“Melannurca Campana IGP, dalla terra alla tavola”, il Consorzio di Tutela porta l’Università negli Istituti Agrari della Campania. Prima tappa il 23
MATESE – Presso l’Istituto Tecnico Agrario “Angelo Scorciarini Coppola” di Piedimonte Matese il prossimo 23 febbraio alle ore 10:30 si terrà la prima tappa di un progetto pensato dal Consorzio di Tutela della Melannurca Campana IGP in collaborazione con Coldiretti Caserta e con il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli. Interverranno: Nicolino Lombardi, Dirigente Scolastico ISISS Piedimonte Matese; Giuseppe Giaccio, Presidente Consorzio di Tutela della Melannurca Campana IGP; Claudio Di Vaio, Docente di Arboricoltura Generale Dipartimento Agraria Università Federico II di Napoli; Aurora Cirillo, Dipartimento Agraria Università Federico II di Napoli; Enrico Amico, Presidente Coldiretti Caserta. Modera: Adele Consola, Giornalista. Seguirà messa a dimora di piante della Melannurca.
La Melannurca Campana si comincia a raccogliere a partire dalla metà di settembre. Questa varietà di melo, che a differenza degli altri il cui frutto può essere consumato appena raccolto, deve subire un passaggio intermedio detto “arrossamento”. Le mele vengono raccolte e sistemate sui “melài” o “pòrche”, ovvero strisce di terreno oggi ricoperte da trucioli di legno di faggio, un tempo anche paglia. Durante i successivi 10-15 giorni vengono spesso girate a mano finché non raggiungono il tipico colore rosso.
Si tratta di un albero abbastanza semplice da coltivare. Essendo una varietà di melo è una pianta che può sopravvivere anche in climi freddo temperati mentre in inverno è capace di tollerare le basse temperature. Il caldo eccessivo però, non è particolarmente indicato poiché potrebbe impedire il risveglio delle gemme durante la ripresa vegetativa della primavera successiva. Il melo Annurca non è particolarmente esigente per quanto riguarda il terreno, bisogna evitare però i terreni dal PH acido, carenti di calcio. Al momento del trapianto è fondamentale, per almeno i primi 2 anni, innaffiare frequentemente, in modo da aiutare l’apparato radicale a rendersi autosufficiente e resistente. L’importante sarà poi intervenire in caso di siccità. Gli interventi di potatura vanno effettuati a fine inverno e servono per eliminare principalmente i rami bassi, troppo fitti oppure secchi. Un altro intervento che andrebbe effettuato sulla pianta è quello di diradare i frutti: questo serve essenzialmente per avere mele più grosse. Il melo Annurca non è particolarmente soggetto a malattie ma può comunque capitare che ne venga colpito. Le problematiche più comuni a cui questa varietà di melo va incontro sono tre: la ticchiolatura, l’oidio e la butteratura.
“L’intento del Consorzio di Tutela Melannurca Campana IGP è quello di dare agli studenti le nozioni agronomiche che riguardano il Melo Annurca ma anche delle nozioni salutistiche della melannurca mettendo contestualmente a dimora presso l’Istituto qualche pianta”. A dichiararlo il Presidente del Consorzio Melannurca Campana IGP Giuseppe Giaccio.
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