Inchiesta stragi, i pm indagano sui rapporti tra Baiardo e i servizi
L’AMICO DEI GRAVIANO RIVELA A REPORT – “Ci sono più foto di B. con il boss”. Poi il giornalista mette a verbale il nome di uno 007 che avrebbe parlato con l’ex favoreggiatore
I pm quindi non solo credono a Massimo Giletti che ha raccontato di quando Baiardo gli mostrò la foto – a suo dire – ritraente il boss, il Cavaliere e il Generale, ma cercano l’istantanea e ritengono di potere trovare riscontro alla sua asserzione nelle conversazioni Baiardo-Report.
Anche le chat di Whatsapp tra Baiardo e Giletti mostrate da Report sono ritenute interessanti. “Ma tu hai parlato in giro di alcune foto? Mondani lo sapeva già. Quelle che sai tu”, scrive Baiardo a Giletti dopo aver visto Mondani, alludendo evidentemente a foto di cui lui e il conduttore de La7 hanno già parlato.
L’atto investigativo è stato delegato alla Dia di Firenze ex articolo 284 c.p.p., cioé l’invito a consegnare che precede, in caso di diniego, la perquisizione. Non c’è stato bisogno però: Report e la Procura hanno ‘cooperato’ senza problemi. Ieri la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci si è occupata della cattura di Messina Denaro e della ‘profezia’ di Baiardo. L’inviato di punta Paolo Mondani ha proseguito: “L’Aisi, il servizio segreto civile smentisce qualsiasi coinvolgimento nella cattura di Messina Denaro. A noi Baiardo ha confermato il nome del funzionario che avrebbe interloquito con lui. Nome che – ha chiosato Mondani – su richiesta abbiamo riportato all’Autorità Giudiziaria”.
Ovviamente anche questa ‘interlocuzione’, negata dall’Aisi, andrà verificata come tutte le cose dette e spesso contraddette da Baiardo.
Al Fatto l’ex gelataio dice: “Io non ho mai avuto rapporti con i servizi segreti e non ricordo di averne parlato con Mondani. Comunque mi ero accorto delle sue telecamere nascoste e ho fatto apposta a dire altre cose non vere sulla foto di Berlusconi e altro. Questa dei servizi non me la ricordo proprio”.
Torniamo alla puntata di ieri sera. L’ex favoreggiatore dei boss Graviano, ha detto altre quattro cose enormi (tutte da verificare) alla telecamera nascosta:
1) esistono più (non una ma più) foto di Silvio Berlusconi con Giuseppe Graviano. In un caso almeno insieme al generale dei Carabinieri allora comandante dell’Arma in Piemonte, Francesco Delfino, famoso anche lui per una profezia: promise ‘un regalo di Natale’ all’allora ministro Claudio Martelli sull’arresto di Totò Riina nel 1993;
2) Le foto, importanti perché – ove esistenti – segnalerebbero un rapporto sempre smentito e mai riscontrato dei boss con Berlusconi, furono scattate a Orta San Giulio da lui stesso, Baiardo, nel 1992, dopo le stragi contro i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino;
3) Baiardo quelle foto le avrebbe mostrate a Paolo Berlusconi quando lo incontrò nella sede de Il Giornale a Milano nel febbraio del 2011, due anni dopo che al processo Dell’Utri suo fratello Filippo disse di non conoscere Dell’Utri e il boss Giuseppe si avvalse della facoltà di non rispondere. Spesso Baiardo si fa capire a gesti e ammicca alle domande. A Report che gli chiede la reazione di Paolo Berlusconi alla vista delle foto suddette, con aria beffarda, Baiardo muove le dita con il gesto che solitamente rappresenta la paura;
4) “Se non va tutto come deve andare nel libro usciranno le foto” e poi “se non succede quel che succede cade questo Governo” parola del solito Baiardo a Report.
L’inviato di Report è riuscito per la seconda volta (la prima era stata nel 2021) a carpire le confidenze dell’interlocutore con telecamera nascosta. Anche stavolta Baiardo ha poi smentito. Alle 13 di ieri su Tik Tok ha detto che si era accorto subito delle telecamere nascoste e avrebbe scientemente deciso di dire balle a Mondani. Baiardo ha attaccato anche Il Fatto che ha ripreso lo scoop di Rai Tre sostenendo che sono tutte fandonie (“Se avessi detto che l’asino vola, Report lo avrebbe mandato in onda?”) contro il povero Berlusconi e che lui si augura stavolta una bella causa dei legali del Cavaliere contro Report. Come se lui fosse un passante che non ha detto nulla al giornalista.
Baiardo sembra insomma più interessato a lanciare il suo libro in uscita il 20 giugno prossimo per la casa editrice Frascati e Serradifalco che a dare coerenza alle sue verità private (a camera nascosta) e pubbliche (su Tik Tok), verità diverse e inconciliabili.
Di fronte a questo atteggiamento da giocatore di poker che bluffa su questioni così delicate la tentazione di occuparsi di altro è forte. Ma sarebbe un grave errore. Anche perché spesso le dichiarazioni di Baiardo (come sulla questione dei rapporti di Graviano con Berlusconi) trovano eco nelle parole del boss Graviano. La posta della partita in corso è la possibilità di uscire dal carcere per i boss. Una posta che deve riguardare tutti.
A 30 anni dalle stragi di mafia che hanno squassato il Paese causando 10 morti, molti italiani sono disorientati. Vedono Baiardo che parla di Berlusconi e Dell’Utri a Report o da Giletti. E poi vedono lo stesso Baiardo che dice l’opposto su Tik Tok. Ascoltano Graviano al processo ’Ndrangheta Stragista che sostiene di avere diritto al 20 per cento dell’impero di Berlusconi perché un suo nonno materno avrebbe investito 50 anni fa nei cantieri milanesi del Cavaliere e fanno difficoltà a credere che il boss sia un personaggio da tenere in considerazione.
Già gli italiani medi non riescono a capire perché la mafia abbia fatto saltare in aria le Basiliche e gli Uffizi nel 1993 uccidendo anche due bambine a Firenze. Già fa fatica a capire perché da 25 anni l’ex premier Berlusconi e l’ex senatore Dell’Utri sono indagati e archiviati a intermittenza come ‘mandanti esterni’ in una storia di stragi che sembra lontana anni luce dalla dimensione dei due personaggi, pur con i loro difetti. Ora spunta pure un ex gelataio che un giorno dice di avere le foto che provano i rapporti tra Berlusconi e il responsabile della stagione delle autobombe e il giorno dopo si atteggia a uno che ha fatto uno scherzo in tv per vedere l’effetto che fa. Ci sarebbe bisogno di qualcuno che decrittasse i messaggi e sminasse il terreno da eventuali menzogne. Invece i media si girano spesso dall’altra parte. Eppure non si può lasciar passare questo messaggio a milioni di italiani. L’ex favoreggiatore della latitanza dei boss stragisti va dicendo che, se non arriva dal Governo Meloni quel che i boss si aspettano, cioé la modifica delle norme scritte con il sangue di Falcone e Borsellino e di tutte le vittime delle stragi, norme che li condannano a restare in cella tutta la vita, saranno pubblicate su un libro le foto che documenterebbero rapporti tra i boss e Berlusconi. Non solo. Il simpatico ex favoreggiatore dei boss aggiunge sorridendo che, se le cose non andassero nel senso sperato dai mafiosi, il Governo potrebbe cadere. Baiardo è un giocatore di poker che andava talvolta nei casinò con i fratelli Graviano. Sa bene che un gioco così non si può fare da soli. Chi c’è dall’altra parte del tavolo? Se si tratta di un bluff colossale questo è il momento di andare a vedere. E la Procura di Firenze vuole farlo.
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