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IN MARGINE AL PROCESSO PER IL DELITTO MOLLICONE IL CRIMINOLOGO CARMELO LAVORINO QUERELA GLI INVIATI DE “LE IENE” PER DIFFAMAZIONE
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Rendo noto che questa mattina ho presentato querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per il tramite della Stazione dei Carabinieri di Gaeta (LT) nei confronti dei signori del programma televisivo LE IENE Alessia RAFANELLI, Veronica RUGGERI e Marco ALINI, del Direttore Responsabile del suddetto programma e di altri allo stato ignoti, per i seguenti motivi:
= MOTIVO 1. La sera di domenica 8 dicembre 2019 il canale Italia 1 di Mediaset mandava in onda una puntata del programma LE IENE, dove veniva trasmesso un servizio di circa 26 minuti dedicato all’omicidio di Serena Mollicone – Caso di Arce. Il servizio divulgava alcuni mie frasi estrapolate dall’intervista da me rilasciata agli inviati delle IENE (Veronica RUGGERI e Marco ALINI) il 19 novembre 2019 presso il mio domicilio. Delle suddette frasi (A) alcune sono state registrate in modo fraudolento all’interno del mio domicilio tramite il posizionamento a mia insaputa di uno strumento atto a registrare e mai sono state da me autorizzate ad essere divulgate, frasi da me espresse a fine intervista e a “telecamere spente”; (B) alcune sono state estrapolate dai responsabili del servizio dopo essere state astutamente, abilmente, slealmente e dolosamente tagliate, spostate e manipolate, in modo tale da cambiare il senso reale, il significato e il contesto delle mie parole e del mio pensiero, tanto che – ciliegina finale sulla torta – la parte finale dedicata alle mie dichiarazioni vedeva tagliata la mia frase iniziale “I CARABINIERI INIZIALMENTE HANNO PENSATO CHE FOSSE VERA LA DICHIARAZIONE DI ELVIRA MOLLICONE, LA MAESTRA” e inseriva soltanto la frase “la ragazza doveva andare dal dentista, lui le ha dato un passaggio”, PER COSÌ PRESENTARE COL SUDDETTO TAGLIO DOLOSO LA SEGUENTE “CLAMOROSA RIVELAZIONE” DECLAMATA IN POMPA MAGNA DA VERONICA RUGGERI: “Il primo giugno del 2001 Serena doveva andare dal dentista, TUZI secondo la difesa Mottola l’avrebbe incontrata, le avrebbe dato un passaggio un passaggio e l’avrebbe uccisa per motivi psichiatrici”. In tal modo – e ciò è gravissimo – si fa apparire falsamente la risposta del sottoscritto come riferita a una personale e propria conclusione deduttiva, eliminando il riferimento lo stesso fa all’ipotesi dei Carabinieri in un discorso riservato ed esplicativo, per poi effettuare la seguente manipolazione: mutare l’aggettivo “psichici” proferito dal sottoscritto quando ha parlato delle motivazioni della menzogna del Tuzi con “psichiatrici”.
= MOTIVO 2. Quanto sopra è stato messo in essere per fare risultare FALSAMENTE che io accusassi il brig. Santino TUZI di essere l’assassino di Serena MOLLICONE con l’obiettivo complesso di: (A) danneggiare la mia reputazione, la mia professionalità, (B) inibire le attività di consulenza che su incarico dell’avvocato Francesco GERMANI sto svolgendo per conto dei signori Franco, Marco e Annamaria MOTTOLA, per i quali la Procura di Cassino ha chiesto il rinvio a giudizio, (C) fare lo “scoop” mediatico con diversi scopi, fra cui quello dell’audience.
= MOTIVO 3. Le “accuse verso il brig. TUZI” messemi falsamente e dolosamente in bocca dal suddetto servizio hanno spinto la famiglia del brig. TUZI ed altri a propalare comunicati stampa contro il sottoscritto sino ad accusarlo di “infamia” e di “affermazioni calunniose” ed hanno sollevato indignazione, proteste e insulti da parte di moltissime persone nei miei confronti: hanno indotto molti giornali ed emittenti televisive a pubblicare INCAUTAMENTE titoli del tipo “Il criminologo Lavorino accusa il brig. Tuzi di essere l’assassino di Serena”; ha fatto sì che la famiglia Tuzi presentasse querela contro il medesimo per diffamazione, notizia, quest’ultima, anch’essa divulgata a livello nazionale e sempre riferita alle “mie dichiarazioni ‘accusatorie’ (sic!!!) di omicidio verso il brig. Santino Tuzi”, tanto che una giornalista compiacente, parziale e imprecisa, ha pubblicato, sulle manipolazioni delle IENE ai danni del sottoscritto, ulteriori falsità tutte denigratorie del sottoscritto.
= MOTIVO 4. È evidente che le condotte oggetto della mia querela hanno denigrato la mia persona nella sfera professionale, quale figura di esperto criminologo e criminalista, analista della scena del crimine, profiler e consulente globale investigativo, essendomi stata falsamente attribuita una tesi investigativa arbitraria e non riscontrata, così essendo stato additato come sostenitore di tesi infondate, tanto più scorretto in quanto mosso dal fine di fuorviare l’opinione pubblica e l’Autorità Giudiziaria in favore degli imputati per i quali svolgo la mia opera professionale di consulenza tecnica.
TRATTASI EVIDENTEMENTE DI UN PIANO COMPLESSO, BEN PREMEDITATO E BEN AGITO, ANCHE IN PERFETTA SINCRONIA FRA LE VARIE PARTI: UN PIANO RAGIONEVOLMENTE COMMISSIONATO DA SOGGETTI IGNOTI E GESTITO DA ALTRI E/O DAI DENUNCIATI IN FASI DIVERSE E SINCRONIZZATE.
= MOTIVO 5- Il suddetto servizio delle IENE ha preso in giro, ingannato e turlupinato quasi tutte le testate giornalistiche tramite l’organizzazione e la divulgazione dell’INGANNO.
QUATTRO CONSIDERAZIONI DEL SOTTOSCRITTO:
– CONSIDERAZIONE 1- Sicuramente il servizio delle IENE, eliminando la mia frase “È IPOTESI DEI CARABINIERI CHE” ed attribuendomi falsamente le frasi accusatorie contro il brig. Tuzi, ha sollevato contro di me la riprovazione di moltissime persone e giornalisti.
– CONSIDERAZIONE 2. Sicuramente vi è stato l’intento diffamatorio della combinazione che mi ha teso la trappola e che i tre denunciati hanno attivato contro il sottoscritto un progetto criminale ben preciso consistito in fasi ideative-esecutive ben individuate e definite dal sottoscritto.
– CONSIDERAZIONE 3- La falsa attribuzione alla mia persona della tesi secondo cui il brig. Santino TUZI deve ritenersi l’assassino di Serena Mollicone comporta, in via necessaria e di diretta consequenzialità, la contestuale attribuzione a me medesimo di dichiarazioni diffamatorie nei confronti del Tuzi, proprio in quanto arbitrarie e infondate, ha di fatto indotto fraudolentemente e consapevolmente in errore chiunque – ed in primis la figlia del brig. Tuzi, sig.ra Maria Tuzi – circa la consumazione da parte mia della diffamazione, tanto da indurla a querelarmi, quale prossima congiunta a tutela della memoria del defunto padre, ai sensi dell’art. 595 c.p.
– CONSIDERAZIONE 4- Il servizio delle IENE, lungi dall’avere riportato mie dichiarazioni sulla scorta del diritto di cronaca (ma sono iscritti all’Ordine dei Giornalisti i tre delle IENE???), appare avere commesso esso stesso diffamazione ai danni del defunto Santino Tuzi, poiché la tesi accusatoria nei suoi confronti è opera della sua stessa manipolazione dichiarativa. Ne consegue che gli autori essi dovranno essere perseguiti per la condotta oggetto della querela sporta dalla sig.ra Maria Tuzi (erroneamente nei miei confronti).
Ho nominato mio difensore l’avv. Piergiorgio DI GIUSEPPE.
La querela sarà inviata anche all’Ordine dei Giornalisti, al Garante della Privacy, a Mediaset, alla Direzione del programma televisivo LE IENE e ad altre Autorità e Istituzioni con la richiesta di diretto intervento affinché vengano stroncate e inibite vergognose attività di falsa informazione basata sul cannibalismo, sulla manipolazione, sulla fraudolenza, sulla slealtà, sul “taglia-sposta-incolla-fai quello che ti pare e piace tanto sei protetto dall’interesse dell’audience”, sulla prepotenza, sull’inganno e sulla certezza dell’impunità in quanto imbevuti dell’autoconvincimento di essere protetti a livello legale e mediatico sempre in nome dell’audience.
Sono in fase di ultimazione altre querele verso altre persone e/o per altri reati.