Il contrattacco dei magistrati: “Basta ostilità dal governo”

Santalucia – “Ci chiamano ‘rossi’ appena qualcosa non gli piace”

2 Novembre 2024

Il governo e la maggioranza politica che lo sostiene vogliono una magistratura al loro servizio e le toghe, sempre più insofferenti per le pretese di ingerenza della politica, hanno un sussulto di orgoglio istituzionale. La Giunta dell’Anm è tornata a ribadire che i magistrati non sono al servizio del governo di turno e il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ribatte al ministro Matteo Salvini che continua a parlare di giudici “comunisti”.

Ospite di Tagadà, su La7, si rivolge direttamente al leader leghista: “Chiedo al ministro Salvini cosa c’è di inadeguato in un provvedimento che chiede alla Corte di giustizia della Ue una pronuncia sulla conformità” del decreto sui paesi sicuri per i migranti, riferendosi alla decisione del tribunale di Bologna. Poi, Santalucia aggiunge: “Lunedì sarò a Bologna per una assemblea straordinaria che testimonia il clima di inquietudine per questo modo di fare della politica, dei media che sono intorno all’attuale maggioranza di governo, che priva di serenità il lavoro dei magistrati: non si può far nulla che si è etichettati ex post come politicizzati. Fai un provvedimento che non piace e diventi ‘rosso’ e questo è inaccettabile. Ma i magistrati non sono il braccio esecutivo del governo”.

Ieri si è anche riunita la Giunta dell’Anm, che in una nota rileva come “si respira un’aria pesante, si rastrellano informazioni, anche le più estranee alla materia su cui hanno deciso, per delineare pubblicamente il profilo del magistrato di parte e ostile. Non si accetta l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario, non si tollera che i giudici si esprimano senza assecondare la volontà e i programmi del governo e della sua maggioranza”. La giunta vede un nesso tra gli attacchi frontali all’indipendenza della magistratura e i disegni di legge in discussione in Parlamento: “In attesa delle riforme peggiorative dell’attuale assetto costituzionale il cui percorso parlamentare non a caso viene ora accelerato, si prova oggi a impaurire i magistrati”. Il riferimento è alla separazione delle carriere.