivo da tutto il mondo al Rijksmuseum di Amsterdam. Opere di piccole dimensioni ma di importanza straordinaria per la storia dell’arte: il loro autore, l’olandese Johannes Vermeer, morì nel 1675, a 43 anni, lasciandone poco più di una trentina. A raccontare l’appuntamento straordinario col pittore de La ragazza con l’orecchino di perla, sulla copertina di Robinson in edicola oggi con Repubblica, è Dario Pappalardo, che ha visitato la mostra che li riunisce per la prima volta e ce la racconta. Un’operazione colossale (3 miliardi di euro di assicurazione), un blockbuster annunciato (già 200mila biglietti venduti) che però non scalfisce il mistero dell’artista del Secolo d’Oro che ancora ci incanta. Perché amiamo così tanto Vermeer se lo chiede Melania Mazzucco, che commentando lo stile e le poche notizie sulla sua vita scrive: “Ha dipinto spesso persone che scrivono lettere, però non ne ha lasciata neanche una. Il silenzio che impone ai suoi personaggi è prima di tutto il suo. Solo la pittura parla”. Nelle pagine successive, come sempre, troverete le recensioni delle novità in libreria e il ritratto dedicato a un autore da riscoprire. Questa settimana tocca a Mario Picchi, maestro del racconto breve, raccontato da Filippo La Porta. Potete scriverci a robinson@repubblica.it e seguirci sui nostri social: Instagram (@robinson_repubblica), Twitter (@Robinson_Rep) e TikTok (@robinsonrepubblica).
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Nelle pagine dedicate a TikTok, una grande esclusiva di Robinson: l’intervista a Tillie Cole, scrittrice inglese da sette settimane in classifica col suo romance strappalacrime Dammi mille baci. L’autrice, classe ’83, che ha esordito in narrativa autopubblicandosi, si racconta alle booktoker che l’hanno spinta in vetta alla top ten dei libri più venduti. Dalla malattia in famiglia fino al suo rapporto con l’Italia, dove ha vissuto per due anni facendo l’insegnante. E ancora all’annuncio di un nuovo romanzo strappacuore al quale sta lavorando per far felici i suoi giovanissimi fan. La storia del suo successo è legata alla scommessa imprenditoriale della casa editrice che la pubblica in Italia: Sara Scarafia ha parlato con Alessandra Friuli e Simona Natale, le fondatrici di Always Publishing, nata a Salerno nel 2016. Si sono conosciute una decina di anni fa su un blog dedicato al romance e a Robinson raccontano la loro avventura editoriale made in Sud.
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“Saperlo prima” è il primo festival dedicato alla sessuo-affettività in Italia. Perché si è sentito il bisogno di organizzarlo (a Roma dal 17 al 19 febbraio) ce lo spiegano i tre organizzatori: Isabella Borrelli, femminista, Flavia Restivo, attivista e giornalista, e l’esponente dem Andrea Giorgini. La formazione obbligatoria nelle scuole, e la necessità di insegnare ai ragazzi a scegliere consapevolmente, sono tra i temi che verranno analizzati durante la tre giorni della rassegna. Nelle stesse pagine, oltre alla consueta rassegna di appuntamenti in giro per tutta l’Italia, ci soffermiamo anche su Modenantiquaria, storica fiera durante la quale i collezionisti di arte possono andare a caccia di capolavori: da Banksy alle Madonne del Trecento, ma anche monili, oggetti dimenticati e tutto quanto fa antiquariato.
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La gigantografia di uno scatto di Hitleri in Germania con il Discobolo Lancellotti, copia romana del bronzo di Mirone. In primo piano il Discobolo in mostra
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Chi erano le donne e gli uomini che salvarono i capolavori italiani dalle razzie naziste e dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale? Lo racconta a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, la mostra Arte liberata 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra, curata da Luigi Gallo e Raffaella Morselli. Sala dopo sala, l’allestimento fonde in una narrazione armonica la ricca parte documentaria (foto, telegrammi, lettere autografe) e l’esposizione di alcune delle opere più spettacolari citate nei documenti, giunte da ogni parte d’Italia. Dalla Madonna di Senigallia di Piero della Francesca al Discobolo Lancellotti, passando per la Danae di Tiziano e i Bronzi di Pompei, il percorso ci restituisce un pezzo di Storia e illumina i suoi coraggiosi protagonisti, da Pasquale Rotondi a Emilio Lavagnino, da Fernanda Wittgens a Palma Bucarelli. Mostrandoci un pezzo della grande bellezza che fu messa in salvo, perché fosse consegnata alle nuove generazioni.
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Libri per ragazze e ragazzi
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Alcune delle illustrazioni del grande Quentin Blake per una delle favole di Sylvia Plath raccolte in A letto, bambini!. E altre storie (Mondadori)
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Sessant’anni fa ci lasciava Sylvia Plath, una delle più grandi scrittrici e poetesse del Novecento. Per celebrarla, Mondadori manda in libreria un prezioso volume con i suoi racconti per bambini, accompagnati dalle creazioni di celebri illustratori: come ci spiega Paolo Di Paolo, sulle nostre pagine dedicate e ragazze e ragazzi, sono avventure piene di comicità e di magia, ma anche con un sottofondo malinconico che rimanda al disagio e alle sofferenze dell’autrice. Completa la nostra offerta vietata ai maggiori la recensione di Ilaria Zaffino al romanzo-memoir di Lia Levi, che ripercorre la sua gioventù nell’Italia finalmente repubblicana: un messaggio di vitalità e di speranza ancora attualissimo.
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Nelle pagine degli Spettacoli, i lettori troveranno questa settimana un doppio omaggio ad Alberto Sordi nel ventennale della scomparsa. Arianna Finos ha letto per noi Caro Alberto, il libro (edito da Laterza) che riunisce le lettere dell’Archivio Sordi, raccolte nel volume Caro Alberto (Laterza) curato da Alberto Crespi: centinaia di testimonianze d’affetto del pubblico per un attore a cui si guardava come a un parente, al dio accessibile della risata, allo specchio di un Paese. Carlo Verdone invece ci racconta del grande Albertone il suo lato meno noto: “Avendolo conosciuto nel privato, posso però affermare che l’uomo Sordi era diversissimo dalla maschera che vedevamo sullo schermo. Sordi viveva nell’ordine, nel silenzio, nella penombra”.
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Una tavola di Claire Alet e Benjamin Adam per Capitale e ideologia (da T. Piketty), edito da La nave di Teseo
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Questa settimana, nelle pagine dei Fumetti, offriamo ai lettori una nuova dimostrazione di come questo medium possa farsi interprete dei linguaggi più diversi, compresi quello della filosofia e dell’economia. Parliamo infatti della versione in forma graphic novel del saggio Capitale e ideologia di Thomas Piketty, realizzato da Claire Alet e Banjamin Adam. Nell’intervista agli autori, realizzata da Valerio Bindi, si raccontano le difficoltà incontrate nel tradurre un saggio impegnativo e corposo in un fumetto: divulgandone le teorie senza perdere il rigore, analizzando i temi della diseguaglianza sociale e andando in cerca di possibili soluzioni.
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Pablo Echaurren in un disegno di Riccardo Mannelli
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Per Straparlando, Antonio Gnoli ha incontrato questa settimana Pablo Echaurren. Con lui Echaurren ha ripercorso il rapporto distante e conflittuale con il padre, il celebre pittore Roberto Sebastián Matta. Ma anche le affinità con Gianfranco Baruchello, “genitore putativo” nel mondo dell’arte, e il suo percorso eclettico che ha spaziato dalla pittura alla grafica al fumetto. Protagonista della stagione anni Settanta degli indiani metropolitani, dice di sé: “Sono e resto un outsider”.
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“La visibilità moderna occupa nella cultura di oggi un posto a omologo a quello dell’idolatria nelle società antiche”, stabilisce Nathalie Heinich, sociologa dell’arte, nel suo poderoso trattato De la visibilité. Già in epoca classica lo ius imaginis, ovvero il diritto di tramandare le proprie sembianze ai posteri, sconfinava nel sacrale. Ma c’è un paradosso curioso nel “regime di singolarità” proposto e imposto dai media contemporanei: il massimo della visibilità si raggiunge al prezzo di abbassare al minimo la specificità della propria fama. Nella vetrina del festival di Sanremo la stessa passerella è offerta ai campioni della musica, dello spettacolo, dello sport e perfino della politica internazionale: ma il contenitore luccicante finisce per renderli tutti omologhi uno dell’altro. La sola cosa che li unisce infatti, è essere abbastanza noti per esserci. Del resto, all’apoteosi degli ascolti non interessa molto il perché una persona sia divenuta personaggio e poi personalità: è sufficiente che sia lì. La visibilità del corpo, e non il merito della persona, determina ormai il grado di notorietà di un individuo. Il festival è il caso più trasparente di macchina dell’economia circolare della fama, adibita alla fabbricazione di celebrità a mezzo di celebrità.
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