Ammonta complessivamente a quasi due milioni e mezzo di euro il sequestro preventivo, «per equivalenza», firmato dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di due amministratori di quattro distinte società di informatica con sede a Cellole accusati in concorso di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di evasione fiscale (per uno solo degli amministratori). Il sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza sulla base di una indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, risale a qualche giorno fa, ma gli episodi contestati si riferiscono a reati ipotizzati commessi fra il 2017 ed il 2020. Indagati Antonio Rafaniello, al quale sono riferibili le società e ditta Teknotrend, Tekno Trend Srl e Omega Srl alcune delle quali poi cessate o in liquidazione e Filomena Crudo, già legale rappresentante della Shop 2k Srl, coinvolta peraltro in un procedimento simile a Cassino e poi assolta. Tramite queste società, che esercitavano anche via web l’attività di commercio al dettaglio di computer, software e attrezzature per l’ufficio, i possessori dei Bonus Cultura venivano indirizzati verso il sito della Teknotrend dove si poteva accedere al ‘regolamento coupon’, proponendo quindi la conversione dell’importo del contributo statale in un coupon Teknotrend. Tale coupon aveva un valore corrispondente al bonus ridotto del 15 per cento e poteva essere utilizzato per l’acquisto di apparecchiature elettroniche diverse da quelle per cui il bonus era valido. Tutto è nato da alcune segnalazioni giunte al Mibact, che facevano riferimento a un uso improprio del Bonus Cultura da parte della Omega S.r.l. (precedentemente nota come Teknotrand S.r.l.). Infatti, le attività che aderiscono a questa iniziativa devono presentare al Ministero le fatture relative al valore totale dei voucher utilizzati per ottenere il pagamento dalla Consap, concessionaria del Ministero del Tesoro e Finanze.

Durante le indagini è emerso che la Teknotrend consentiva ai possessori del Bonus Cultura di acquistare strumenti e apparecchiature elettroniche diverse da quelle ammesse per il contributo. Ai clienti veniva offerta la possibilità di convertire l’importo del bonus in un “coupon Teknotrend” di valore equivalente, spendibile per l’acquisto di altri articoli commercializzati dall’azienda, come smartphone, computer, tablet, televisori e videogiochi. Questi articoli non rientravano nell’elenco di prodotti consentiti dalla legge. Nell’ambito delle indagini è stato scoperto anche un meccanismo finanziario di fatturazioni tra le diverse ditte e società che hanno portato gli investigatori a ipotizzare anche un reato di frode fiscale. Nei confronti di Rafaniello, originario del sessano – difeso dall’avvocato Carlo De Stavola – il gip ha disposto il sequestro di 2 milioni e duecentomila euro; mentre per la Crudo, originaria del basso Lazio – difesa dall’avvocato Roberto Palermo – la somma del sequestro ammonta a più di 200 mila euro. Entrambi gli indagati sono pronti a chiarire la loro posizione e fornire la loro versione dei fatti nel prosieguo delle indagini.