*L’ultima stella cadente* di Vincenzo D’Anna*

Nella notte di San Lorenzo, che cade il 10 agosto, accade un fenomeno particolare: una pioggia di  detriti e corpuscoli celesti si accende a contatto con l’atmosfera terreste, dando vita al cosiddetto fenomeno delle “stelle cadenti”. Il cielo terso e la particolare visibilità aiutano le persone a riconoscere quel fenomeno fisico, dando così sfogo all’immaginazione, con  buona pace dell’interpretazione romantica che comunemente attribuisce al fenomeno l’occasione di poter esprimere un desiderio per ogni stella cadente che capiti di poter osservare. Non è certo un male far prevalere la fantasia anche innanzi a fenomeni che di fantastico hanno solo l’effetto scenico. Che poi, parliamoci chiaro: di stelle cadenti, ossia di momentaneo fulgore, è piena anche la politica ove spesso un ottimo risultato elettorale finisce per attribuire a qualche personaggio un’eccessiva notorietà se non l’aura dell’uomo della provvidenza, il demiurgo che gli italiani da sempre attendono, come gli Ebrei attendono il Messia. Tuttavia spesso si tratta di bagliori che non durano per la scarsa qualità di coloro che godono di quell’effimero successo. Un caso di scuola può essere portato ad esempio con la parabola del Movimento 5 Stelle, la “creatura” protestataria inventata da Beppe Grillo e dal suo sodale Gianroberto Casalegno. Due furbastri che seppero trarre grande profitto, anche economico, attraverso l’uso della piattaforma informatica Rousseau e gli accessi onerosi alla medesima da parte dei militanti. Fu varato un partito pseudo rivoluzionario basato sul qualunquismo e sull’indeterminatezza dei valori di riferimento, cui conseguì la sua mancata collocazione nello schieramento dei partiti politici tradizionali. Insomma un vaga ed indistinta posizione che si traduceva nella critica a buon mercato e dai toni esasperati contro tutti gli altri esponenti di destra, di centro o di sinistra che fossero. Una radicale opposizione al sistema istituzionale che doveva essere “aperto come una scatola di tonno” ed immesso nella pattumiera della storia politica e governativa del Belpaese. Tutti coloro che avevano amministrato in precedenza furono tacciati, vilipesi ed etichettati come una masnada di mascalzoni, di corrotti e di profittatori che approfittavano del buon popolo italiano vittima predestinata di questa malvagia genia. L’idea di fondo dei novelli “sanculotti “ era l’avvento di una nuova era, ove l’onestà ed il servizio al popolo rappresentavano l’asse portante, oltre al diritto di poter  processare pubblicamente chiunque avesse servito nei palazzi del potere legandolo ad un’immaginaria colonna infame. Giustizialisti e manettari, i 5 Stelle tentarono anche di teorizzare, come necessarie, l’eliminazione delle garanzie costituzionali per gli imputati, cancellando in tal modo i capisaldi del diritto. Cosa chiedevano? Semplice: condanne esecutive già in primo grado; eliminazione dalle liste elettorali per tutti coloro i quali si fossero ritrovati depositari anche solo di un semplice avviso di garanzia; cancellazione della prescrizione. Erano, questi i segnali che i pentastellati lanciavano a piene mani. Messaggi abilmente inseriti attraverso la rete social, che allora stava sorgendo  e della cui pervasività e potere di condizionamento dell’opinione pubblica, pochi si erano accorti. Ogni regime giacobino, con rispetto parlando di quelli veri, nati negli atelier intellettuali degli enciclopedisti francesi, ha un suo portato fatto di parole d’ordine e di comandamenti, che la massa deve osservare. Fu così che vennero fuori una serie di principii indefettibili che andarono via via smarriti e dimenticati una volta che grillini assursero al potere. In buona sostanza più che le regole  etiche a fare proseliti ci pensò l’idea di “qbolire la povertà” tramite l’elargizione di redditi senza lavoro a chiunque lo richiedesse. La più grande azione clientelare mai vista nella storia della Repubblica, che ebbe un cospicuo  ritorno di consensi elettorali portando i grillini al governo in pompa magna. Eppure, una volta giunti nella sala dei bottoni, quella che custodisce anche la cassaforte, ecco che i sanculotti divennero agiati borghesi e si liberarono man mano di regole e precetti, accettando quello che il tanto deprecato sistema offriva loro. Come stelle cadenti si dissolsero, nell’ordine: il limite di un solo mandato parlamentare; le assemblee  decisionali; l’uno che vale uno; la morigeratezza e la moralità dei costumi. Ne restava in piedi uno solo, residuale ma decisivo: la mancata collocazione nel panorama politico nazionale, segno di indipendenza e di diversità. Anche quella è caduta, con l’adesione (al parlamento europeo) degli eletti M5S a Left il gruppo della sinistra antagonista, quella di Salis, Fratoianni e dei barricadieri europei per intenderci. Ora, che l’ossatura dei 5 Stelle fosse costituita da gente di sinistra, quella degli anti-sistema, degli odiatori sociali e dei nulla facenti, lo si sapeva già. Ma con la caduta dell’ultima stella anche il dubbio diventa realtà. Chissà come starà Conte con il colbacco in testa!!

*già parlamentare