IL LIBRO

Mafia, Stato, ricettatori e Chiesa: la “Natività” di una lunga trattativa

ARTE – L’opera di Caravaggio venne rubata a Palermo nel 1969: un saggio svela altri segreti

DI GIUSEPPE LO BIANCO 
28 SETTEMBRE 2023

Ci fu una trattativa nel 1974 (quattro anni dopo la vendita accertata dall’Antimafia) per rientrare in possesso della Natività di Caravaggio, il dipinto tuttora in cima alla top ten dei capolavori rubati dell’arte mondiale stilata dall’Fbi, trafugato una notte di ottobre del ’69 a Palermo dall’oratorio di San Lorenzo. Lo ha scoperto il ricercatore Michele Cuppone, uno dei massimi studiosi della Natività, che nel suo ultimo libro Caravaggio, la Natività: nascita e scomparsa di un capolavoro (Campisano editore) pubblica una lettera che il sovrintendente alle Belle Arti di allora, Vincenzo Scuderi, spedì il 27 luglio del ’74 al maggiore dei carabinieri Ninni Russo (poi ucciso tre anni dopo dalla mafia a Ficuzza). “Da essa emerge sostanzialmente – scrive Cuppone – come il primo fosse a conoscenza di freschi contatti telefonici tra monsignor Rocco (parroco dell’Oratorio, ndr) e i ‘ricettatori’ e che, a differenza di quanto sempre sostenuto dal sovrintendente, Scuderi accennò alla possibile via del riscatto, che non si sentiva di scartare a priori dato l’eccezionale interesse dell’opera. Rendendosi addirittura disponibile a contribuirvi, nel suo piccolo’’.

Novità che aprono nuovi dubbi investigativi alimentati anche dalla testimonianza (quasi) inedita presente nel libro di un carabiniere del Servizio Tutela Patrimonio Artistico, Libero La Torre, che sostiene di aver visto una foto Polaroid del quadro rubato che gli era stata mostrata in funzione di un recupero: c’è chi dice nel’ 72 (Pasquale Chessa su L’Espresso nel ’77), chi nel ’74 (Remo Guerrini su Epoca sempre nel ’77 che però non lo nomina). “Resta però da capire come tutto ciò – scrive Cuppone – si concili con la ‘trattativa’ già vista, di poco successiva al furto. Il quadro, oramai venduto, secondo Grado era partito per la Svizzera già nel 1970. Possibile mai che questo del 1974 fosse un tentativo di vendita successivo, che nulla aveva più a che fare con Cosa Nostra? O qualche millantatore stava tentando di trarre un profitto e anche per questo non se ne fece nulla?’’.

Le tracce del quadro, infatti, si perdono in Svizzera dietro il volto di un misterioso commerciante d’arte riconosciuto in foto dal pentito di mafia Gaetano Grado, al quale sarebbe stato venduto uno o due anni dopo il furto “come una partita di stupefacenti o di sigarette di contrabbando’’, come sostiene la relazione finale dell’Antimafia che definisce il pentito “altamente attendibile’’, dal boss Tano Badalamenti.

La lettera del sovrintendente e le parole dell’investigatore che vide il quadro in foto rilanciano un rebus non nuovo, come ricorda lo stesso Cuppone, che cita i vertici del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri, “in particolare lo storico generale Roberto Conforti, ma ancor più il comandante Ferdinando Musella hanno spesso accennato a diversi, possibili tentativi di vendita dell’opera, di cui ci sarebbe traccia almeno fino alla fine degli anni Settanta’’.

Non sono le sole novità contenute nel libro, che demolisce certezze acquisite, come la data stessa del furto del quadro: si è sempre detto che venne rubato la notte (piovosa) tra il 17 e il 18 ottobre; nel libro è citata un’intervista del parroco monsignor Rocco che sostiene che la scoperta del furto avvenne mercoledi 15.

Il libro contiene inoltre la prima foto (inedita) dell’oratorio (1925) in cui appare la Natività, una rara foto (1904) del museo di Berlino con i quadri di Caravaggio che andarono perduti durante la Seconda guerra mondiale, e gli appunti, di straordinario interesse storico e artistico, di Roberto Longhi, uno dei massimi caravaggisti italiani, giovane studente in visita all’Oratorio di Palermo, forse nel 1910, “rapito” dalla bellezza folgorante del quadro.

Alla fine c’è spazio anche per una curiosa coincidenza storica: “Meraviglia, infine – scrive l’autore – quanto ritroviamo nel 1820 alle sinistre date del 17-19 ottobre (come si riveleranno appena un secolo e mezzo più tardi) in una ‘rivista scientifica di intrattenimento’ stampata a Vienna (Conversationblatt. Zeitschrift für wissenschastliche Unterhaltung)’’ e cioè la storia di una fuga d’amore di due giovani, una figlia di Caravaggio, nella villa del pittore a Palermo, “e cosa ancor più singolare, giusto nell’anno 1600’’ (anno della composizione della Nativitàndr). “Pura coincidenza? – si chiede l’autore – Sarà, e in ogni caso è una curiosità che meritava forse di essere rispolverata’’.

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