MORTI DI VIVIANA PARISI E DEL FIGLIOLETTO GIOELE. INTERVISTIAMO IL CRIMINOLOGO CARMELO LAVORINO SULLE CONCLUSIONI DELLA POLIZIA SCIENTIFICA CHE HA SENTENZIATO “IL BAMBINO STRANGOLATO DALLA MADRE CHE POI SI È UCCISA BUTTANDOSI DAL TRALICCIO”.

TERLIZZI

Professore, è uscita la seguente notizia: “Primi risultati degli accertamenti tecnici effettuati dalla Polizia scientifica e di quelli sui tessuti confermano la tesi dell’omicidio-suicidio. Viviana Parisi, dopo aver ucciso il piccolo Gioele, 4 anni, è salita sul traliccio dell’Enel e si è lanciata da un’altezza di 15 metri. Tuffandosi come da un trampolino. Gli esami sui tessuti della donna hanno confermato questa ipotesi accertando la «consistenza dei tessuti, che varia con l’impatto». Il corpo è stato trovato a 3 metri dal traliccio. Nella caduta la dj ha perso la scarpa che si era slacciata per effetto dell’impatto sul terreno, spiegano gli inquirenti. Sfuma l’ipotesi che Viviana sia scivolata dal traliccio. In quel caso il corpo si sarebbe dovuto trovare quasi ai piedi del pilone.” Che ne pensa?

LAVORINO

Dobbiamo essere molto cauti, innanzitutto nel ritenere che gli Inquirenti e i loro Consulenti siano il Verbo, la Verità assoluta. Personalmente ho partecipato a indagini, casi e processi dove abbiamo confutato e sconfessato le loro ipotesi.

Detto ciò, occorre comprendere se il bambino sia stato strozzato, quindi ucciso con le mani o il gomito che premevano sulla carotide e sulle vie aeree, oppure strangolato, quindi con un mezzo costrittore quale laccio, cintura o altro. E detto fra noi in caso di strangolamento l’arma del delitto dovrebbe essere stata repertata sulla scena del rinvenimento del cadavere della madre, col loro tessuto epiteliale, quindi col loro Dna. Ed ancora. Quali sono le cause della morte del bambino? Se è morto per asfissia devono esistere sia effetti che il medico legale dovrebbe individuare, sia tracce sul corpo (particolarmente il collo) e sui vestitini.

TERLIZZI

Della morte della madre per atto suicidiario cosa ne pensa?

LAVORINO

Gli esperti del PM ritengono che la madre si sia buttata dal traliccio e questo viene supportato con alcune argomentazioni ed evidenze scientifiche. Però Viviana per salire sul traliccio, causa uno stato alterato, compulsivo e di eccitazione, avrebbe dovuto lasciare sullo stesso TRACCE DEL PROPRIO DNA e del proprio passaggio, tracce che non esistono e/o non sono state individuate e repertate. Allora mi chiedo se tutto sia stato fatto e se questo tutto è stato fatto BENE. Dico: attendiamo le evidenze del sopralluogo e studiamo benissimo la scena del rinvenimento.

TERLIZZI

Lei cosa ritiene che sia accaduto?

LAVORINO

Dobbiamo aspettare tutti i dati oggettivi, i risultati del sopralluogo e degli accertamenti tecnici forensi e medico legali, il quadro completo delle indagini investigative, dei tempi, dei tabulati, degli avvistamenti, delle videocamere e dei tragitti dell’evento, oltre l’azione degli animali sulla zona e sui corpi. Solo dopo possiamo avanzare valide ipotesi da analizzare.

Esistono sicuramente diversi scenari che non escludono la morte della madre per precipitazione, che non deve essere necessariamente avvenuta dal traliccio, ma anche da altro punto, con interventi successivi di terzi (animali o uomini). Nemmeno si può escludere che Viviana sia stata aggredita. NULLA SI PUÒ ESCLUDERE.

SOLO UN’INDAGINE BEN FATTA, CON UMILTÀ E SENZA MONTARE IN CATTEDRA (COME SI FA SPESSO E VOLENTIERI) PUÒ RISOLVERE IL CASO. IL PROBLEMA È CHE GLI INQUIRENTI E IL LORO SISTEMA È ORMAI INDIRIZZATO VERSO L’OMICIDIO-SUICIDIO: SE È COSÌ NON LI SI SMUOVE NEMMENO A CANNOTATE DI LOGICA E DI SCIENZA!

TERLIZZI

Professore, lei si interessò anche del caso di Cogne. Ipotizzando che Viviana Parisi abbia ucciso il piccolo Gioele, quali sono le cause che spingono una madre a uccidere la propria creatura?

LAVORINO

Quasi sicuramente un grosso problema mentale e di personalità unito ad altri fattori. Ne elenco alcuni, ma la lista è complessa e dipende anche dal contesto, dalle situazioni oggettive-soggetive, ambientali, familiari e da altri elementi: la sindrome di Abramo col figlio visto come vittima da sacrificare; la sindrome di Munchausen per procura; un fortissimo disturbo antisociale di personalità (ex sociopatia o psicopatia) unito al desiderio estremo del figlicidio; un disturbo borderline di personalità dove la persona in questione è altamente instabile nelle relazioni interpersonali, nell’autostima e nell’umore, con notevole impulsività, al limite della psicosi; un disturbo paranoico di personalità che comporta uno stato pervasivo di diffidenza e sospettosità; un disturbo schizotipico di personalità con una modalità pervasiva di relazioni sociali ed interpersonali deficitarie, con un disagio acuto e una ridotta capacità nelle relazioni strette, con distorsioni cognitive e percettive, con idee o credenze strane, tipo eccessiva superstizione.

TERLIZZI

Per finire?

LAVORINO

Ripeto: auguriamoci che tutto vada fatto bene da ogni parte interessata: dagli Inquirenti, dalla Famiglia della vittima, dall’opinione pubblica, dagli ambientali-territoriali e dagli organi di informazione… altrimenti ci troveremo di fronte all’ennesima “caosata” (scusi per il neologismo che fonde “caos” e “cavolata-cazzata”) all’italiana.