E’ molto lunga la via sulla quale si è incamminata la scienza (e con essa la conoscenza umana). Irta e tortuosa, spesso illusoria per i miraggi, polverosa per le sconfitte. Radiosa per le vittorie ottenute sconfiggendo dolori e malattie e quindi allungando il benessere stesso degli uomini rendendone la vita più lunga ed al tempo stesso più consapevole della propria caducità (e brevità). Lungo questa strada hanno agito stregoni e sciamani, oracoli e veggenti, fino ai sacerdoti egizi che fecero dell’osservazione del corpo umano e dell’uso di pozioni ed unguenti un segreto che conferiva prestigio e potere. Fu così che nacque l’arte dei guaritori, per arrivare, in epoca greca, ai primi rudimenti dell’arte medica alla quale Esculapio ed Ippocrate conferirono vesti scientifiche. Un arco di tempo millenario entro il quale l’uomo scoprì le scienze della vita riuscendo ad elaborare metodi semeiotici ragionati e codificati sulla base delle pregresse esperienze e dello studio dei sintomi di ogni male. Un altro balzo nel “sapere” giunse con l’uso del microscopio che disvelò le origini stesse di molte patologie, soprattutto quelle infettive. Dagli estratti naturali e dai principi attivi in essi contenuti (provenienti dal mondo vegetale e minerale), si giunse poi alla primordiale farmacopea. Fu l’impiego di queste sostanze medicamentose a segnare, per la prima volta, una linea di demarcazione tra metodi empirici e metodi razionali, conferendo alla biologia ed alla medicina il crisma di scienze mediche. E tuttavia, nonostante tutte le scoperte ed i rimedi di cura elaborati, la seconda di quelle scienze rimane ancora oggi basata sull’evidenza, ove cioè molto è noto e molto altro ancora rimane da scoprire, verificare e completare. E’ stata infatti la biologia, grazie all’uso di indagini sempre più specifiche, rivolte alle basi stesse della vita – gli acidi nucleici DNA e RNA – ed alle molteplici e complesse interazioni presenti nelle singole cellule, ad aver consentito alla medicina di raggiungere un grado di conoscenza e di efficienza mai raggiunto in precedenza. E’ di questi anni lo studio della genomica e della metabolimica, ovvero delle interazioni tra i geni e le reazioni biochimiche cellulari, nonché del grado di influenza che la tossicologia ambientale “produce” su quei meccanismi. Tale studio ci ha portato anche a ben comprendere quanto siano intimamente legate l’insorgenza delle malattie con l’azione tossica oppure nociva (da accumulo nel tempo) dei prodotti di degradazione chimica e biologica dell’ambiente. Un pesante ipoteca sulla salute dell’uomo: ossia non c’è salute senza ambiente sano. Questa interazione è alla base di quella teoria che viene chiamata “On Health”: una visione unica e complessiva della salute. Lo studio dei fattori interdipendenti, induttori di patologie gravi, che vanno sotto il nome di interferenti biologici, ha messo in luce un fatto tanto allarmante quanto finora largamente ignorato dalla medicina tradizionale. Gli interferenti modificano l’espressione dei nostri geni, cambiano la funzionalità e la finalità del patrimonio genetico!! In parole povere: se siamo immersi in ambienti inquinati ed assorbiamo attraverso acqua, alimenti, terra ed aria, gli interferenti, anche per incidenza della trasformazione industriale che subiscono i medesimi, saremo soggetti ad ammalarci con il trascorrere degli anni. Se i metalli pesanti dispersi nell’ambiente, oppure i prodotti di degradazione della plastica (pensiamo ai fumi ed alle diossine), le polveri sottili e le piogge acide, sono parte dell’habitat in cui viviamo, nel tempo i nostri geni riparatori del DNA saranno silenziati e si accenderanno funzionalmente quelli oncogeni. Si attiveranno così i linfomi, i tumori della tiroide e del colon, le malattie allergiche ed ancor di più le autoimmuni: un deficit delle difese naturali. Questa nuova frontiera della conoscenza indirizza la medicina a trovare rimedi che agiscano direttamente sulla fonte del danno, ossia sul nostro patrimonio e sull’identità genetica. L’infertilità, ad esempio, galoppa; la produzione dei gameti sessuali è minima e destinata addirittura a scomparire tra qualche generazione!! Il rimedio? E’ quello di ripristinare i danni alla fonte con la cosiddetta medicina personalizzata o di precisione. Siamo capaci infatti di modificare le cellule produttrici di anticorpi con le tecniche CRISP di taglio e cucitura del DNA. Di conseguenza a ciascuno potrebbe essere somministrato, con apposite terapie geniche, il farmaco adeguato e specifico per quello organismo. Insomma: è la tecnica dei cosiddetti vaccini, ( in effetti terapie geniche) messa a punto con il Covid ad averci fornito in breve tempo conoscenze e nuove armi per combattere molte malattie mortali. Cancro compreso. Orbene occorre chiedere agli apprendisti stregoni, agli allarmisti, ai cercatori dei peli nell’uovo, se accetteranno le terapie geniche rifiutate per la Sars Cov 2, per la cura di queste gravi patologie. Coloro che hanno prefigurato che la terapia genica anti Covid potesse indurre trasformazioni del nostro patrimonio genico, tare gravi, nel lungo termine, di quel trattamento, dovrebbero da scienziati, spiegarci se il gioco è valsa la candela o se la ciarlataneria degli orecchianti debba ancora contrastare la scienza.
*già parlamentare