Editoriale di Massimo Giannini, direttore della Stampa: «E quasi 19 milioni di famiglie sono proprietarie della casa in cui vivono». Editoriale di Marcello Sorgi, collaboratore della Stampa, stessa edizione: «L’Italia è un Paese di proprietari: l’85 per cento degli italiani possiede una casa». Nel biennio 2020-2021 le famiglie in Italia erano 25 milioni e 600.000 (fonte: Istat). L’85 per cento di questo totale dà 21 milioni e 760.000 famiglie, non 19 milioni. Non potrebbero Giannini e Sorgi mettersi d’accordo fra di loro?
•
Titolo dalla Stampa: «Il caso Donzelli spacca gli elettori / Due italiani su tre difendono il 41 bis». Due italiani su tre significa il 67 per cento. La tabella del sondaggio condotto da Euromedia research di Alessandra Ghisleri, oggetto dell’articolo, documenta che solo il 6,3 per cento degli intervistati pensa che il 41 bis sia da abolire. Ne deduciamo che il 93,7 per cento (non il 67) lo approva.
•
Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Che c’è di bello / Martone va al Massimo / Pasolini, “Pi” e Pilade / Rossanda eterna Rossa». Che c’è da capire, più che altro.
•
Da un titolo della Stampa: «Il Pentagono: al via l’addestramento di altre 1.600 truppe». La definizione di truppa è «insieme di più unità di soldati di un esercito» e, al plurale, «insieme delle forze armate di uno Stato» (Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia). Gli Stati Uniti si apprestano ad addestrare altri 1.600 eserciti?
•
«Questo impone di scartare i reciproci progetti di vittorie totali, di rese senza condizioni, l’idea di asservire l’Ucraina o di dividere in pezzi la Russia», scrive Domenico Quirico sulla Stampa, a proposito di Vladimir Putin e Volodymyr Zelenski. Più che reciproci, diremmo contrapposti, dal momento che non ci pare vi sia nulla di scambievole e vicendevole (significato di reciproco) nella contesa fra i due.
•
«E se Aristotele dovette ammettere i rischi che caratterizzavano la condizione di chi si trovava in esilio, avvalendosi della metafora del pedone che si trova isolato in mezzo alla scacchiera, gli stoici ed i cinici puntarono sul cosmopolitismo e sulla necessità di vivere senza patria, da cittadini del mondo», è la conclusione di un articolo di Roberto Righetto nelle pagine culturali di Avvenire. Secondo Storica National Geographic, la prima menzione conosciuta circa l’origine degli scacchi si trova nel poema epico persiano Shahnameh (Libro dei Re), per il cui autore, il poeta Firdusi, il gioco nacque nel VI secolo dopo Cristo – la Treccani conferma questa datazione – a seguito di una disputa per il trono dell’India. Essendo Aristotele vissuto nel IV secolo avanti Cristo, ci pare difficile che potesse conoscere con 1.000 anni di anticipo l’esistenza del pedone e della scacchiera.
•
Il Fatto Quotidiano si conferma un impareggiabile catalogo di accenti collocati a sproposito. «Santanché è senza delega, ma continua a occuparsi dei lidi», titola in prima pagina, mettendo l’accento acuto, anziché grave, al cognome del ministro Daniela Garnero Santanchè. La quale, essendo l’ex moglie del chirurgo estetico Paolo Santanchè, non può chiamarsi Santanché, come peraltro si evince anche dal sito ufficiale del governo.
•
Anteprima riporta da Dissipatio, «una cellula mediatica fondata e diretta da Sebastiano Caputo», che esamina le varie edizioni del Festival di Sanremo: «Se quindici anni fa si registravano gli ascolti più bassi dal 1951, quella odierna al contrario è stata la più seguita dell’ultimo quarto di secolo». Probabile. Infatti le trasmissioni televisive della Rai cominciarono solo tre anni dopo, il 3 gennaio 1954, e non ci risulta pertanto che nel 1951 si potesse misurare lo share del Festival condotto da Nunzio Filogamo e trasmesso solo per radio.
•
Sul Corriere della Sera, Elena Tebano qualifica Anne-Marie Slaughter come «ex rettrice di Princeton». Già direttrice della pianificazione politica al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Slaughter non è mai stata rettrice dell’Università di Princeton, bensì «dean of Princeton University’s school of public and international affairs», cioè quello che da noi tradizionalmente si chiamava preside di facoltà. Incarico sempre prestigioso, ma un po’ meno.
•
Titolone dell’Osservatore Romano, in prima pagina, sul sisma in Turchia e in Siria: «Vite spezzate in una terra desolata». Più che altro schiacciate. E a pagina 2: «A tutti i costi fuori dalle macerie». Costi elevati.
•
Incipit della rubrica di Mephisto Waltz sul Sole 24 Ore: «Mephisto si è fatto totalmente stregare dalla ChatGPT – che peraltro impazza nell’intero orbe terracqueo – tanto che ha voluto metterla alla prova: come di solito si fa con Siri, con tono imperioso le ha chiesto: “Chi è Mephisto Waltz, quello che scrive sul 24Ore Cultura?”. In meno di un nanosecondo la risposta: “Non conosco alcuno che con il nome “Mephisto Waltz” scriva regolarmente per la sezione Cultura del quotidiano “Il Sole 24 Ore”. Potrebbe essere che in alcune occasioni il giornale abbia pubblicato articoli o recensioni firmati da questa persona, ma non si trova in merito alcuna informazione». Povero diavolo! Ecco la prova che l’intelligenza artificiale è, contrariamente a ciò che si dice, davvero intelligente.