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venerdì 15 novembre 2024
Lo stop (parziale) all’autonomia differenziata
Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, durante la discussione generale sul testo di legge dellÂ?autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, Camera dei deputati, Roma, 29 aprile 2024. ANSA/FABIO FRUSTACIRoberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie (/Fabio Frustaci/Ansa)
editorialista di Elena Tebano

 

Buongiorno. La bocciatura, perché incostituzionali, di sette norme che costituiscono il cuore dell’autonomia differenziata; la sollecitazione del Presidente della Repubblica a tutti i partiti affinché sostengano la candidatura di Raffaele Fitto alla Commissione europea; le scelte preoccupanti di Donald Trump per la sua amministrazione, da Robert F. Kennedy Jr. alla Salute a Matt Gaetz alla Giustizia; gli affari di Elon Musk in Italia. Poi la cronaca, con un nuovo terribile caso di stupro di gruppo. E lo sport, con un’altra vittoria di Jannik Sinner alle Atp Finals. Sono queste le notizie principali sul Corriere di oggi. Vediamo.

 

Le 7 norme bocciate dell’autonomia 

 

La Corte Costituzionale ha accolto parzialmente il ricorso presentato contro la legge sull’autonomia differenziata da Puglia, Sardegna, Toscana e Campania, e ha sancito che 7 norme della riforma sono incostituzionali. La  Corte, pur ritenendo «non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge», di fatto boccia l’impianto della riforma perché tra le norme incostituzionali votate dalla maggioranza di governo ci sono l’attribuzione delle competenze alle Regioni e la definizione dei Lep (Livelli essenziali di prestazioni), che sono il cuore dell’autonomia differenziata.

 

 

L’opposizione, che voleva abrogare la riforma tramite referendum, ha preso la pronuncia della Corte costituzionale come una sua vittoria.

 

 

Il senso profondo della sentenza è però prima di tutto, come chiarisce Giovanni Bianconi, una difesa dell’unità dell’Italia:
Al centro della decisione della Consulta c’è lo Stato nella forma e nelle funzioni previste dalla Costituzione del 1948, con i suoi principi guida: l’unità della Repubblica, la solidarietà e — soprattutto — l’eguaglianza dei cittadini e la garanzia dei loro diritti. Insieme a quelli introdotti successivamente, come l’equilibrio di bilancio. È sulla base di questi criteri che è stata giudicata (e in buona parte bocciata) la legge sull’autonomia differenziata, recuperando il senso costituzionale originario del regionalismo. Non più, come interpretato in passato, uno strumento di spartizione del potere esercitato dai partiti a seconda delle convenienze (basti pensare alle Regioni costituite solo nel 1970, con ben 22 anni di ritardo dovuti ai timori democristiani di governi locali in mano ai comunisti), bensì un sistema per migliorare i servizi da offrire ai cittadini. Una visione ribaltata del regionalismo, sottratto a egoismi territoriali o di parte per restituirgli un ruolo effettivo di efficienza dello Stato nel suo insieme, così esplicitata dai giudici costituzionali: «La distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo non deve corrispondere all’esigenza di un riparto di potere tra i diversi segmenti del sistema politico, ma deve avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione».

 

 

Sono tre, secondo Bianconi, i principi fondamentali che hanno portato la Corte costituzionale a bocciare la riforma:

 

 

  1. La necessità di mantenere in capo allo Stato centrale la disciplina dei servizi e dei diritti da assicurare ai cittadini su questioni ritenute fondamentali. Ecco allora che l’intesa sul trasferimento di poteri alle Regioni, con le conseguenti «differenziazioni» territoriali, non può riguardare «materie o ambiti di materie», bensì «specifiche funzioni legislative e amministrative». Ad esempio, nell’ambito della pubblica istruzione, si può devolvere agli enti locali la gestione dei dirigenti e del personale scolastico, ma non la determinazione dei programmi d’insegnamento.
  2. La centralità del Parlamento, che nella legge appare sacrificata in favore del governo. Al momento la definizione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni da garantire con lo spostamento delle competenze, è una sorta di delega in bianco, «priva di idonei criteri direttivi, con la conseguenza che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento».
  3. L’aspetto finanziario della riforma, bocciata nella misura in cui rischia di mettere a rischio l’equilibrio del bilancio statale creando scompensi a favore delle Regioni meno virtuose. 

 

Intervistato da Cesare ZapperiRoberto Calderoli, il «padre» della riforma, ostenta tranquillità e sostiene che l’incostituzionalità di 7 norme fondamentali dell’autonomia differenziata non implica la bocciatura della legge,  perché non è stata formalmente colpita nella sua interezza.  «Abbiamo sentito per mesi raccontare che la nostra legge calpestava la Carta e amenità del genere. Non è andata così. Quello che conosciamo è un comunicato stampa e non la sentenza che aspetto di leggere bene e nel dettaglio. Ma non esistono dubbi sulla pronuncia dei giudici» dice.

 

Ma, nota Massimo Franco, la bocciatura c’è, eccome:
Per il partito di Matteo Salvini è una sconfitta. Lo è in particolare per i governatori del Nord e per il ministro Roberto Calderoli, che avevano forzato i tempi dell’approvazione per mettere il resto della maggioranza di fronte al fatto compiuto: è noto, anche se inconfessabile, che sia FdI, sia FI vivano male la riforma, per i riflessi che può avere sull’elettorato del Centro e del Sud. Ma quella leghista è stata una strategia-boomerang.
Ha prodotto norme approssimative dal punto di vista costituzionale. E ha scatenato la reazione delle altre regioni e delle opposizioni: con la raccolta delle firme per il referendum, sulla quale si deve ancora pronunciare la Corte di Cassazione; e con un aumento delle polemiche che ha evocato un clima da guerra civile. L’impressione, tuttavia, è che la fretta ideologica del Carroccio abbia partorito un altro pasticcio. Il tentativo di esautorare il Parlamento a favore del governo è stato frustrato dalla Corte.
Toccherà alle Camere correggere i vuoti che riguardano punti essenziali della riforma. E farlo richiederà tempo e mediazioni che al momento si presentano come proibitive: sia per i rapporti pessimi tra maggioranza e opposizioni; sia per le divergenze sull’autonomia regionale che covano sotto il sostegno formale alla legge voluta da Calderoli e da Lombardia, Veneto e Piemonte, soprattutto. Palazzo Chigi non lo ammetterà mai, ma il responso della Consulta è una boccata di ossigeno per la premier.

 

La crisi della maggioranza Ursula

 

Ieri al Parlamento europeo c’è stato un altro scontro tra i maggiori partiti che sostengono la seconda Commissione di Ursula von der Leyen. Riguarda il regolamento sulla deforestazione (che vieta di vendere in Europa prodotti provenienti da terreni deforestati dopo il dicembre 2020), ma ha conseguenze politiche molto più ampie. Spiega Francesca Basso:
I Socialisti mercoledì avevano accusato i Popolari di appoggiare al Parlamento una nuova maggioranza con la destra e l’ultra destra, a scapito della «maggioranza Ursula», ovvero quella che in luglio ha garantito la conferma alla guida della Commissione europea della presidente von der Leyen: Ppe, S&D e Renew Europe più i Verdi. E ieri la «maggioranza Ursula» si è spaccata sul rinvio dell’attuazione della legge contro la deforestazione. Il testo finale, che include alcune modifiche proposte dal Ppe, è passato con il sì dei Popolari, dei conservatori dell’Ecr, dei Patrioti e dell’Europa delle nazioni sovrane, più di una parte dei Liberali che si sono divisi (in 29 hanno votato a favore del testo finale e in 21 contro, mentre sugli emendamenti proposti dal Ppe ha prevalso la componente contraria, in linea con l’S&D). È la prima volta che il Ppe e le destre votano insieme su un testo legislativo, finora la convergenza era stata su risoluzioni non vincolanti (quella sul Venezuela) o su ordini del giorno, sul premio Sacharov e su un emendamento della posizione negoziale del Parlamento Ue sul Budget 2025 per finanziare con il bilancio comune la costruzione di muri alle frontiere esterne.

 

Commissione europea, Mattarella riceve il vicepresidente. La spinta del Colle per il sì del Pd

Raffaele Fitto al Parlamento Europeo martedì (Virginia Mayo/Ap)

 

 

Il conflitto tra Socialisti e Popolari blocca la nomina dei sei vicepresidenti esecutivi designati della nuova Commissione europea: l’italiano Raffaele Fitto (Ecr), l’estone Kaja Kallas (Renew), la romena Roxana Mînzatu (S&D), il francese Stéphane Séjourné (Renew), la spagnola Teresa Ribera (S&D) e la finlandese Henna Virkkunen (Ppe).
Per sbloccarla ieri si è mosso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricevuto Fitto e ha scritto in una nota di avergli «formulato gli auguri per l’affidamento dell’incarico — così importante per l’Italia — assegnatogli dalla presidente von der Leyen nell’ambito della Commissione Ue». Scrivono ancora Francesca Basso e Marzio Breda:
Non sarebbe in sé una grande notizia, visto che Sergio Mattarella ha incontrato e parlato con Fitto diverse volte, negli ultimi tempi. Per sostenerlo. Di nuovo adesso c’è quella sottolineatura della «importanza per l’Italia» che la sua nomina potrà avere. Come dire che sul ruolo di Fitto è in gioco l’interesse nazionale. Insomma: il capo dello Stato ritiene che sia diritto-dovere del governo proporre il commissario, il quale, a Bruxelles, sarà un commissario italiano, non il commissario del centrodestra. E proprio qui è sottinteso l’appello ai nostri europarlamentari del Pd, affinché valutino quale responsabilità hanno in questo caso, dandogli retta e sfuggendo in tal modo alla rincorsa di veti incrociati e all’effetto domino innescatosi nei giorni scorsi. Una mossa, quella del presidente Mattarella, che dimostra il suo essere super partes, a dispetto di certe polemiche che continuano ancora a lambire il Colle.

 

Le nomine di Trump e la festa con Musk

«Una volta il presidente ha chiesto a suo figlio Barron: “Pensi che dovrei fare un duetto con Christopher?”. “Papà”, gli ha risposto Barron, “tu fai solo le cose in cui sei il migliore”. In questo spirito, non so se il presidente e Elon Musk vogliono unirsi a me per God Bless America…».
Con queste parole il tenore italoamericano Christopher Macchio, il cantante preferito di Donald Trump, lo ha invitato a salire sul palco mercoledì sera, alla fine del gala annuale del think tank «America First policy institute» (Afpi) che si era appena tenuto a Mar-a-Lago. Dapprima Trump ha spinto Musk a farsi avanti. Poi, incoraggiato da Linda McMahon — presidente del consiglio di amministrazione di quello stesso think tank, sua amica dai tempi in cui lei era ceo del World wrestling entertainment, finanziatrice delle sue campagne elettorali e ora copresidente del team di transizione alla Casa Bianca — Trump si è alzato dal tavolo e ha accettato. Si è conclusa così alle nove di sera, sotto le stelle della Florida e sullo sfondo di un filare ondulato di palme battute dal vento, la giornata in cui Trump, eletto presidente una settimana fa, è volato andata e ritorno da Washington per una stretta di mano storica con Joe Biden.

Questa è la Casa Bianca d’inverno di Trump, residenza opulenta e club privato sull’isola di Palm Beach. Gli ospiti erano giunti in navetta dagli alberghi in zona. Passato il metal detector, sotto i 17 lampadari dell’enorme salone si teneva una conferenza per i donatori del think tank, seguita da un barbecue a bordo piscina innaffiato da champagne, cocktail e vino di marca Trump. Il presidente eletto, in completo blu e cappellino rosso Make America Great Again, è arrivato alle 8.30 di sera, accompagnato da Musk, che si è seduto alla sua destra ed era ricettacolo di frequenti pacche sulle spalle da parte del presidente. Entrambi bevevano Diet Coke. «Dov’è il George Soros della destra?», ha chiesto accogliendoli dal palco Brooke Rollins, avvocata texana e ceo del think tank. E Musk, prontamente, ha alzato la mano. A sinistra di Trump era seduta McMahon; e allo stesso tavolo Howard Lutnick, l’altro presidente della transizione e ceo dell’azienda di servizi finanziari Cantor Fitzgerald (secondo la Reuters lui è in lizza per segretario del Tesoro, lei per il Commercio). 

 

Viviana Mazza ha fatto un altro colpo giornalistico ed è stata alla festa dei donatori di Trump a Mar-a-Lago, in Florida, dove il presidente-eletto decide molte delle sue nomine (tantissime provengono proprio dalla Florida). Il suo racconto della serata è assolutamente da leggere perché dice molto dell’America che verrà.

 

President-elect Donald Trump gestures as he attends a meeting with House Republicans in Washington, Wednesday, Nov. 13, 2024. (Allison Robbert/Pool via AP)

Donald Trump (Allison Robbert/Ap)

 

 

Tra le nomine più controverse di Trump ci sono quella di Robert F. Kennedy Jr, un attivista ambientale che ha diffuso disinformazione sui vaccini, alla guida del Dipartimento della Salute. E quella del deputato repubblicano della Florida Matt Gaetz come futuro procuratore generale. Gaetz non solo non ha mai lavorato nel Dipartimento di Giustizia o come procuratore a nessun livello di governo, è stato anche sotto inchiesta per traffico sessuale di minorenni, per uso illecito di droghe, per aver accettato regali non consentiti e per aver ostruito l’indagine. Era accusato di aver fatto sesso con una 17enne nel 2017. Ha però avuto un ruolo fondamentale nell’estromettere l’ex presidente della Camera Kevin McCarthy nel 2023, dando il via a settimane di caos in aula. La sua nomina è stata criticata anche da diversi esponenti repubblicani.

 

 

Scrive Andrea Marinelli:
Trump lo ha scelto per la sua spregiudicatezza, ma anche per la fedeltà assoluta. Se confermato dal Senato, temono gli analisti, si ritroverà a guidare il dipartimento di Giustizia americano eseguendo gli ordini della Casa Bianca: sarebbe il braccio armato della battaglia legale che Trump ha promesso di muovere ai suoi rivali politici, e potrebbe aiutare il presidente a liberarsi dei funzionari ritenuti «infedeli». «Una decisione folle, sbalorditiva e ridicola», l’hanno definita alcuni funzionari del ministero.

 

Gli affari di Elon Musk in Italia

 

Non si placano intanto le polemiche per le interferenze di Elon Musk in Italia. Il finanziatore di Trump (e secondo uomo più ricco del mondo), che avrà presto un ruolo non elettivo nella sua amministrazione, aveva detto che i giudici italiani che applicano la Costituzione «se ne devono andare» e «sono un’autocrazia non eletta», tanto che è dovuto intervenire il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a difendere l’autonomia sovrana dell’Italia. «Non deve interferire nelle vicende interne, poi ognuno è libero di dire quello che vuole» ha detto ieri invece il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

 

Come spiega Federico Fubini, Musk ha motivi molto concreti (ed economici) per interessarsi all’Italia e coltivare la sua amicizia con Giorgia Meloni:
È Starlink, la rete di satelliti controllata da SpaceX per la fornitura di internet veloce, l’infrastruttura centrale degli affari dell’uomo più ricco del mondo. Lo è almeno nella prospettiva di un futuro prossimo e lo è anche fuori dagli Stati Uniti, Italia inclusa: Morgan Stanley, una banca d’affari, stima che al 2040 Starlink potrebbe fatturare nel mondo fino a 250 miliardi di dollari l’anno; andasse così, una volta scorporata da SpaceX, l’azienda potrebbe raggiungere un valore di borsa tale da far sembrare di seconda classe le più vaste società quotate di oggi: Nvidia, Apple o Microsoft.
Cinque o sei degli oltre seimila satelliti di Starlink lanciati nell’orbita bassa da SpaceX assicurano già oggi l’accesso a Internet veloce nel nostro Paese. L’offerta in rete ieri sera all’ora di cena prometteva uso residenziale «lite» (leggero: «a bassa priorità» (cioè per «uso domestico ridotto») da 29 euro al mese, più un kit di partenza da 349 euro; oppure da 40 euro più il solito kit, «ideale per la casa» ma più costoso rispetto ai fornitori di rete tradizionali. In realtà i prezzi del servizio non sono stabili e salgono al riempimento della capacità, che oggi sull’Italia viaggia ai minimi termini: si stima che la rete di Musk connetta circa 40-50 mila famiglie
.
Ma la possibilità di affidare a Starlink l’infrastruttura della rete italiana crea molte perplessità sia a livello istituzionale che industriale. Anche perché il referente italiano di Musk, Andrea Stroppa, è finito in un’inchiesta che coinvolge la fornitura della rete di Starlink ad alcune sedi diplomatiche italiane.

Le altre notizie importanti

 

  • Fa discutere l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia che punta a introdurre un finanziamento da 1.500 euro a studente da utilizzare per le scuole paritarie.
  • Laura Santi, 50 anni, giornalista di Perugia, è diventata la nona persona in Italia e la prima in Umbria ad aver avuto il via libera per la morte volontaria assistita. L’assenso è giunto dopo due anni dalla sua richiesta, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo per ottenere una risposta da parte della Azienda sanitaria umbra (Santi è stata seguita dall’associazione Luca Coscioni).
  • Il Ministero dell’Interno dovrà risarcire tre milioni di euro alla società L’Orologio del gruppo Cabassi per il mancato sgombero del centro sociale Leoncavallo.
  • L’hanno contattata sui social, poi l’hanno incontrata di persona e stuprata.  Arrestati, a Rimini, due ragazzi, di 18 e 17 anni, con l’accusa di violenza di gruppo nei confronti di una sedicenne, seguita dai servizi sociali. È successo ad agosto.
  • Nel 2019, secondo i dati dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, erano 50 i casi gravi di adolescenti che si erano rivolti al pronto soccorso per disturbi alimentari legati all’anoressia. Numeri che si sono drammaticamente triplicati dopo la pandemia. Uno scenario emerso a Il Tempo della Salute, la manifestazione organizzata dal Corriere della Sera e dedicata alla salute in tutte le sue declinazioni.
  • Si indaga sui permessi del centro estetico dove Margaret Spada, 22 anni, è morta per un intervento al naso. I responsabili della struttura le chiesero le analisi via WhatsApp.
  • Jannik Sinner ha vinto contro il russo Daniil Medvedev per 6-3, 6-4 alle ATP Finals e vola in semifinale. Giocherà sabato, ancora non si sa con chi.

 

 

Il Caffè di Massimo Gramellini
Che brutta aria
Il gestore del cinema milanese che si rifiuta di proiettare il film su Liliana Segre per paura che gli danneggino il locale. L’albergatore di Selva di Cadore che cancella la prenotazione di un gruppo di clienti israeliani, ritenendoli corresponsabili di genocidio per il solo fatto di essere israeliani. Ma che cosa sta succedendo? Se tornasse in vita Primo Levi verrebbe chiamato a rispondere dei fatti di Gaza? Qui non sono più soltanto i centri sociali o i comitati studenteschi, e nemmeno gli ultrà di calcio o gli estremisti islamici. Qui c’è un umore diffuso nella società civile che associa ogni ebreo alle azioni del governo d’Israele. Non mi risulta che si applichi lo stesso metro ad altri popoli. Chi considera Putin un criminale di Stato non estende indiscriminatamente quel giudizio a tutti i russi e i pochi che lo fanno (ricordate la cancellazione del seminario su Dostoevskij?) diventano subito oggetto di barzellette. In questi giorni, tantissimi europei stanno manifestando disprezzo e finanche odio per Trump, eppure non si ha notizia di gestori spaventati all’idea di proiettare un film su qualche eroe americano o di albergatori che sbattono la porta in faccia ai turisti provenienti da New York.
Così come è assurdo dare dell’antisemita a chiunque denunci gli obbrobri di Gaza, è altrettanto folle scaricare su ogni ebreo le responsabilità di Netanyahu. Si tratta di ovvietà, lo sappiamo bene. Ma allora perché la cronaca ci costringe a scriverle?

 

Grazie per aver letto Prima Ora, e buon venerdì.

 

 

(Questa newsletter è stata chiusa alle ore 00,43. I nostri indirizzi mail: gmercuri@rcs.itlangelini@rcs.itetebano@rcs.itatrocino@rcs.it)

 

giovedì 14 novembre 2024
Vietare o no i social, deserti d’Italia, nella tana del «nemico», trumputinismo d’Africa, la Cinebussola
editorialista
Elena Tebano

 

La legge australiana per vietare ai minori di 16 anni l’uso della maggior parte dei social media (tra cui X, TikTok, Instagram e Facebook) ha fatto un passo avanti: la scorsa settimana gli Stati e i Territori australiani hanno dato il loro via libera. La norma dovrebbe essere approvata in via definitiva entro la prossima settimana e poi dovrebbe entrare in vigore tra un anno. «I social media stanno danneggiando i giovani australiani» ha detto il primo ministro Anthony Albanese. «La sicurezza e la salute mentale dei nostri giovani devono essere una priorità». L’Australia sarà così «all’avanguardia nel mondo» nel limitare l’accesso dei minori ai social.

 

 

Il problema è che non sa ancora come fare dal punto di vista tecnico: il termine di un anno per l’entrata in vigore della legge serve per dare alle piattaforme il tempo di decidere come applicarlo (sarà una loro responsabilità) e poi per affrontare i problemi di privacy legati alla verifica dell’età. Saranno le aziende digitali a dover adottare misure ragionevoli per concretizzare il divieto e per prevenire i danni sulle loro piattaforme e servizi. «Il Digital Duty of Care imporrà alle piattaforme digitali l’obbligo di mantenere la sicurezza degli australiani in modo proattivo e di prevenire meglio i danni online», ha dichiarato la ministra delle Comunicazioni Michelle Rowland.

 

 

Se le soluzioni tecniche non sono ancora chiare, i benefici del divieto lo sono ancora meno. Il mese scorso, più di 140 accademici esperti di tecnologia e benessere dei bambini hanno firmato una lettera aperta al premier australiano in cui si opponevano a un limite di età per i social media, ritenendolo «uno strumento troppo debole per affrontare i rischi in modo efficace».

 

 

Quello che appare certo è l’aumento globale del malessere psicologico tra i bambini e gli adolescentisecondo il National Survey of Children’s Health americano, negli Stati Uniti nel 2023 più di 5,3 milioni di adolescenti tra i 12 e i 17 anni (il 20%) avevano una forma di disagio psicologico (ansia, depressione o problemi di comportamento/condotta). La condizione più comune è l’ansia (16%), seguita dalla depressione (8%). Tra il 2016 e il 2023, le diagnosi di questo tipo di disturbi sono aumentate di oltre il 50% tra gli adolescenti. In Italia, secondo un rapporto del 2022 della Società italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, un minore su quattro ha sintomi depressivi e uno su cinque soffre di disturbi d’ansia.

 

 

Ma in che misura questo dipenda dai social media nessuno lo sa con certezza. «Purtroppo la maggior parte dei ragazzi viene spinta a usare i social media semplicemente per ottenere follower. È probabile che si confrontino con gli altri. Sono esposti all’odio informatico. Spesso sono esposti a contenuti che insegnano loro a mettere in atto comportamenti malsani, pericolosi o disordinati» ha detto al New York Times Mitch Prinstein, responsabile scientifico dell’American Psychological Association. Individuare un rapporto di causa ed effetto però è difficile. «Lo stato mentale di una persona può influenzare il modo in cui utilizza la piattaforma, che a sua volta influenza il suo stato mentale. Gli studi randomizzati e controllati per stabilire se i social media abbiano causato la crisi della salute mentale non sono praticabili perché l’esposizione ai social media è ormai ovunque (…). La ricerca sulle radici del disagio nei giovani ha scoperto che altri fattori, come il bullismo o la mancanza di supporto familiare, hanno associazioni più forti con i risultati della salute mentale, rispetto all’uso dei social media» scrive il Wall Street Journal. In altre parole non è chiaro se e quanto siano i social a creare il disagio mentale o se le persone usino più intensamente i social quando stanno male.

 

 

Per una parte dei bambini e degli adolescenti, inoltre, i social sono una risorsa. Tra coloro che si oppongono al divieto australiano c’è Jackie Hallan, direttrice del servizio di salute mentale giovanile ReachOut. Hallan ha detto all’Ap che il 73% dei giovani australiani che accedono al supporto per la salute mentale lo fa attraverso i social media. «Non ci sentiamo a nostro agio con questo divieto. Pensiamo che i giovani possano aggirarlo e temiamo che questo spinga il comportamento verso la clandestinità e che, se le cose vanno male, i giovani siano meno propensi a ricevere il supporto dei genitori e di chi si occupa di loro perché preoccupati di finire nei guai», ha spiegato. C’è poi la questione di come togliere i social agli adolescenti che ce li hanno già: per loro rinunciarci potrebbe essere comunque traumatico.

 

 

«Vietare i social ai minori di 16 anni» è uno slogan efficace, che ha il pregio di sembrare risolutivo. Se si considera tutto il contesto, però, diventa piuttosto problematico. Ma la cosa più significativa è proprio che il governo australiano (come molti altri) non ha idea di come concretizzare il suo divieto. E per farlo si affida agli stessi social media. Di fatto è l’ammissione dell’impotenza della politica nei confronti dei giganti tecnologici.

 

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Luca Angelini
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Alessandro Trocino
editorialista
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La Cinebussola
Tarantiniano e civettutolo: l’horror destrutturato di Maxine
editorialista
Paolo Baldini

 

Pieno di sapori e di tenebre, divagante, sorprena, chi salda i conti con il passato. Ti West si tiene stretto alle atmosfere di C’era una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino, all’horror destrutturato, ai memorabilia del gran cinema e ai film più torbidi di Orson Welles. Citando citando, radicalizza il concetto «è nata una stella». Demolisce il sogno americano e la parte più scivolosa dell’America, quella che crede nell’uomo forte e ha dimenticato i principi della democrazia e del vivere civile. MaXXXine non è forse il film migliore della saga, di sicuro è il più civettuolo e amabile. Mia Goth fa la bambola trash con molta convinzione.

 

MAXXXINE di Ti West
(Usa-Canada, 2024, durata 103’, Lucky Red e Universal Pictures)
con Mia Goth, Elizabeth Debicki, Michelle Monaghan, Bobby Cannavale, Lily Collins, Kevin Bacon, Giancarlo Esposito Giudizio 3 e ½ su 5 Su Sky Primafila, Prime Video, Rakuten Tv, Google Play, Microsoft Store, iTunes

 

Good Morning Italia, 15 novembre 2024


Il discorso del presidente eletto

Donald Trump ha parlato per la prima volta dalla notte elettorale, durante una serata di gala in Florida, ringraziando i suoi supporter, in primis Elon Musk (Washington Post), e annunciando che la guida del Dipartimento dell’Interno andrà al governatore del North Dakota Doug Burgum, che dovrà occuparsi di portare avanti i nuovi progetti di trivellazioni per l’estrazione di petrolio e gas (Nyt).Squadra in costruzione Trump ha inoltre scelto Robert F. Kennedy Jr. per guidare il Dipartimento di Sanità, affidando al noto anti-vaccinista temi delicati quali i programmi Medicare e Medicaid, la gestione delle epidemie e la ricerca (Ap), e promosso i suoi legali a posizioni chiave della giustizia: Todd Blanche sarà Vice Procuratore Generale e D. John Sauer è stato scelto come Avvocato generale, la quarta carica maggiore nel Dipartimento della giustizia (Cnn).Questione morale I senatori democratici e un singolo rappresentante repubblicano hanno chiesto che la commissione etica della Camera diffonda il report sulle accuse di cattiva condotta sessuale e uso di droghe relative a Matt Gaetz, designato da Trump al vertice del Dipartimento di Giustizia e in attesa dell’approvazione del Senato (Reuters). La commissione dovrebbe votare oggi sulla questione (Cbs).Tripletta ufficiale Con il raggiungendo di 218 seggi il Gop si è assicurato il controllo anche della Camera statunitense, oltre che del Senato, spianando così la strada all’agenda Trump (Politico). Il caos e la paralisi di due anni di Camera a controllo repubblicano non hanno impedito al Grand old party di mantenere comunque la maggioranza, nota il Nyt.

Cala il sipario

Con il suo arrivo in Perù, il presidente Usa Joe Biden si appresta a partecipare al vertice Apec che riunisce i 21 Paesi dell’area Asia-Pacifico, una delle sue ultime apparizioni su un palcoscenico internazionale prima della fine del mandato. Biden incontrerà anche l’omologo cinese Xi Jinping e poi si sposterà in Brasile dove visiterà la foresta amazzonica, prima di prendere parte al G20 a Rio de Janeiro che inizia lunedì (Abc News). Gli incontri non dovrebbero portare ad alcuna nuova sostanziale intesa, anche perché il focus sarà sull’imminente ritorno di Trump alla Casa Bianca (Reuters).

  • I due appuntamenti rischiano di rappresentare la chiusura di un’intera era di politica estera statunitense (Nyt).

Diplomazia commerciale Xi Jinping intanto ha partecipato all’inaugurazione del megaporto di Chancay, circa 60 km a nord di Lima: un progetto da 1,3 miliardi di dollari, in cui gioca un ruolo centrale il gigante cinese delle spedizioni Cosco, e che mira a trasformare l’infrastruttura in uno snodo commerciale fondamentale tra Asia e Sud America (Ap).

  • I Paesi dell’Apec temono l’agenda America First di Trump, ma la Cina potrebbe sfruttarla per allontanare gli Usa dai suoi alleati occidentali (Cnn).

Doppio fronte

Tregua vicina? Mentre continuano le offensive aeree su Beirut sembra avvicinarsi un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, come riportato sia da funzionari libanesi che da membri del governo israeliano (Reuters). L’ambasciatore Usa in Libano avrebbe già inviato una bozza di tregua al presidente del parlamento del Paese (Times of Israel).

  • Elon Musk ha incontrato l’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite per puntare a ridurre le tensioni tra Teheran e Washington (Nyt).

Obiettivi siriani Sono almeno 15 le vittime di un raid aereo dell’Idf sulla capitale siriana Damasco realizzato per colpire membri del gruppo Jihad islamica (Reuters).

Accusa ufficiale Una commissione speciale delle Nazioni Unite ha definito le politiche e le azioni israeliane su Gaza “coerenti con le caratteristiche di un genocidio” (Guardian).

Coalizione fragile

Il Parlamento europeo ha votato il rinvio dell’attuazione della legge contro la deforestazione riguardante la sostenibilità dei prodotti importati nell’Ue: a favore si sono espressi Popolari, Conservatori e Riformisti e i gruppi di estrema destra dei Patrioti e dell’Europa delle nazioni sovrane, mostrando ancora una spaccatura all’interno della coalizione che appoggia la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen (Euronews).

Back to Italy

Stop parziale La Corte Costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di costituzionalità sull’intera legge sull’autonomia differenziata, dopo aver esaminato i ricorsi delle Regioni Puglia, Toscana, Campania e Sardegna. La Consulta ha però considerato illegittime sette specifiche disposizioni del testo, tra cui quella riguardante la determinazione dell’aggiornamento dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) attraverso un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, invitando il Parlamento a intervenire (Repubblica).

Orizzonti

Adelante con juicio Cresce nel terzo trimestre il Pil giapponese, segnando un +0.3% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un +0,2% rispetto ai tre mesi precedenti (Cnbc). Rallenta leggermente invece la crescita cinese, con la produzione industriale che cresce del 5,3% (mancando il risultato atteso del +5,6%). Accelerano invece le vendite al dettaglio, che segnano +4,8% a ottobre contro il +3,2% di settembre (Reuters).Eurozona in crescita L’Eurostat ha confermato che il Pil della zona euro è aumentato dello 0,4% nel terzo trimestre 2024 sui tre mesi precedenti, mentre quello dell’intera Ue dello 0,3%. Rispetto allo stesso periodo dall’anno passato la crescita è stata rispettivamente dello 0,9% e dell’1% (Repubblica). Oggi la Commissione europea pubblica le sue previsioni economiche per il 2024 e 2025.Lo stato del Regno Nel discorso alla Mansion House di fronte agli imprenditori e businessman britannici, la cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves ha criticato l’eccesso di regolamentazione finanziaria conseguente alla crisi del 2008. Il governatore della Bank of England Andrew Bailey ha invece sottolineato l’importanza per il Regno Unito di ricostruire le sue relazioni internazionali dopo la Brexit (Guardian).Parola di banchieri Parlando a un evento a Dallas, il presidente della Fed Jerome Powell ha detto che non ci sono segnali economici che spingano l’istituto a tagliare i tassi di interesse in fretta (Cnbc). Dai verbali della riunione di politica monetaria di ottobre è emerso che la decisione della Bce di abbassare nuovamente i tassi dello 0,25% è stata presa per evitare ulteriori danni all’economia mentre è in corso un processo di disinflazione (Borsa Italiana).Che prezzi! A ottobre l’indice dei prezzi alla produzione negli Usa è aumentato dello 0,2%, in linea con le aspettative degli analisti. In confronto all’anno prima la crescita è stata del 2,4% (Cnbc).

Mondo reale

Migrazioni record Nel suo report sulle migrazioni internazionali, l’Ocse ha rilevato che l’anno scorso 6,5 milioni di migranti si sono spostati nei 38 Paesi che fanno parte dell’organizzazione (Ft+). Con 130 mila domande complessive, l’Italia ha assistito nel 2023 a un aumento di circa il 70% delle richieste d’asilo rispetto al 2022 (RaiNews 24).

Media&Tech

Multa salata La Commissione europea ha inflitto una sanzione da quasi 800 milioni di euro a Meta per violazione delle regole sulla concorrenza riguardanti il collegamento diretto tra il servizio di annunci online Marketplace al social network Facebook (Bbc).

Sport

Nations League Nella quinta giornata dei gironi l’Italia ha battuto il Belgio per 1 a 0, qualificandosi così ai quarti di finale (highlightsSport Mediaset). È invece terminata 0 a 0 Israele-Francia, giocata con un importante dispiegamento di forze dell’ordine (Guardian).Racchette eccellenti Jannik Sinner ha superato in due set il russo Daniil Medvedev, terminando il girone delle Atp Finals in prima posizione (Gazzetta). Nell’altra sfida lo statunitense Taylor Fritz ha sconfitto per 2 a 1 l’australiano Alex de Minaur (Eurosport).

(Waiting for) Weekender

  • La tacita sofferenza di chi sa che non diventerà mai nonno (Nyt).
  • L’amore di Picasso per i fumetti raccontato da un fumettista (Artribune).
  • Il sapore dell’olio extravergine d’oliva come lo conosciamo oggi è il risultato di un processo di industrializzazione che ha trasformato le relazioni socio-economiche del Mediterraneo (Aeon).
  • Guardiamo sempre più pornografia, anche in pubblico (The Walrus).

Oggi

Berlino, il cancelliere tedesco Olaf Scholz accoglie il presidente romeno Klaus Iohannis;
Bruxelles, riunione dei ministri di Economia e finanza dell’Ue – formazione bilancio;
Francia, Italia: inflazione a ottobre;
Usa, produzione industriale e vendite al dettaglio a ottobre;
Regno Unito, Pil del terzo trimestre;
Generali, risultati del terzo trimestre.

Prime:

Corriere: Autonomia, colpo alla leggeRepubblica: Autonomia, smontata la riformaLa Stampa: La Consulta smonta l’autonomiaIl Sole 24 Ore: Sanità, ecco le nuove cure gratuiteIl Messaggero: Autonomia, 7 no dalla Consulta

Il Fatto Quotidiano: L’Autonomia nell’indifferenziata

Avvenire: “Troppa autonomia”

Domani: La Consulta fa a pezzi l’Autonomia. Shock Lega, referendum a rischio

Il Foglio: Deriva trumpiana? No, deriva draghiana

Il Giornale: Sì all’autonomia. Ma non così com’è

Libero: Musk fa migrare la sinistra

La Verità: Favori e denaro: gli intrecci tra sinistra e miliardari Usa

il manifesto: Autunno Calderoli

Ft: US watchdogs poised to investigate Microsoft’s cloud services business

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