Quando andavo alle scuole superiori c’era un mio compagno di banco che si chiamava Scarola. Ne soffriva molto. Spesso veniva bullizzato (termine usato oggi ) ma allora veniva deriso e sbeffeggiato. D’accordo con il padre fece ricorso in Tribunale e spostando la “esse” dal davanti ed aggiungendola dietro il suo cognome fu ritoccato in Carolis. Semplice?

Questo discusso Benedetto (sarà stato benedetto?) Zoccola, che ha cavalcato lidi legali e illegali, che ha frequentato onesti cittadini e camorristi,  continua a far parlare di sè  a vario titolo. Ma non avrebbe potuto fare come il mio compagno di banco? 

Evidentemente ci marcia e ci sguazza!!!

Forse il Questore vuole revocargli la scorta? Ed ecco allora che arriva un manifesto per la proroga. Inutile dire che qualora si volesse giungere alla identificazione degli ignoti autori sarebbe semplicissimo, con i mezzi moderni dell’informatizzazione, ma un poco per distrazione, un poco per lasciare le cose così come stanno, (fanno comodo a tutti) penso che nessuno farà niente…

e lui continuerà ad essere protetto dai “mulini a vento” (  a Mondragone, la camorra, quella vera,  è scomparsa, grazie al contrasto dei magistrati;  è rimasta quella politica) a spese di tutti i contribuenti, come l’eroe di carta Roberto Saviano e come tutti quelli che si inventano attentati per avere lo “status simbol”…

Io, invece, purtroppo, sono un giornalista senza premi e senza scorta… 

 

 

Un macabro manifesto funebre con il falso annuncio della sua morte rilancia l’allarme sulla sicurezza dell’ex vicesindaco ed esponente del Partito democratico di Mondragone Benedetto Zoccola, da anni sotto scorta per le ripetute minacce ricevute dalla criminalità organizzata. A rendere noto l’episodio è stata l’europarlamentare del Pd Pina Picierno, con un post sui social. «L’altra sera – scrive Picierno su Facebook, allegando al testo una copia dell’annuncio completo di data ed ora dei funerali – Benedetto Zoccola ha appreso che ad inizio giugno un manifesto funebre annunciante la sua morte è circolato sui social. È un atto inquietante contro un uomo che da anni combatte contro la criminalità organizzata e che vive sotto protezione. A lui la mia solidarietà e il mio abbraccio. Spero – conclude la vice presidente del parlamento europeo – che la politica tutta condanni l’accaduto e rifletta sul grado di infiltrazione della criminalità organizzata nel nostro territorio».

Solidarietà all’ex sindaco è immediatamente stata espressa da più parti, ad iniziare dal deputato Pd Stefano Graziano. «Queste intimidazioni non vanno sottovalutate perché da anni Zoccola vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla criminalità organizzata. Questa è una provocazione grave e ci ricorda che di fronte alle organizzazioni criminali lo Stato non può abbassare la guardia. È una minaccia che va contrastata con unanimità e fermezza da tutto il mondo politico, perché nel mirino di questi criminali non c’è solo Zoccola, ma anche le nostre istituzioni e comunità».

Il sindaco di Mondragone Francesco Lavanga: «Sono episodi gravi e di cattivo gusto, assolutamente da condannare. Soprattutto perché compiuti nei confronti di un uomo che ha messo in pericolo la propria vita per il bene comune ed ha avuto il coraggio di denunciare i propri estorsori. Questi fatti compromettono il percorso di ricostruzione e di riaffermazione di una cultura della legalità sul territorio, un’azione nella quale siamo fortemente impegnati come amministrazione comunale».

Appena appreso del manifesto, l’altra sera in maniera casuale mentre parlava con degli amici, Benedetto Zoccola si è recato dai carabinieri di Mondragone per presentare denuncia contro ignoti. Tanti gli interrogativi aperti da quanto accaduto. Soprattutto perché sembra un accanimento contro una persona che da tempo ha lasciato il territorio e, come ha confidato ad alcuni amici, «sta cercando di ricostruire la propria serenità personale e familiare». Zoccola era finito nel mirino della criminalità organizzata dopo aver denunciato un tentativo di estorsione per una lottizzazione che stava realizzando su un terreno di proprietà familiare. Ha fatto arrestare e condannare gli autori del gesto. Ha subito diverse ritorsioni, intimidazioni e minacce tra cui l’esplosione di colpi di pistola contro la sua abitazione e una bomba carta sul davanzale.

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FONTE: MONDRAGONE Pierluigi Benvenuti Il Mattino