Famiglia

fa-mì-glia

Significato Nucleo sociale costituito da genitori e figli, e più in genere da vincoli di parentela; gruppo costituito da elementi che hanno caratteristiche analoghe e vincoli comuni; in particolare, in biologia, categoria tassonomica inferiore all’ordine che comprende più generi

Etimologia dal latino familia, da fàmulus ‘servo’ .

  • «Ah, ma certo, è una di famiglia ormai!»

La famiglia tradizionale è l’insieme degli schiavi del capofamiglia. Questa è la verità etimologica. Ma messa così è poco più di una provocazione, perché c’è molto da trovarci dentro e dietro.

Ci sono delle difficoltà comuni nel mettere a fuoco la condizione dello schiavo nella latinità, e anzi chiamiamolo più propriamente ‘servo’: ‘schiavo’ è un termine medievale, maturato cristianamente quando il bacino principale per acquistare esseri umani erano gli slavi dei  non convertiti.
A Roma i servi, gente non libera, erano davvero appartenenti al primo nucleo della famiglia. Ma non corriamo con la mente alla grande Roma di marmo che domina il Mediterraneo: teniamo presente che l’esperienza romana si è estesa su un lasso di tempo enorme — l’imperatore Giustiniano non era poi molto più vicino a Romolo verso il passato di quanto non lo sia a noi nel futuro. Qui ci interessa la Roma degli albori, in cui si mangia quasi solo farro e la ricchezza è la ricchezza cavata dal lavoro della terra. Tant’è che in questa fase il diritto romano matura una particolare , separando due categorie di oggetti, una che richiede formalità particolari per la compravendita e una che può essere scambiata liberamente: sono le res mancipi o res nec mancipi. Le res mancipi, che appunto richiedevano un particolare rito con valore giuridico per essere trasferite, erano le cose che rappresentavano la prima ricchezza, la ricchezza . Terre e case in Italia, servi, animali da soma e da lavoro, e diritti reali di servitù su fondi rustici: niente di più (secondo l’elenco di Gaio, celebre giurista del II secolo).

Che questi servi siano il metro fondamentale della gente della casa lo notiamo anche nel famoso titolo patriarcale di pater familias, figura maschile a cui erano assoggettate tutte le altre della casa — si  in via principale il suo rapporto di dominio su coniuge e prole, ma il campione è il servo, il famulus, che si fa figura di tutta la gente della casa — famiglia e casata — e della casa stessa. È una continuità che in veste simile abbiamo apprezzato anche fra  e magione.

Secondo la  non si contano i nomi che il popolo Inuit ha per la neve, e parallelamente potremmo dire che non si contano quelli che l’antica Roma aveva per gli schiavi. Dal servus o serva, più generico e di tono legale, al famulus, colto nella sua collocazione patriarcale legata alla villa o alla domus rispettivamente nella familia rustica e nella familia urbana, al verna, schiavo nato in casa da schiavi (da cui peraltro ‘vernacolo’ e ‘’), al mancipium, nel suo senso economico, all’, femmina e in una dimensione domestica. C’è anche il minister, che però non è sempre uno schiavo, può essere un sottoposto di condizione libera, e si potrebbero anche contare altre condizioni, più specifiche o ibride, dallo schiavo liberato, cioè il libertus, in avanti.

Ora, la condizione servile conosce un peggioramento in termini di  che è terrificante, all’aumentare della potenza di Roma sulla scena internazionale: la disponibilità di manodopera servile aumenta vertiginosamente, i prezzi crollano, la ricchezza si concentra nei latifondi — la dimensione famigliare originaria si perde. E i nomi però permangono. Il famulus viene ripreso secoli dopo in prestito dall’italiano nel  col significato di ‘domestico’, ma la famiglia persiste senza soluzione di continuità nella lingua di popolo, trovando una nuova vita nel cambio dell’economia e della società.

La Penisola si spopola tremendamente, il lavoro servile si fa meno ordinario, e le unità collettive minime della società si riagglomerano in famiglie più simili a quelle che intendiamo noi. Tornando un po’ a quello che secondo alcuni è il senso originario.

Già perché quell’antico famulus, da dove salta fuori?
Molte fonti affermano onestamente che l’etimo ulteriore è sconosciuto. Altre chiosano che anticamente era considerato di origine osca, quindi comunque italica, senz’altri confronti. Chi si sbilancia, invece, avanza una possibile derivazione da una radice indoeuropea che qui possiamo approssimare come demelo-, col significato di ‘fondamenta’ (la ritroviamo anche nel greco themeília, con lo stesso significato, e  in thémis ‘legge’) — a sua volta da una base col significato di ‘porre, basare’.

Ecco: sicuramente, pur sostando nell’incertezza, può essere interessante considerare questo. Il concetto di famiglia, nella  variabilità passata e presente con cui indica la gente di un focolare, schiavi o coniugi che siano, arrivando per estensione a un gruppo di elementi analoghi tenuti insieme da un qualche tipo di vincolo, si  a partire nientemeno dalla figura delle fondamenta della casa. Un suggerimento di pensiero molto poetico e sorprendentemente centrato