Autocrazia e Ortodossia in Leontiev di Bartolomeo Valentino*

 

 

Leontiev era un conservatore e, quindi, contro ogni forma di tecnologia, che avrebbe condotto il mondo alla sua distruzione e tutto il suo pensiero è pervaso da  pessimismo.  Esaminiamo in dettaglio la sua concezione dell’Impero russo. Leontiev fu un sostenitore della Terza Roma da identificare con Mosca in quanto erede dell’Impero bizantino, sia come cultura che sotto l’aspetto più squisitamente ideologico. La Russia va considerata come un Impero che ha risentito della dominazione dei Tatari. Tutte e due queste componenti bizantine e slave si devono integrare e completarsi per  costruire un grande Impero. I Tatari. gruppo etnico di origine turca, hanno, infatti contribuito a dimostrare l’importanza del potere, mentre l’origine bizantina ha  fornito il substrato e la supremazia del potere politico  su quello teologico. E’ questo un aspetto del putinismo, ossia di un rapporto strettissimo tra potere politico e religioso. Quest’ultimo, però, alle dirette dipendenze di quello politico. Nella sua opera “Bizantinismo e mondo slavo”, pubblicata  nel 1987, ha scritto:”In ambito politico bizantinismo significa Autocrazia. Nella sfera religiosa  ad esso corrisponde, invece, un cristianesimo che si differenzia per diversi aspetti dalle chiese  ereditate dalle eresie e dagli scismi”. L’efficienza  di un impero nasce dalla sintesi di questi due aspetti: Autocrazia e Ortodossia. Quando Leontiev parla di bizantinismo per il suo aspetto teologico intende un cristianesimo ortodosso, quindi, che rispetta la genuinità del vangelo contro ogni altra arbitraria interpretazione, come è avvenuto  nella Chiesa  cristiana cattolica. Nell’Impero russo, inoltre, lo zar (o sovrano) va considerato qualcosa di più che un uomo. Egli diventa un uomo divinizzato ad opera dello Spirito Santo che si trasfonde in lui. E’ lo Spirito Santo che ha benedetto il suo potere assoluto nei confronti del suo popolo. La Russia, dunque, deve essere fedele a questa interazione Autocrazia-Ortodossia. La prima sta a significare la presenza di un potere di tipo monarchico assoluto, il quale affonda le sue radici nella discendenza dall’Impero romano, ma anche dall’impero Persiano più misticheggiante. L’imperatore russo si deve sentirsi legato a queste due origini ed al loro significato in politica e nella sfera religiosa. Da qui la presenza di un potere centralizzato, ma anche difensore di ogni forma di giustizia. Naturalmente il potere autoritario centrale dovrà  combattere ogni forma di sovranismo, ma non il razzismo. La sua concezione politica è pervasa da tanto pessimismo che faceva profetizzare  la presenza di un Anticristo non solo nell’occidente, ma anche nella stessa Russia e che solo  un grande sovrano poteva far fronte ad una tale evenienza a difesa del popolo russo e anche di tutta l’umanità. Siamo nel pieno del putinismo.

*già Professore di Anatomia Umana II Università di Napoli-Cultore di Morfopsicologia e Linguaggi Extraverbali