Di Ettore Mautone

Quattordici trapianti di cuore al Monaldi, 33 di fegato al Cardarelli, 23 di rene al policlinico Federico II, altrettanti al Ruggi di Salerno e altre decine di procedure sui fronte dei trapianti di midollo osseo: sono i numeri della rete trapianti campana registrati dall’inizio del 2024 al 16 settembre. Un discreto risultato, in linea con quello conseguito nel 2024 e in netto miglioramento rispetto al 2023, anche sul fronte sensibile delle percentuali di opposizioni al prelievo di organi calate nel 2024 al 35% (rispetto al 42% dello scorso anno), avvicinandosi un po’ di più al dato medio nazionale del 27,2%.

La Campania, tra le regioni del Sud, è quella che ha registrato il maggiore incremento di procedure, insieme alla Sicilia, negli ultimi dieci anni. Un primato limitato soltanto dalla carenza di organi da trapiantare, che rimanda ad un’adeguatezza sul piano clinico chirurgico ma a nodi ancora irrisolti nel reperimento degli organi presso le unità di rianimazione dislocate nei grandi e piccoli ospedali della Regione.

L’ORGANIZZAZIONE

In Campania la macchina organizzativa dei trapianti funziona ma le donazioni restano insufficienti avverte Pierino Di Silverio, dirigente medico del Monaldi che ha raccolto il testimone di responsabile delle rete da Antonio Corcione -. Solo il 40% dei casi “utili” si concludono con l’espianto, contro la media del 60-70% in Europa. Dal punto di vista organizzativo il modello per la donazione e il trapianto di organi ci posiziona a un buon livello ma è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica». A dover migliorare è il complesso e delicato processo di registrazione della morte cerebrale, di valutazione degli organi da espiantare, di ottenimento dell’autorizzazione da parte dei familiari e dal tribunale, della verifica nella compatibilità istopatologica degli organi con i riceventi in lista di attesa, che deve fare i conti con carenze di personale.

«Del resto è noto aggiunge Giuseppe Galano, anestesista rianimatore, leader del sindacato Aaroi Emac della Campania e responsabile della centrale operativa del 118 che la ridotta crescita del numero dei trapianti in Italia è legata all’insufficiente disponibilità di organi donati e alla mancata registrazione sui documenti di identità della volontà espressa in vita dai cittadini».

IL RECORD

La vitalità della rete trapianti campana è testimoniata dai tre interventi di trasferimento del fegato in tre giorni effettuati quest’estate al Cardarelli in sequenza tra fine luglio e inizi di agosto dalla equipe di Giovanni Vennarecci, direttore dell’Unità di Chirurgia Epatobiliare e Trapianto di Fegato. Un record che segna anche per il 2024 un trend in crescita costante dal 2019, anno in cui Vennarecci è giunto al Cardarelli come vincitore di concorso dal San Camillo Forlanini di Roma. Sono 238 i trapianti di fegato eseguiti da Vennarecci a Napoli, a fronte di una lista sempre più lunga ma con pazienti che migrano in altre regioni.

Il nodo da sciogliere in Campania sono i donatori in numero non adeguato all’offerta clinica. Al momento sono più di 70 i pazienti in attesa di un fegato nuovo. A pesare in questo settore sono soprattutto i coordinamenti delle rianimazioni che funzionano bene nei grandi ospedali ma meno in quelli piccoli e periferici a corto di specialisti.

LA PROSPETTIVA

«In un’ottica di riorganizzazione del sistema trapianti in Campania aggiunge Di Silverio – bisogna partire dal rafforzare la rete del procurement di organi e tessuti attraverso la costituzione dei COP (Coordinamenti ospedalieri procurement) presso le Aziende sanitarie e ospedaliere. Poi attuare campagne per far esprimere il consenso alla donazione degli organi nei Comuni, al momento del rinnovo della Carta di identità o presso gli sportelli Amico trapianti. L’apertura di un centro trapianti polmone e la possibilità di un percorso trapianto di fegato per pazienti affetti da HIV sono le sfide imminenti da concretizzare con un rafforzamento della rete territoriale costituita dagli Sportelli Amico Trapianti. Con protocolli di intesa con l’Ordine dei Farmacisti e i Medici di Medicina Generale il cittadino campano avrà altre modalità per esprimersi oltre che agli Uffici anagrafe, le Asl, l’Aido».

«In Campania abbiamo costituito un coordinamento di 32 associazioni di volontariato denominato “Ancora insieme” dedite alla donazione di organi, sangue e midollo spiega la cordinatrice Mariarosaria Focaccio, responsabile del Servizio divulgazione donazione organi tessuti e cellule della Campania di cui è portavoce è il procuratore generale presidente Antonio Gialanella. In Italia siamo gli unici ad avere un coordinamento così nutrito. La Campania da 11 anni è impegnata in una grande campagna divulgativa e di sensibilizzazione e abbiamo incrementato dal 2015 sensibilmente le donazioni. Ancora molte sono le opposizioni e in Campania mille persone sono in attesa di ricevere un organo».

 

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