Il caso

Miracolo Italtel: comprata per 70 mln e rivenduta per 120 dopo soli 41 giorni

Girandole – La cessione da Nextalia a Digital Value si è fermata per gli arresti del 15 ottobre

Di Nicola Borzi e Carlo Di Foggia 
24 Ottobre 2024
Il gioco di rimbalzi dello scandalo Sogei – Digital Value potrebbe finire per travolgere anche l’operazione da 120 milioni che avrebbe dovuto portare Italtel, ex “angelo caduto” dell’informatica italiana, dalle mani di Nextalia Sgr a quelle della stessa Dv. I due arresti del 15 ottobre che hanno terremotato l’It nazionale, quello di Paolino Iorio, ormai ex consigliere del Polo strategico nazionale ed ex dg di Sogei, principale società dell’informatica pubblica, e di Massimo Rossi, principale azionista ed ex presidente e Ad di Digital Value, grande gruppo digitale quotato in Borsa, rischiano di mandare tutto all’aria. I passaggi di quell’operazione aiutano a comprendere come funziona il settore che ora è sotto la lente degli inquirenti.Dall’inizio del 2022, dopo lunghe traversie, Italtel faceva capo al gruppo Psc della famiglia Pesce, per il 53,66%, a Clessidra Sgr (28,62%) e Tim (17,72%). I soci ne avevano ricostituito il capitale nel quadro di un concordato in continuità indiretta approvato a fine 2021 dal Tribunale di Milano, dopo il tracollo di Psc schiacciato da oltre 400 milioni di debiti. Psc aveva a libro la quota di Italtel per 36 milioni: la valutazione del 100% dell’azienda sarebbe stata dunque di 67 milioni, più o meno pari alla ricapitalizzazione effettuata. Ancora nel 2023, nonostante il piano di rilancio gestito dal nuovo ad Benedetto Di Salvo, i conti di Italtel non brillavano: perdita di 16,6 milioni, capitale in pegno a UniCredit e Banca Ifis pur se il margine lordo era tornato positivo a 12 milioni.

Poi a novembre scorso la svolta: Nextalia fa un’offerta di circa 70 milioni al commissario del tribunale di Milano per rilevare il gruppo Psc, Italtel compresa. A febbraio i creditori approvano la cessione che si formalizza il 26 giugno. Nextalia è una società di gestione del risparmio creata a febbraio 2021 da Francesco Canzonieri che, dopo una lunga carriera nella finanza sino a diventare responsabile globale corporate & investment banking di Mediobanca, si è messo in proprio e ha raccolto grandi capitali, tra cui quelli di Intesa Sanpaolo, Unipol, Bonifiche Ferraresi, Confindustria, Fondazione Enpam. L’assist più grosso gli è arrivato però da Intesa. L’ad Carlo Messina stima Canzonieri perché è l’uomo che da consulente gli ha permesso l’acquisizione di Ubi. Alla costituzione di Nextalia, Intesa ne diventa azionista con il 14% ma ci mette più soldi di tutti: 15 milioni.

E veniamo a Italtel. Netxalia la rileva a fine giugno, poche settimane dopo Digital Value offre 120 milioni per l’intero pacchetto azionario di Italtel da Nextalia (71,38%) e Clessidra (28,62%). Nextalia accetta l’offerta il 5 agosto, 41 giorni dopo aver acquistato Italtel, ricavando un valore quasi doppio rispetto a quello pagato 41 giorni prima. Numeri impressionanti anche se, nelle valutazioni fatte da E&Y per Nextalia, Italtel potrebbe raddoppiare il margine lordo già nel 2025 superando la valutazione contabile fatta dai vecchi soci che la presero dal fallimento. Venerdì 18 settembre la cessione da Nextalia a Dv avrebbe dovuto essere firmata, ma martedì 15 i legali di Dv hanno bloccato tutto per l’arresto di Rossi. Ora Nextalia ha inviato a Dv una diffida legale ad adempiere al pagamento: se la società di Rossi non ottempererà si finirà in causa.

Un guazzabuglio nel quale Intesa Sanpaolo ha avuto molti ruoli: è azionista di Nextalia, la società venditrice, anche senza indicare direttamente un suo rappresentante nel cda. Intesa – con Mps, che è banca agente – aveva concesso a Digital Value una linea di credito da 90 milioni per comprare Italtel, ma secondo alcune fonti risulta ritiene che non ci siano più le condizioni per procedere all’erogazione. D’altronde il gruppo Intesa è il primo creditore bancario di Digital Value: a fine 2023, su 101 milioni di debito bancari di Dv, 47 erano verso Intesa e l’ex Ubi. Infine, gli analisti del gruppo bancario il 4 ottobre in un report sulle azioni Digital Value ne avevano incrementato il target price a 120 euro, dai precedenti 115 (già toccati tre anni fa), il doppio del valore di Borsa di quel momento, e confermato la raccomandazione a buy (compra). Ora, travolta dallo scandalo, l’azione è tracollata e vale solo 12 euro.

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