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Le mistificazioni della guerre (di Stelio W. Venceslai)
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Le mistificazioni della guerre (di Stelio W. Venceslai)
Continuo a non capire certe dichiarazioni, ripetute fino alla noia, sui conflitti in corso. Non è questione di destra o di sinistra, di pacifisti o di guerrafondai. Gli è che usare e abusare di luoghi comuni è l’unico terreno comune in cui prosperano ignoranza, viltà e malafede. Ciò genera una confusione che non aiuta a capire.
Forse non ricordo bene un lontano episodio che mi fu raccontato a proposito di un sacerdote francese, fisicamente molto aitante, che poi divenne cardinale. Per non so quale ragione fu preso a schiaffi da un tale. Il sacerdote, memore degli insegnamenti del suo divino Maestro, non reagì e mostrò l’altra guancia. Quello insistette e lo schiaffeggiò di nuovo, irridendolo. A quel punto il sacerdote lo prese per la collottola e lo buttò nella Senna. Cristiano sì, ma non stupido.
Racconto questo apologo perché in esso ci sono tutti gli elementi per un’analisi del fenomeno: la provocazione, l’offesa, la pazienza, la ritorsione.
Prendiamo il caso russo. Che Putin abbia deliberatamente invaso l’Ucraina è un fatto. Che la politica ucraina precedente all’invasione sia stata una provocazione nei confronti della Russia, stupidamente vessando le popolazioni ucraine russo parlanti ai confini orientali del Paese, è altrettanto vero. Ma questo non giustifica la pretesa russa di fare l’angelo salvatore dei russofoni in tutto il mondo. Una pretesa eccessiva.
Il diritto degli Ucraini a difendersi è incontestabile. Altrettanto incontestabile è l’aiuto occidentale all’Ucraina. Ma lo è anche quello nordcoreano, cinese e iraniano alla Russia. Non è che l’aiuto occidentale è buono e quello orientale è cattivo. Queste sono categorie morali che non hanno nulla a che vedere con la guerra in corso.
La guerra è guerra. Storicamente si è fatta con le mani, con i bastoni, con le picche e le spade, con le bombe, i droni e i missili. La guerra ha come obiettivo la devastazione del nemico. Le sopraffazioni, le morti, le ferite, le sofferenze della gente, l’uccisione dei bambini, gli stupri e le violenze sono i demoni che accompagnano tutte le guerre. Non ci sono guerre pulite.
Non ci sono nemmeno guerre giuste o guerre ingiuste. Questa è una polemica vecchia da millenni che non ha mai portato a un giorno di pace. Si parla di guerra di conquista, di guerra di difesa, di guerra preventiva, di guerra di liberazione, ma sono tutti arzigogoli per dare una parvenza di legittimità alla guerra (che in verità non ne ha nessuna).
I bombardamenti sulle infrastrutture militari e civili, sugli edifici residenziali, sulle scuole e gli ospedali, seguono la stessa logica. Non sono legittimi, non sono umanitari, mirano a distruggere, a fiaccare la resistenza del nemico e a uccidere.
I bombardamenti a tappeto sulla Germania, durante la 2^ Guerra mondale, compresi quelli al fosforo, sull’indifesa città di Dresda, gremita di civili e di profughi, le stesse esplosioni nucleari a Hiroshima e Nagasaki, rispondevano alla medesima logica distruttiva. Non dobbiamo stupirci né dimenticare che fu Hitler, con la battaglia d’Inghilterra, al solito malamente aiutato da Mussolini, a cominciare la danza (v. Coventry, e prima di allora, in Spagna, a Guernica).
Dei bombardamenti massicci sull’Ucraina o sulla Striscia di Gaza possiamo dire tutto il male che vogliamo, ma perché in Germania e in Giappone (e anche in Italia), allora, andavano bene e in Ucraina e Gaza adesso no?
La stessa logica moralistica (pseudo pacifista) impera nella valutazione delle armi. Di difesa o di offesa? Premesso che si può uccidere una persona con una mano sola e che qualunque oggetto può andar bene, le armi sono concepite per uccidere. Ogni distinzione è priva di senso. Ancor più priva di senso è se l’arma viene dai contendenti oppure da chi li aiuta. Un drone esplosivo iraniano ha lo stesso effetto mortale di un missile italiano o nordcoreano. Le sottigliezze sull’origine dell’arma non servono a nulla. Comprate un coltello a Milano e uccidete qualcuno a Rangoon. Il coltello funziona lo stesso se cambi continente. Sempre assassinio è.
Se sono offeso, se sono invaso, è legittimo reagire. Restringere la reazione all’esercizio della ritorsione solo sul proprio territorio è un’altra delle tesi senza fondamento dell’attuale pacifismo.
Tu mi puoi bombardare e distruggere ed io non posso fare altrettanto? Questo principio è mera follia. Bisognerebbe ricordarlo ai nostri agnelli pacifisti (Bonelli, Fratoianni, Conte). Per Putin la guerra in Ucraina è una guerra santa contro il nazismo (?) ma portare la guerra in Russia è terrorismo. Punti di vista? No, sciocchezze generate dalla propaganda.
In Medioriente siamo sulla stessa linea assurda di pensiero.
Nessuno dubita che il capo di Hamas sia stato ucciso a Teheran da Israele, anche se Israele non lo ha mai ammesso. Nessuno dubita della legittimità di una ritorsione iraniana su Israele. La pressione internazionale è tale che forse l’Iran forse non reagirà se si raggiungerà un accordo a Gaza. Hamas, però, non vuole un accordo e neppure Netanyahu. Hanno ancora sete di sangue.
Tutti vediamo che Israele ha fallito sulla sua spedizione a Gaza: decine di migliaia di morti, soprattutto civili e bambini e Hamas continua a risorgere dalle sue rovine e dalle sue gallerie. I bombardamenti a Gaza, ormai, sono indiscriminati e continui. Non servono più a nulla. Solo ad uccidere, lo sport preferito dei “grandi”. A Gaza si uccide in massa: macelleria ebraica, neanche kosher.
C’è differenza con quello che fa la Russia in Ucraina? I Palestinesi (e gli Israeliani) morti sono diversi da quelli Ucraini (e russi)?
La pace è un miraggio, da sempre. La guerra, invece, è una spaventosa realtà. Credevamo di averla rimossa, almeno in Europa. Le guerre jugoslave ci hanno risvegliato da un lungo sonno, ma abbiamo creduto che fosse solo un rigurgito del passato. Non è così. Non basta scrivere sulla costituzione che l’Italia ripudia la guerra ed eliminare il servizio di leva. Non basta far finta che le Olimpiadi siano un momento di pace.
Noi siamo già in guerra, tant’è vero che Putin ordina alla sua flotta di puntare i missili nucleari sulle coste europee, ma facciamo finta di nulla perché “noi siamo per la pace” (quella dei prepotenti e degli assassini). Le illusioni sono dure a morire e il pacifismo alimenta queste illusioni. Certe tesi stravaganti, certe interpretazioni di comodo, sono solo i travisamenti di una realtà funesta, peggio ancora se è di comodo, che ci travalica tutti.
La guerra è tornata nel cuore dell’Europa, con tutte le sue nefandezze.