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Alfonso Bonafede, Dagospia: “Non cacciano il balbuziente solo perché presentò Conte a Di Maio”
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La sintesi, brutale, sta tutta nella titolazione scelta da Dagospia. Il caso è quello che ha travolto Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia di fatto accusato dal pm Nino Di Matteo, nel corso dell’ultima puntata di Non è l’arena, di aver scelto di evitare la nomina dello stesso Di Matteo al Dap poiché sgradita da alcuni boss mafiosi, che erano già passati de facto alle minacce. Caso, come detto, assai spinoso. A cui Dago dedica una titolazione ferocissima, che recita: “Se il balbuziente Bonafede non fosse colui che ha presentato Giuseppe Conte a Luigi Di Maio (era suo assistente all’Università di Firenze), a quest’ora lo avrebbero già cacciato a pedate per aver tradito il magistrato-eroe dell’anti-mafia, Nino Di Matteo, che ha epurato gli ormai ex puri&duri con le sue accuse”. Una chiave interpretativa a questa vicenda anche un poco inquietante, quella che offre Dagospia, come sempre senza peli sulla lingua.