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Parenti d’Italia ovunque, ma zero trasparenza

Nomine e conflitti d’interessi – Senza freni. In Ue il nipote di Crosetto, negli staff mogli e mariti, illustri figli d’arte eletti in Parlamento. E l’Agcm chiede dati all’esecutivo

Di Lorenzo Giarelli
22 Settembre 2024
Parenti dei ministri eletti in Europa, incarichi pubblici che passano da marito a moglie, riunioni di partito che, infine, somigliano a pranzi di Natale in famiglia. Il fatto che l’Antitrust richiami il governo a una maggiore trasparenza sui potenziali conflitti di interessi familiari non è cosa da poco, se il governo in questione è guidato da un partito, Fratelli d’Italia, che è un grande albero genealogico.

Non c’è solo il caso più noto, ovvero quello di Arianna Meloni, sorella di Giorgia e per anni compagna di vita del ministro Francesco Lollobrigida. Il groviglio di parentele e poltrone in FdI è un elenco corposo e non risparmia i più alti livello del partito e dello Stato.

A partire dal cerchio di fiducia della premier. La segretaria particolare di Meloni è Patrizia Scurti, il cui marito, Giuseppe Napoli, è capo-scorta della premier. La nipote di Scurti si chiama Camilla Trombetti: lavora con Giovan Battista Fazzolari. Altra vicenda celebre riguarda il presidente del Senato Ignazio La Russa. Suo fratello Romano è da anni uno dei volti noti di An e FdI in Lombardia, Regione della quale è assessore alla Sicurezza. Il genero di Romano La Russa è Marco Osnato, deputato da due legislature dopo una lunga militanza milanese. Il figlio di Ignazio è invece Geronimo La Russa, numero 1 della sezione milanese dell’Automobile Club Italia, ma pure nominato dal ministero della Cultura (gestione Gennaro Sangiuliano) nel Consiglio d’amministrazione del Piccolo Teatro di Milano.

L’area di competenza è la stessa di Mario Mantovani, appena eletto a Bruxelles. Già dominus della politica sanitaria lombarda, è uscito pulito da un lungo processo sugli appalti e si è preso la sua rivincita. Negli anni di lontananza dalla politica, nel partito ha fatto strada la figlia, Lucrezia Mantovani, eletta due volte alla Camera.

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Il caso degli eurodeputati di FdI merita un capitolo a parte. Detto di Mantovani, nella pattuglia degli eletti ci sono ben due parenti di ministri meloniani. Per entrambi basta il cognome: Giovanni Crosetto e Alessandro Ciriani. Il primo è nipote di Guido, titolare della Difesa. È arrivato a Bruxelles dopo essere stato consigliere comunale a Torino. Il secondo è fratello di Luca Ciriani, ministro per i Rapporti col Parlamento, e per volare in Ue ha lasciato dopo anni otto la carica di sindaco di Pordenone.

Poi c’è un’altra euro-onorevole, Antonella Sberna, vicina ad Arianna Meloni e divenuta vice-presidente del Parlamento dell’Unione, in grado di coniugare lavoro e famiglia: il marito è Daniele Sabatini, consigliere regionale FdI nel Lazio. Accanto a Sberna, sempre a Bruxelles, siede il catanese Ruggero Razza: negli ultimi due anni la moglie Elena Pagana è stata assessora regionale in Sicilia, prendendo idealmente il posto del marito (a sua volta ex assessore di Nello Musumeci).

L’effetto domino è esilarante se si pensa che Pagana ha di recente lasciato la poltrona alla meloniana Giusi Savarino, il cui marito, Giuseppe Catania, siede all’Assemblea regionale. Cose che capitano, una specie di linea ereditaria sui generis. D’altra parte in Sicilia era già successo che l’onorevole Giovanni Luca Cannata, dopo due mandati a sindaco di Avola, non potendosi ricandidare lanciasse la corsa della sorella Rossana Cannata, tutt’oggi sindaca.

Ma sono i piani alti del governo a dare altre soddisfazioni. Un anno fa è stato designato nuovo direttore dell’Istituto Superiore di Sanità il professor Rocco Bellantone, stimato chirurgo di cui presto si è scoperta una insolita parentela: è lontano cugino di Giovan Battista Fazzolari, sottosegretario a Palazzo Chigi. “Siamo parenti di quinto grado”, minimizzò il factotum di Giorgia Meloni. Confermando però il legame.

Poi ci sono altri tre casi di governo. Uno è Andrea Delmastro, uomo di partito al ministero della Giustizia. La sorella, Francesca Delmastro, è sindaca di Rosazza, il paesino in provincia di Biella divenuto noto per il cenone pulp di Capodanno dell’anno scorso, quando l’onorevole Emanuele Pozzolo ebbe la brillante idea di presentarsi con una pistola (e di usarla pure).

Ai Delmastro fanno concorrenza i Cirielli. Edmondo Cirielli è viceministro degli Esteri in grande ascesa, al punto che si parla con insistenza di una sua possibile promozione a ministro quando Meloni deciderà di ridistribuire le deleghe finora in capo a Raffaele Fitto. A Cirielli potrebbe toccare il Sud, così in famiglia si brinderebbe alla seconda importante novità in pochi mesi.

Nel giugno scorso infatti il Cdm, su proposta del ministro della Salute Orazio Schillaci, ha nominato Capo del dipartimento prevenzione e emergenze sanitarie la dottoressa Maria Rosaria Campitiello, dirigente dell’Asl di Salerno e al contempo compagna di Cirielli. Da qualche tempo, la dottoressa guidava la segreteria tecnica di Schillaci. Infine c’è il nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli, la cui sorella Alessandra lavora

Tutto materiale da cui un’altra ministra, Daniela Santanchè, deve prendere nota. Anche lei ha famiglia, dopotutto. Il fratello, Massimo Garnero, è al secondo mandato da consigliere comunale a Cuneo, ma aspetta miglior fortuna: si era parlato di lui come possibile candidato alle ultime elezioni regionali in Piemonte, ma i guai giudiziari della sorella-ministra hanno forse suggerito di non esporlo troppo. Sarà per la prossima. Anche perché in Piemonte il seggio è toccato a Daniela Cameroni, compagna di vita del senatore Gaetano Nastri.

Il viaggio nel corpaccione dei parlamentari è in effetti un’altra mappa del tesoro per chi cerca parentele di rilievo. Marco Scurria, eletto a Palazzo Madama, è cognato di Fabio Rampelli, il “Gabbiano” di lunga data ormai alla sesta legislatura alla Camera. L’onorevole napoletana Marta Schifone è figlia di Luciano, già europarlamentare oltreché consigliere regionale in Campania, il cui ultimo incarico è quello di consigliere per il Mezzogiorno del fu ministro Sangiuliano. E non c’è bisogno di lunghe presentazioni se si parla della senatrice e sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti, ma soprattutto del padre Pino, storia del Movimento sociale. Isabella Rauti è stata anche moglie di Gianni Alemanno, che da tempo però ha separato la propria strada politica da quella di Meloni.

Sempre in Senato c’è Paola Amborgio, il cui marito, Roberto Ravello, fu assessore in Piemonte ai tempi di Roberto Cota e ora è tornato consigliere regionale. Alla Camera ecco Andrea Tremaglia, al primo mandato. Il padre Marzio, scomparso giovane, è stato assessore in Lombardia. Suo nonno era invece Mirko Tremaglia, tra i più noti missini delle origini che riuscì a diventare ministro per gli Italiani nel mondo nel secondo governo Berlusconi. Eredità pesante, come quella che tocca al senatore Sergio Rastrelli, a sua volta figlio di una colonna Msi come Andrea Rastrelli, che fu pure presidente della Regione Campania. Tutto in famiglia, come tradizione.

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