La centrale termoelettrica più efficiente d’Italia, una delle più avanzate al mondo, è stata inaugurata da Edison a Presenzano, in provincia di Caserta. Si tratta di una centrale a ciclo combinato di ultima generazione, un’eccellenza dell’innovazione tecnologica ed energetica italiana. E la Campania è, ancora una volta, al centro del processo di transizione energetica in atto nel Paese. La realizzazione dell’impianto (gemello rispetto a quello di Porto Marghera inaugurato l’anno scorso) ha richiesto un investimento di 450 milioni di euro e quasi quattro anni di lavori, con il coinvolgimento di oltre 1.200 addetti e 130 imprese fornitrici.

I NUMERI

«Di primato in primato confermiamo il nostro ruolo di pioniere in Italia di impianti tecnologicamente avanzati e di operatore responsabile che, con una visione di lungo termine, pianifica e investe per il futuro del Paese», afferma Marco Stangalino, vicepresidente esecutivo e direttore Power Asset Edison, nel presentare in conferenza stampa la nuova centrale, che ha una potenza installata di 770 megawatt ed è in grado di soddisfare il fabbisogno annuale equivalente di oltre 1 milione e mezzo di famiglie. L’impianto utilizza una turbina a gas naturale ad alta efficienza sviluppata da Ansaldo Energia, che permette di ottenere un’efficienza energetica pari a circa il 63%, una delle più alte in Europa e la più alta in Italia, assicurando una riduzione delle emissioni specifiche di anidride carbonica fino al 30% rispetto alla media dell’attuale parco termoelettrico italiano. Inoltre, la centrale ha prestazioni ambientali molto elevate, con emissioni di ossidi di azoto inferiori di oltre il 60% rispetto ad impianti analoghi. «Negli ultimi due anni abbiamo messo in esercizio 1.500 megawatt di nuova potenza programmabile, la più avanzata al mondo, la prima di questo tipo in Italia, e contemporaneamente abbiamo fortemente investito nelle energie rinnovabili, mettendo in esercizio nuovi 100 megawatt in Sicilia e 50 megawatt in Piemonte. Inoltre, ad oggi, abbiamo circa 260 megawatt di nuovi cantieri rinnovabili già aperti su tutto il territorio nazionale» afferma Stangalino, che poi aggiunge: «Grazie ai due nuovi impianti di Presenzano e Marghera, Edison garantisce al Paese una capacità produttiva altamente strategica per la stabilità del sistema nazionale, consentendo lo sviluppo delle stesse energie low carbon e concorrendo agli obiettivi italiani ed europei di decarbonizzazione».

I TARGET

In una nota, l’azienda sottolinea come, con la costruzione e messa in marcia di questo secondo impianto a ciclo combinato, Edison confermi il suo ruolo di «leadership nella transizione energetica e della sicurezza del sistema energetico nazionale, impegnato nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima». Un percorso che prevede fasi intermedie. Secondo Stangalino, infatti, questo tipo di centrali termoelettriche «saranno necessarie almeno per altri 10-15 anni» e accompagneranno il sistema nella transizione verso l’utilizzo dell’idrogeno e delle fonti rinnovabili, che vedrà da parte di Edison la realizzazione di nuovi impianti, in particolare fotovoltaici, nel Mezzogiorno. Ad esempio, in Campania, regione che rappresentano circa il 10% della potenza rinnovabile installata da Edison in Italia, si sta portando a termine la costruzione di nuova potenza fotovoltaica, pari a 28 megawatt, che entrerà in esercizio nel 2025.
Alla realizzazione della centrale di Presenzano sono legate, infine, alcune curiosità. La prima è che l’impianto è intitolato a Flavio Crescentini, manager di Edison scomparso prematuramente, che ha avuto un ruolo cruciale in azienda, come responsabile dell’avviamento e messa in marcia dei precedenti impianti a ciclo combinato sviluppati da a partire dal 1992. Inoltre, nella costruzione della centrale, si legge nel comunicato diffuso dall’azienda, è stata posta grande attenzione all’armonizzazione dell’impianto con le strutture dell’ecosistema presenti sul territorio. Su un’area di oltre 3 ettari prossima alla centrale, sono state piantumate sia cortine arboree che arbustive (circa 140 alberi e mille arbusti). Inoltre, nel corso delle fasi di scavo che hanno interessato l’area della centrale e i tracciati del metanodotto e dell’elettrodotto, sono stati rinvenuti diversi reperti archeologici risalenti sia all’età del bronzo che al periodo tra il VI ed il V secolo a.C. Raccolta, catalogazione e restauro dei reperti sono stati curati dalla soprintendenza archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Alcuni di questi ritrovamenti conclude la nota – sono conservati all’interno della stessa centrale in uno spazio dedicato.

Dopo quattro anni di lavori entra in funzione a Presenzano l’impianto termoelettrico a gas naturale più avanzato ed efficiente d’Italia. In località Frasseto viene così consegnata al Paese una centrale strategica nel processo di transizione green, del valore di 450 milioni di euro. Per il territorio di Presenzano, storicamente vicino alle innovazioni energetiche, vengono assicurati vantaggi economici e sociali. A partire dai ristori ambientali per il Comune: secondo la convenzione siglata nel 2012, l’ente otterrà 330mila euro all’anno fino al 2030, che si sommano ai 500mila euro già finiti nelle casse municipali con la conclusione dei lavori dell’impianto. Un tesoretto da circa 4 milioni di euro in dieci anni.
«Utilizzeremo queste risorse per attività di carattere sociale – spiega il sindaco Andrea Maccarelli -, come l’efficientamento energetico, la valorizzazione del centro storico e svariate attività ambientali». Inoltre Edison ha messo a disposizione borse di studio da 10mila euro all’anno per gli studenti meritevoli delle scuole superiori e universitari residenti in paese.
«È sicuramente un vanto per la nostra comunità – continua Maccarelli -. Avere una multinazionale come Edison sul nostro territorio significa avere la certezza di un grande contributo allo sviluppo della comunità». Peraltro in un territorio che vanta già una centrale idroelettrica dell’Enel e che può oggi essere considerata davvero una valle dell’energia. Ma come si fonde al territorio circostante la centrale Edison, dopo che per molti anni è stata osteggiata da ambientalisti e popolazioni locali?
Per la società ci sono vantaggi ambientali, economici e sociali: «Grande attenzione è stata posta all’armonizzazione della centrale con le strutture ecosistemiche presenti nel territorio. Pertanto, su un’area di oltre 3 ettari prossima all’impianto, sono state piantumate sia cortine arboree che arbustive (circa 140 alberi e 1.000 arbusti)».
Dal punto di vista economico, Edison ribadisce di essere «presente sul territorio attraverso tutte le principali attività del Gruppo, dalla generazione di elettricità fino alla vendita di luce e gas e servizi energetici e ambientali».
Nello stabilimento casertano (gemello di quello di Marghera, in Veneto) – che permette di ottenere un’efficienza energetica pari a circa il 63%, una delle più alte in Europa e la più alta in Italia – sono stati poi reclutati 25 lavoratori, tutti provenienti dalla provincia e dalle aree immediatamente limitrofe. Infine, sempre restando sulla terra dell’alto Casertano, una curiosità: durante i lavori per la realizzazione della centrale, nel corso delle fasi di scavo che hanno interessato l’area della centrale e i tracciati del metanodotto e dell’elettrodotto, sono stati rinvenuti diversi reperti archeologici risalenti sia all’età del bronzo che al periodo tra il VI ed il V secolo a.C. La raccolta, la catalogazione e il restauro sono stati curati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Alcuni di questi ritrovamenti sono conservati all’interno della stessa centrale in uno spazio dedicato. E chissà che in futuro le testimonianze del passato nei dintorni dell’antica Rufrae non possano essere osservate da vicino in occasione di apposite visite nello stesso impianto.

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