ENEL, LA STRAGE DI BARGI
Esplosione Suviana, la morte in subappalto. “Sicurezza, mesi di proteste Nessuno ha mosso un dito”
DENUNCIA DEI SINDACATI – “Affidamenti fuori controllo: Green Power prima rifiutava il confronto, ora alza un muro di omertà”
DI SARAH BUONO, NATASCIA RONCHETTI E ROBERTO ROTUNNO
11 APRILE 2024
I contractor erano Voith Hydro, multinazionale tedesca, Siemens Energy e Abb. Poi c’erano le altre quattro imprese in subappalto. E tra queste la Engineering Automation di Mele, in provincia di Genova. L’azienda fondata e amministrata da Mario Pisani, 74 anni, una delle vittime della strage di Bargi, nel bacino di Suviana, appennino bolognese: è morto insieme a due suoi dipendenti, Pavel Petronel Tanase, romeno residente a Torino, e Vincenzo Franchina, messinese di 35. Pisani era esperto, con competenze accumulate anche in Enel, prima di costituire la sua piccola azienda: 20 dipendenti, quasi tutti a tempo indeterminato. Non uno che cercava lavoro al Nord. “Non era l’operaio costretto ad allontanarsi da casa ma un uomo dalla lunga esperienza”, dice Francesco Leo, sindaco di San Marzano di San Giuseppe dove Pisani tuttora aveva il domicilio.
Impossibile sapere per ora se siano stati proprio lui e i suoi due operai a manovrare la turbina che ha provocato l’esplosione. Sembra tuttavia che i lavori previsti fossero in ritardo di 6 mesi. Da chiarire anche per i sindacati quali aziende della filiera del subappalto presenti sul luogo al momento della tragedia. Non la Meca srl, che aveva da poco completato la sua prima parte di lavori: “I nostri dipendenti sono in fermo, avrebbero dovuto ricominciare nelle prossime settimane”, ha spiegato.
E le altre? “Enel Green Power ha alzato un muro di omertà”, diceva ieri mattina il segretario generale della Cgil di Bologna Michele Bulgarelli: “Dopo svariate ore l’azienda non ha ancora risposto ai nostri delegati che chiedono per quali imprese operavano i 15 lavoratori coinvolti”. Per oggi lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil è stato raddoppiato: da quattro a otto ore. Con un corteo a Bologna, per protestare contro l’ennesima strage sul lavoro, al quale parteciperanno anche molti dipendenti del gruppo. Lo stesso sindaco Matteo Lepore ha invitato la cittadinanza a prendervi parte. “Sono due mesi che i lavoratori Enel, che sono 32 mila, affrontano una vertenza e nessun media ha rimarcato questo aspetto – dice ora Ilvo Sorrentino, segretario nazionale della Filctem-Cgil –. Oggi succede un incidente drammatico e tutto viene riportato alla ribalta, oggi troviamo considerazione ma sinora nessuno ce l’ha data”. Il punto è che la vertenza riguarda l’attività di esternalizzazione e “indirettamente questioni “core” legate alla sicurezza sulla rete di distribuzione. I sindacati chiedono di ragionare su una modalità diversa legata più all’occupazione e al mantenimento di attività all’interno di Enel distribuzione. Il subappalto non è un problema solo per quanto riguarda Enel: è generalizzato dalla legge che lo prevede a cascata. La questione generale di norme sulla sicurezza e il tema del lavoro deve diventare centrale”.
In realtà da tempo è in atto un braccio di ferro sulla sicurezza per quanto riguarda anche la produzione di energia, come rivela Amedeo Testa, segretario nazionale di Flaei-Cisl. “Abbiamo chiesto più volte – dice Testa –, che venisse attivato un tavolo di confronto per discuterne. Ma Enel ci ha sempre risposto che non è necessario. Ed è vero che i livelli di sicurezza sono sempre stati elevati, ma è anche vero che le operazioni di razionalizzazione e contenimento dei costi fatte negli ultimi anni li hanno intaccati”. È da tempo che le organizzazioni sindacali in Enel denunciano l’eccessivo ricorso alle esternalizzazioni e alla lunga, conseguente catena di subappalti, soffermandosi sui problemi di sicurezza che ne derivano, ma l’azienda non ha mai voluto aprire un dialogo. Questione che è stata, tra le altre, al centro dello sciopero organizzato dalle sigle di Cgil, Cisl e Uil in tutto il gruppo proprio poche settimane fa, l’8 marzo. “Noi contestiamo questa diluizione che apre un meccanismo di scatole cinesi – dice Vittorio Caleffi, segretario generale UilTec Emilia Romagna –. In genere Enel appalta a una prima azienda grossa, rinomata e affidabile, ma poi facciamo fatica a monitorare tutti i subappalti, per questo abbiamo chiesto di reinternalizzare il maggior numero di funzioni”. Ancora Testa conferma il problema delle esternalizzazioni e dei subappalti, pur precisando che “per le manutenzioni, come quella per cui si è verificato l’incidente, è normale che a svolgere quei lavori siano le imprese che hanno prodotto e consegnato quei macchinari”.
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