*Un paradiso abitato da diavoli* di Vincenzo D’Anna*

Il titolo di questo fondo è tratto da una raccolta di Benedetto Croce su Napoli tornato prepotentemente d’attualità nei giorni corsi. Proviamo a spiegarci. Partenope, nella parte a Nord che affaccia verso la costa flegrea, è letteralmente seduta sui bordi di un vulcano che manifesta ancora una forte attività geotermica. Espressione di questa attività è il parco degli Astroni la cui conformazione richiama quella di un vero e proprio cratere, una caldera residua di una mastodontica eruzione risalente a tempi remotissimi. Nel centro del Golfo si rileva l’attività di un altro vulcano sottomarino. Del Vesuvio sappiamo già tutto: è il simbolo stesso di Napoli e più volte, nel corso dei secoli, ha seminato lutti e disastri nel territorio che lo circonda. Poco più innanzi svetta un altro piccolo vulcano: la Solfatara di Pozzuoli con le sue perenni acque bollenti, le fumarole dall’acre odore di zolfo, meta continua di turisti. Il fenomeno del bradisismo (movimento lento di sollevamento del suolo), che viene rilevato dagli apparecchi geo fisici apposti dagli scienziati (ma anche dal livello dell’acqua che si alza nel vecchio mercato romano detto Serapeo), si collega proprio all’attività di quella che un tempo era considerata addirittura la porta dell’Ade, ossia gli inferi degli antichi romani. Insomma un complesso e pericolo reticolo vulcanico che percorre tutto l’area intorno a Napoli. Pozzuoli è stata una delle prime e più importanti colonie greche di questa terra. Fu fondata intorno al 530 a.C. da coloni provenienti dall’isola di Samo. Chiamata originariamente Dicerarchia (governo dei giusti) è tuttora una zona ad alta concentrazione abitativa. Uscita dissestata dal terremoto del 1980 e, ancor più, dalla crisi bradisismica del 1983-85, l’abitato cittadino è stato poi recuperato urbanisticamente e ancora oggi è molto popoloso con il suo porto che la collega alle vicine isole di Procida, Vivara ed Ischia ed un florido mercato del pesce. Insomma: stiamo parlando di una cittadina viva e vegeta, ma che deve fare i conti con il perenne pericolo di una “terra ballerina” che ne mina perennemente le fondamenta ed un popolo che, da secoli, si trova costretto a convivere con queste piaghe, con l’alea di vedersi distrutto dalle bizze di madre natura. Ora, dopo un lungo periodo di quiescenza, sia il bradisismo, sia le scosse telluriche hanno ripreso veemenza spaventando non poco i puteolani e gli abitanti dell’hinterland napoletano. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone anche se quelli esposti a maggior rischio sono circa 80mila e risiedono tutti nell’area puteolana . Tuttavia, cosa accade tra una scossa e l’altra? Semplice: tutto ritorna alla…normalità!! Tutto viene affidato all’abitudine ed allo scetticismo di una comunità che alla fine sceglie di affidarsi alla buona sorte, ai corsi ed ai ricorsi di certi fenomeni naturali che ormai vengono concepiti come meri eventi ai quali adattarsi e con i quali semmai rassegnarsi a convivere. Resta però il dovere dello Stato e quello degli enti locali di prevedere con adeguati piani di emergenza in caso di pericolo: vie di fuga, punti di raccolta, trasferimento e rialloggiamento della popolazione in altri luoghi. Piani che la Protezione Civile, con le altre realtà territoriali coinvolte, ha elaborato non senza difficoltà, a causa delle strade strette e congestionate, delle difficoltà orografiche proprie di quei luoghi. Ancora: da non trascurare sarebbe pure il pericolo tsunami qualora l’attività vulcanica dovesse scatenarsi sotto il livello del mare e quindi interdire la via di fuga del mar Tirreno. Insomma: proprio una gran brutta gatta da pelare!! Però incombe la stagione estiva! Il caldo e l’afa la fanno da padrona e il solleone consiglia di frequentare le spiagge e le fresche acque, di sfruttare il flusso cospicuo dei turisti che pure visitano i luoghi d’arte della Campania Felix e fanno la fila per salire a bordo dei traghetti che collegano la terraferma con le amene e vicine isole del Golfo. Insomma: “primum vivere deinde philosophari”, prima dedicarsi alle normali attività della vita poi pensare al pericolo. E’ proprio sulla base di questo scontato pragmatismo, di questo atavico fatalismo e delle normali ragioni della quotidianità che al punto di raduno predisposto dalla Protezione Civile per una prova conoscitiva del piano di emergenza e di evacuazione, si sono presentate solo in nove persone!! Sì, solo nove persone, avete letto bene!! Eppure durante le scosse di queste ultime settimane, che hanno raggiunto l’intensità di circa 4 gradi della scala Richter, migliaia di cittadini erano scesi preoccupati in strada protestando e tirando in ballo le preposte autorità per invocare misure urgenti ed adeguate. Nel momento della paura buona parte della comunità puteolana era insorta alzando la voce e non erano mancate polemiche ed invettive nei confronti delle istituzioni. Ebbene, alla prova dei fatti ciascuno ha fatto per sé: ha deciso nell’ottica angusta dei propri bisogni, veri o presunti, dilazionabili oppure impellenti che questi fossero. Ritorna dunque alla mente la massima che amministrare gli italiani non sia impossibile ma inutile. Ed è così che tutto diventa cinicamente una “cosa da niente”. I leghisti ed più razzisti del Nord Italia, un tempo, scrivevano sui muri: “Vesuvio, lavali col fuoco”. E’ forse questo, lo diciamo a mo’ di provocazione, l’estremo destino per un popolo poco civile che continua a vivere in un paradiso abitato da diavoli?!?

*già parlamentare