*Il Venezuela e quel Fascismo rosso…* di Vincenzo D’Anna*

Rafael Maduro, presidente uscente del Venezuela, ha annunciato di aver vinto le elezioni con il 51,2 % dei voti a fronte di una percentuale piuttosto bassa di elettori (il 59% degli aventi diritto). Chiusi gli aeroporti e le frontiere non si è potuto recare alle urne nessuno dei sette milioni di Venezuelani sparsi nel mondo; molti tra questi costretti a riparare all’estero, negli ultimi anni, per sottrarsi alla miseria ed alla dittatura dell’erede di Hugo Chavez, ossia di colui il quale, nel 1992, assunse il potere nel paese sudamericano instaurando una dittatura filo marxista. Le operazioni di voto, secondo fonti governative, sono state vigilate da novemila “osservatori” nominati da Maduro, chiamati a garantirne la legittimità. Numerose, tuttavia, sono state le denunce di brogli e pressioni che gli elettori avrebbero subìto sia da parte dei militari che in armi presidiavano i seggi, sia dagli stessi “osservatori” che molto spesso li avrebbero benevolmente aiutati accompagnandoli…ai seggi!! E chiusi soni stati anche tutti i social net work per impedire che notizie e commenti potessero diffondersi dentro e fuori la nazione!! Per quanto minimo sia stato lo scarto che ha assegnato la vittoria al satrapo venezuelano (in realtà resterebbero ancora da conteggiare i voti in alcune migliaia di seggi), i toni da lui usati sono stati trionfalistici. perentori e definitivi. Eppure dichiarazioni preoccupate sulla correttezza del voto sono arrivate dai governi di Uruguay, Argentina, Costarica, Ecuador, Paraguay, Perù e Panama. Se ce ne fosse stato ancora bisogno c’è da rilevare l’insipienza e l’impotenza delle Nazioni Unite e dei suoi organismi di controllo che non sono stati attivati per le elezioni venezuelane con la presenza, ad esempio, di osservatori internazionali, lasciando in tal modo, al governo di Maduro, di fare il proprio comodo. Insomma nell’indifferenza generale si rinnova il potere di un tiranno che ha portato il Paese alla più nera miseria ed alla diffusa corruzione. Questa ultima generalizzata, particolarmente sentita dalla popolazione e variamente imposta con i più ingegnosi metodi. Tra questi il blocco all’aeroporto per numerosi cittadini ai quali è stata imposta la tagliola di un “regalo spontaneo” da parte dagli addetti, per agevolare i medesimi da presunte “complicazione” sopraggiunte sui controlli di bagagli e passaporti!! Lunghissime le file ai distributori di benzina per poter fare il pieno ed anche in questo caso, prima di fermare la macchina, gli automobilisti sono stati costretti a superare vari blocchi di polizia e gli scrupolosi controlli da questi messi in atto. Sembra, addirittura, che molti tra i dipendenti statali, non ricevendo regolarmente lo stipendio dal governo, si siano trovati costretti a piegarsi, per stato di necessità, alla sistematica pratica della “mazzetta” per poter sbarcare il lunario. Maduro controlla politicamente tutto l’apparato pubblico al quale è stato forzosamente ceduto ogni ambito di attività economica, in nome del popolo e dell’eguaglianza che si traduce nella…eguaglianza della miseria e degli stenti!! Insomma nello Stato in cui nacque e governò il generale Simón Bolívar detto “il Libertador”, l’uomo che diede la libertà anche alle nazioni vicine, il popolo continua e continuerà a soffrire dei mali tipici dei regimi illiberali e del comunitarismo applicato all’economia. Per dirla con altre parole: si perpetra il rinnovo, para-democratico, se non truffaldino, di un regime dispotico ed autoritario. Sì, perché di democratico, in Venezuela, c’è ben poco!! L’esempio che viene dalla politica estera non trova, infatti, riscontri in altri ambiti dell’azione di governo. Non a caso, nel secolo scorso, il tratto distintivo e costante dei premier di stampo democristiano fu quello di mantenere intatta e salda , nel tempo, la scelta di collocarsi nell’area delle libertà occidentali. Fu quello in Italia il vero discrimine tra forze liberali e social comuniste. Una lezione ancora valida e determinante. Nulla a che vedere con le scelte di certe forze stataliste e socialiste, oggi all’opposizione, le quali si strappano le vesti dimostrare che sia l’Occidente il guerrafondaio. Accreditano una presunta espansione “minacciosa” della Nato ad Est, ossia verso le satrapie russa, cinese, nord coreana, iraniana, yemenita, afgana e siriana, facendo l’occhiolino a gruppi terroristici come Hamas, Hezbollah, Talebani e Jihād Islamica, che pure rappresentano la longa manus militare delle politiche anti-occidentali. Il fronte che da Eddy Schlein a Fratoianni e Conte è’ intento a “vigilare” sulla nostra democrazia e contrasta le presunte voglie egemoniche dei paesi occidentali e della NATO. Costoro, però, non trovano il tempo per deprecare le tirannie di altra matrice ideologica. Si tratta di ignoranza, approssimazione politica, strabismo, furbizia tattica e politica? Oppure siamo alla presenza di un semplice ed inconfessato compiacimento che in Venezuela, sotto sotto, possa risorgere, dalle proprie ceneri, quel tanto amato marxismo che sia pure nominalmente costoro dichiarano di aver abbandonato? Forse si tratta di una valutazione pregiudiziale scaturente dal vecchio portato culturale dell’ anti americanismo che copre l’idiosincrasia verso il capitalismo degli orfani di Marx ? Quella venezuelana, invece, va considerata come classica cartina di tornasole, quella che segnala il reale approdo dei post comunisti verso definitivi ed irreversibili approdi liberali. Se tollerano Maduro e giustificano Putin il dubbio resta. Eppure, per questi soggetti, dalle nostre parti sembra sia solo il fascismo a non tramontare mai. Per l’interesse di lorsignori a screditare il centrodestra, quello che vale per la tirannia nera non vale per le tirannie rosse. Eppure è Maduro a somigliare molto al Duce, più che la Meloni a cui si continua a chiedere pronunciamenti su regimi che da circa un secolo restano solo sui libri di storia. Altroché!!

*già parlamentare