Allarme di Chigi: “Rischio brigatisti nelle università”. PRO-GAZA – “Pericolosi: così si torna agli anni di piombo”

24 MARZO 2024

I movimenti studenteschi che protestano contro la guerra in Israele hanno legami con gli ex brigatisti rossi. E per di più si rischia di tornare alla violenza del terrorismo rosso (non quello nero, di matrice fascista) degli anni ‘70 e ‘80. Sono queste le tesi allarmanti sostenute in un documento riservato che l’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia ha inviato martedì sera ai vertici e dirigenti del partito per dare la linea sulle proteste nel mondo studentesco contro la guerra nella Striscia di Gaza.

Una “nota informativa” scritta dall’Ufficio studi di Fratelli d’Italia guidato dal deputato Francesco Filini (braccio destro del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari) di concerto con Palazzo Chigi che, come viene specificato, dovrebbe essere “a uso interno e non adatto alla diffusione”. Il documento è di cinque pagine e già dal titolo – “L’ondata di violenza nelle università” – si intuisce l’obiettivo di Palazzo Chigi: enfatizzare le proteste violente degli studenti paragonandole a quella degli Anni di piombo.

La nota, che Il Fatto pubblica in anteprima, parte dagli esempi delle ultime manifestazioni che hanno impedito al giornalista David Parenzo e al direttore di Repubblica Maurizio Molinari di partecipare a incontri nelle università, per poi elencare tutti gli episodi di “intolleranza dei gruppi universitari afferenti alla sinistra” degli ultimi anni. Poi però nella nota informativa si sostiene una tesi allarmante con questo titolo: “Le sospette infiltrazioni delle ex Brigate Rosse nelle Università”. Palazzo Chigi sostiene che ci siano dei legami tra gli ex esponenti delle Brigate Rosse e gli studenti che manifestano negli atenei. Per corroborare questa tesi vengono utilizzate tre fonti: un articolo del Giornale del 19 marzo secondo cui il movimento studentesco Cambiare Rotta avrebbe scelto come “testimonial” per la campagna di tesseramento 2024 “l’ex brigatista rosso Francesco Piccioni, fondatore della colonna romana delle BR e membro della direzione strategica con Curcio, Franceschini e Moretti”. Inoltre, viene citato una informativa della Digos in cui si segnala una “pericolosa e crescente saldatura tra vecchie Brigate Rosse e nuovi movimenti di lotta pro-Palestina” con “conferme” anche nella relazione dell’intelligence presentata a fine febbraio. Tre ipotesi che secondo Fratelli d’Italia porterebbero a una tesi precisa: “Gli ex brigatisti rossi sarebbero tornati e potrebbero condizionare, anche solo ideologicamente, le azioni, i raid e le spedizioni contro le Istituzioni, mosse da centri sociali e collettivi studenteschi”.

Il resto del documento invece si sofferma sul paragone con gli Anni di piombo: il terrorismo nero non viene mai citato mentre si parla di “condanne deboli” da parte della sinistra. Prima si spiega che il periodo storico è “sicuramente diverso e non paragonabile” con gli anni ‘70 e ‘80, ma subito dopo Palazzo Chigi lancia l’allarme: “Fin troppo spesso questo atteggiamento è stato tollerato da alcune parti politiche, che hanno minimizzato queste aggressioni, soprattutto quando a farne le spese sono stati gli studenti di destra – è l’accusa – Purtroppo, però, come dimostra la storia degli anni ‘70 e ‘80 un atteggiamento troppo lassista, alla lunga, si rivela estremamente pericoloso”.

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