GENOVA PER LORO

Corruzione in Liguria: Spinelli voleva “schermare” i soldi a Toti con fondi esteri e cene

LE INDAGINI – Le serate a Villa Zerbino: “Ogni sedia costa 450? Porto 8 manager, pago io”. Il socio inglese lo avvertì: “Così sembra corruzione”

19 MAGGIO 2024

C’è stato un momento in questa storia in cui, secondo gli inquirenti, la famiglia Spinelli avrebbe sondato delle strade per “schermare” i finanziamenti erogati a Giovanni Toti, che nell’ipotesi accusatoria erano legati ai favori sul rinnovo delle concessioni portuali e alla privatizzazione della spiaggia di Punta dell’Olmo: in un caso avrebbero chiesto al fondo inglese Icon, con cui erano in società, di finanziare il Comitato Giovanni Toti al posto loro, e non attirare l’attenzione sulla pratica del terminal Rinfuse; nell’altro, a un collaboratore di pagare le partecipazioni a una cena elettorale di Toti, per non lasciare traccia della società Punta dell’Olmo. Nessuno dei due tentativi sarebbe andato a buon fine, nel secondo caso per le regole anglosassoni in tema di anticorruzione, ben più ferree di quelle italiane.

I due episodi, contestati nel corso degli interrogatori, accendono un faro sui tanti modi con cui Aldo Spinelli negli anni ha sostenuto la politica. Spinelli avrebbe aiutato la maggioranza di Toti in vari modi, non solo attraverso donazioni. Ci sono ad esempio le cene elettorali, rito che negli ultimi anni ha contraddistinto lo sfarzo totiano: in teoria la quota partecipativa era di 450 euro a persona, sotto la soglia di 500 euro che impone la registrazione del donatore; dalle indagini emerge che Spinelli, e non solo lui, aveva l’abitudine di comprare “pacchetti”, come quando salda il conto per suoi dirigenti. Ci sono poi contributi meno espliciti, come ha raccontato lo stesso Spinelli ai pm: “Le cose elettorali le ho sempre date a lui (Toti), abbiamo fatto il Festival della Scienza, abbiamo fatto il Festival dei Fiori, abbiamo dato alle chiese contributi, ho fatto il Palazzo di San Lorenzo… la chiesa di San Lorenzo”.

L’uomo forte del porto negli anni ha finanziato un arco politico molto ampio. Grande sostenitore dell’ex ministro Dc Gianni Prandini (“andavamo alle Mauritius insieme”), all’inizio degli anni Duemila ha finanziato in almeno due occasioni prima i Ds (25 milioni di lire nel 2001) e poi nel 2010 il Pd di rito burlandiano (25 mila euro), senza dimenticare l’affiliazione all’associazione culturale Maestrale di Claudio Burlando; nel 2010 l’associazione Burlando presidente versa al Pd 150 mila euro, di cui, in base alle norme vigenti, non è pubblica la provenienza. Alle Regionali del 2014, racconta lo stesso Spinelli, “ho sostenuto la Paita”, ex pupilla di Burlando, oltreché moglie dell’ex presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo, oggi deputata di Italia Viva. “Ho dato soldi anche a Bonino e Pannella, anche se non li conoscevo”, ha detto ai pm. Donazione di cui si trova traccia all’inizio degli anni 90. La manovra (fallita) per coinvolgere Icon, emerge da alcune telefonate fra una rappresentante del fondo, Ivana Semeraro (non indagata) e Roberto Spinelli. Il fondo trarrebbe (e trarrà) beneficio dalle decisioni portuali trattate nei summit tra Aldo Spinelli e Toti. “Ho problemi ad approvare quel pagamento di… la donazione al comitato di Toti (…) È un problema reputazionale, perché i partiti politici fanno parte delle istituzioni e quindi questi pagamenti possono essere sempre un po’… visti come corruzione…”, dice Semeraro.

La conversazione è del 20 settembre 2021 ed è, si legge negli atti, “da considerarsi di assoluta rilevanza investigativa, poiché palesa l’effettiva volontà degli Spinelli di veicolare somme di denaro in favore del Comitato Giovanni Toti, proprio in corrispondenza degli accordi intercorsi con Toti il 1º settembre 2021 e da quest’ultimo sollecitati il 17 settembre, attraverso la richiesta di ‘una mano’ rivolta dallo stesso ad Aldo Spinelli”.

La vicenda è stata contestata a Roberto Spinelli nel corso dell’interrogatorio: “Ho fatto Legge e ho studiato negli Usa – ha dichiarato lui – non posso chiedere a un fondo di schermarmi, sarei come mio padre, uno scemo totale. Non faccio una roba del genere perché so già quello che mi rispondono quelli di Londra. Ho chiesto alla Ivana che mi autorizzasse, sperando che non mi autorizzasse”.

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