Il massone, i fascisti e i (tanti) soliti noti: candidati alla carica
Chi c’è in lista
Campania. La regione di De Luca è la terra del trasformismo: il governatore corre con 15 liste contro le 6 di Caldoro ma i candidati potrebbero correre a maglie invertite e nessuno se ne accorgerebbe.
C’è il massone “in sonno” che in Campania sostiene Vincenzo De Luca, il candidato ligure che per rispettare le quote rosa si è ritirato per far posto alla madre e il berlusconiano di La Spezia che nel 2017 non sopportava di essere servito da una cameriera di colore a Cortina d’Ampezzo. Ma soprattutto ci sono gli eterni ritorni dei dinosauri della politica: l’ex leghista Flavio Tosi in Veneto con Forza Italia, l’ex sindaco di Molfetta e senatore azzurro Antonio Azzollini in Puglia e in Liguria il grande vecchio del Partito Socialista Tonino Bettanini, già portavoce di Claudio Martelli e della presidente del Senato Casellati. Le liste delle elezioni regionali assomigliano spesso a una via di mezzo tra l’ufficio di collocamento per politici trombati e l’occasione dei cacicchi locali per portare voti al capo. Nel giorno delle presentazioni ufficiali, ecco il bestiario dei candidati migliori (o peggiori).
Liguria.Oltre a Bettanini a La Spezia, le elezioni liguri segnano il grande ritorno del sindaco di Imperia Claudio Scajola che ha deciso di far correre il figlio Marco con la lista civica “Cambiamo!” in sostegno di Toti. Tra le file del governatore uscente va segnalato Fabio Cenerini, capogruppo di Fi a La Spezia, che nel 2017 si risentì – con tanto di recensione negativa su Tripadvisor – con un ristorante di Cortina perché servito da una cameriera nera vestita da tirolese. Forza Italia a Ventimiglia candida anche Ada Cassini Bistolfi che non lo avrebbe mai fatto se non fosse stato per suo figlio Filippo Maria, che si è ritirato per rispettare la regola delle “quote rosa”. Chi meglio della ignara madre poteva prendere il suo posto?
Campania. La regione di De Luca è la terra del trasformismo: il governatore corre con 15 liste contro le 6 di Caldoro ma i candidati potrebbero correre a maglie invertite e nessuno se ne accorgerebbe. Qui “Più Europa” ha deciso di far correre Enzo Peluso, esponente del “Grande Oriente d’Italia” che ha appeso il grembiulino al chiodo, mentre i renziani di Italia Viva candidano Ernesto Sica, già autore di un dossieraggio per screditare Caldoro accusandolo di incontri omosessuali in alberghi napoletani. Con Fratelli d’Italia si candida Marco Nonno, condannato a otto anni in primo grado per devastazione durante l’emergenza rifiuti e nel centrodestra c’è anche qualche nostalgico del fascismo: Enzo Rivellini fu beccato nel 2017 a pregare a una messa in onore ai caduti di Salò.
Puglia. Tra i candidati di Raffaele Fitto c’è Antonio Azzollini, ex sindaco di Molfetta e condannato in primo grado a gennaio a 1 anno e 3 mesi per il crac della Casa della Divina Provvidenza. La stessa in cui l’ex senatore dettava legge con le suore: “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca” diceva intercettato.
Veneto. Sempre nelle liste azzurre, torna in campo l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, già condannato nel 2009 a due mesi per violazione della Legge Mancino e fresco fresco di un’indagine per peculato a Venezia. Lo hanno premiato.
Toscana La regione rossa si nota per i suoi cambi di casacca: tra gli altri Nicola Cecchi, volto grillino anti-Renzi nel 2018 che oggi corre con FdI. A far imbufalire la base di FI è stata la decisione di Berlusconi di candidare il capolista Marco Stella, quasi passato alla Lega. Per questo ieri il coordinatore Stefano Mugnai si è dimesso.
Marche. Chi è accusato di vicinanza all’estrema destra è Francesco Acquaroli, candidato di FdI nelle Marche, che il 28 ottobre ha partecipato a una cena ad Ascoli in ricordo della marcia su Roma con un menù con il fascio littorio. “Non lo avevo visto” dirà. Chissà se gli elettori gli crederanno.
Fonte: di Gia.sal ( Il fatto quotidiano )22 AGOSTO 2020