ARRESTI A GO-GO’: ALTRA LUCE SUL “SISTEMA SALERNO” !
Così è, a quanto pare. Vincenzo De Luca continua a prendere schiaffi a destra e a manca. Più che altro a manco perché (d)a destra la sola cosa che sembra mancare sono proprio due sonore sberle, come quelle che gli hanno rifilato i giudici. Altri due colpi su due fronti: Salerno e Caserta, ovvero laddove per lo Sceriffo finisce la Campania e che ora non può fare altro che deporre il lanciafiamme e incassare.
Cambia poco, oramai il “sistema” è ben messo a terra, anche se in quanto a collaudo lascia un tantino a desiderare. Sempre le stesse cose, però, ma nell’”ottica della continuità”: politica clientelare, favoritismi, imbrogli, inciuci e mazzette.
Sul fronte casertano è toccato al consigliere regionale di Mondragone (CE) Giovanni Zannini – iscritto al gruppo De Luca presidente -, reo di aver ricevuto in “dono” motorini per i figli in cambio di alcune sponsorizzazioni, indicate a mezzo “pizzino”, da impegnare all’ASL e di aver costretto alle dimissioni il dirigente Asl, ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere ed ex segretario provinciale del Pd di Caserta, Enzo Iodice, che non avrebbe accettato le due “indicazioni”. Una “risoluzione burocratica” con la Regione per due imprenditori del settore caseario casertano gli è valsa, invece, una indimenticabile gita su uno yacht di lusso. Staremo a vedere!
L’arresto “eccellente”, però, si registra ai danni del fedelissimo Franco Alfieri, Presidente della Provincia di Salerno e Sindaco del Comune di Capaccio-Paestum (SA). Noto ai più come il “Re delle fritture di pesce” con cui proprio il Governatore lo aveva battezzato – “Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come ca**o vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso” queste le testuali parole di Vincenzo. Era il 2016 e i voti (i Sì) erano relativi al referendum promosso da Matteo Renzi . Il buon Alfieri, dicevamo, s’è guadagnato la misura cautelare per una procedura truccata in merito all’”intervento di adeguamento, ampliamento e efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione comunale” e per quella “relativa ai lavori di adeguamento e riqualificazione energetica della pubblica illuminazione stradale del Comune, con corpi illuminanti a LED e sistemi automatici di regolazione, telecontrollo e tele gestione del flusso luminoso” da aggiudicare alla Dervit. Alfieri e De Rosa, quest’ultimo rappresentante legale della Dervit, tramite loro due “delegati” (tali Campanile e D’Auria) avrebbero concordato ben prima dell’indizione della gara d’appalto le strade da re-illuminare, i costi, i tempi e ogni altro dettaglio, certi che l’appalto sarebbe stato assegnato alla Dervit. Non mancano i “padrini” nell’affare (tale Carmine Greco) che per una regalia di 70mila euro – poi non corrisposta – e su mandato del Re delle fritture, avrebbe conferito l’incarico ad un professionista esterno affinché firmasse gli atti redatti dalla Dervit.
Insomma, tra mozzarelle, fritture e abbuffate varie, una bella insalata sui cui toccherà fare luce.
Silenzio – che è pericoloso quando si mangia – dal “Capo” di Palazzo Santa Lucia. Non proferisce, o meglio, preferisce esprimer parola. Nulla. Eppure sembra già sentirlo quel livore sciorinato con supponenza sinistra dagli spazi regionali okkupati ogni venerdì: “Abbiamo piena fiducia nella Magistratura (e chi meglio di loro?), siamo estranei a tutto, chiariremo ogni cosa” e poi le solite minacce di uno che non ha mai fatto ridere nemmeno quando ci riusciva, ma per la sua ridicolaggine, quella si. Un atteggiamento che si è radicato come un cancro nelle istituzioni campane e che è ormai difficile da estirpare. Persino da curare, immagine-specchio e fama della “sua” sanità “specialmente commissariata” e vergognosamente gestita.
Un bel da fare (o d’affare?) per gli ermellini chiamati a giudicare, a fare luce (e a salvare il salvabile).
Forse sarebbe davvero più conveniente il silenzio da parte di De Luca senior. Più decoroso. Forse, la prima prova di saggezza. Siamo fiduciosi e garantisti fino a prova contraria, ma non proprio fino a questo punto. Ormai li conosciamo. Si sono fatti conoscere. Confidiamo nel silenzio. Anche perché è tutto tristemente chiaro. Gli antichi insegnano: excusatio non petita, “inculatio” manifesta.
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