Il giornalista Pippo Fava (Foto: assostampasicilia.it)

ANNIVERSARIO 05 Gen 2024

Catania, 40 anni fa l’assassinio di Pippo Fava. Le iniziative in città, il ricordo del sindacato

Previsti un corteo, un dibattito e la consegna del premio dedicato al giornalista ucciso il 5 gennaio 1984. Il segretario provinciale di Assostampa, Filippo Romeo: «L’anniversario coincide quest’anno con il tentativo di affossare l’informazione giudiziaria con una nuova legge bavaglio. Ecco perché le manifestazioni assumono una valenza ancora più forte. La strada tracciata da Fava deve restare un modello da seguire, senza un ulteriore limite alla libertà di stampa».

 

La sera del 5 gennaio 1984 viene assassinato a Catania Pippo Fava, 59 anni, giornalista, scrittore e autore di testi teatrali. Dopo lunghe e tormentate indagini, la vicenda giudiziaria per il delitto si è conclusa nel 2003, quando l’ultimo processo è arrivato in Cassazione. I giudici della Suprema corte hanno condannato il boss Nitto Santapaola e Aldo Ercolano all’ergastolo e Maurizio Avola a sette anni patteggiati.

La carriera, lunga e piena di successi, di Pippo Fava lo aveva portato a ricoprire ruoli di primo piano nelle redazioni dei giornali di Catania, sino alla direzione del Giornale del Sud e alla fondazione del settimanale I Siciliani. Fava si era distinto per le scelte che rompevano il clima di silenzio sulla presenza della mafia anche ai piedi dell’Etna e delle connivenze con i poteri istituzionali ed economici dei boss catanesi legati a Cosa nostra. Oltre che per l’attività giornalistica Pippo Fava era noto per quella letteraria e per la produzione di testi teatrali. Dopo il suo assassinio e grazie all’impegno del figlio Claudio Fava sono state organizzate diverse iniziative in sua memoria e sono nati una fondazione e un premio giornalistico.

«L’anniversario dell’omicidio di Pippo Fava – ricorda Filippo Romeo, segretario provinciale di Assostampa Catania – coincide quest’anno con il tentativo traversale di affossare l’informazione giudiziaria con l’approvazione della ‘legge bavaglio’. Ecco perché il presidio e le manifestazioni in ricordo del cronista assassinato 40 anni fa dalla mafia a Catania assumono una valenza ancora più forte. Silenziando l’informazione si mortificano anche i principi del fondatore de I Siciliani e di tutti quelli che hanno dato la propria vita per garantire ai cittadini il diritto all’informazione libera. La strada tracciata da Fava deve invece restare un modello da seguire, senza un ulteriore limite alla libertà di stampa che rappresenterebbe anche una minaccia alle garanzie democratiche di tutti».

Fra le iniziative organizzate nel capoluogo etneo in onore di Pippo Fava, venerdì 5 gennaio 2024, un corteo tra via Roma e la strada che ne porta il nome e dove una lapide ne testimonia l’assassinio. Poi il dibattito, ‘Fare (non solo) memoria’, moderato da Luisa Santangelo, con Sebastiano Ardita, Pierangelo Buttafuoco, Claudio Fava, Michele Gambino. E la consegna a Francesco La Licata del Premio nazionale di giornalismo ‘Giuseppe Fava – Niente altro che la verità. Scritture e immagini contro le mafie’. Premio che sarà ritirato da Filippo Romeo, in quanto per ragioni di salute La Licata non potrà essere a Catania.

ANNIVERSARIO 05 Gen 2024

Mattarella: «Indipendenza e pluralismo dell’informazione pietra angolare di una democrazia viva»

 

Dichiarazione del presidente della Repubblica nel 40° anniversario dell’assassinio di Pippo Fava. «La mafia lo uccise per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali è doveroso fare memoria», scrive.

«Sono trascorsi quarant’anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione pubblicata anche sul sito web del Quirinale in occasione dell’anniversario dell’omicidio.

«La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali è doveroso fare memoria», prosegue il capo dello Stato.

«Fava – conclude – ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile libertà. L’indipendenza dell’informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della libertà di tutti, pietra angolare di una società sana e di una democrazia viva. Un impegno e un sacrificio a cui la Repubblica rende omaggio».