Contraddizioni
Nordio, il supercensore che esternava su tutto
Così parlava il ministro – L’ex togaMinaccia sanzioni per i magistrati che parlino di temi “politici”, ma quando era pm non si asteneva mai: capitasse oggi si metterebbe sotto inchiesta tutti i giorni
Di Antonio Massari
28 Novembre 2024
I magistrati subiranno sanzioni disciplinari se non si asterranno “quando sussistono gravi ragioni di convenienza”. A rischiare, con la nuova norma voluta dal guardasigilli Carlo Nordio, che potrebbe passare già nel Consiglio dei ministri di domani, sono giudici e pm che prendono pubblicamente posizione su argomenti di attualità politica (vedi le toghe che criticano le scelte del governo sull’immigrazione e poi devono gestire fascicoli sugli immigrati). Ora, poiché sarà il ministro della Giustizia a esercitare l’azione disciplinare, è istruttivo ripercorrere alcune tappe delle esternazioni del Nordio magistrato, che in base al pensiero del Nordio ministro avrebbe dovuto depositare richieste di astensione a raffica. D’altronde, come vedremo, può capitare che i due Nordio si trovino agli antipodi.
Partiamo dal settembre 1992. All’epoca i pm potevano permettersi addirittura il lusso di farsi intervistare senza dover chiedere l’autorizzazione del Procuratore. Siamo in piena “tangentopoli”. Nordio a Venezia indaga sul Psi. E dichiara aL’Espresso: “Noi partiamo dalla convinzione che tutti gli appalti sono stati affidati con sistemi illeciti”. Oggi dovrebbe mollare qualsiasi fascicolo che riguardi appalti e Pubblica amministrazione. Si sbilancia persino sul futuro delle indagini: il troncone dell’inchiesta sulle tangenti nel Veneto, quello che riguarda i politici, “deve ancora venire. E sappiamo benissimo dove andare a parare. Gli imprenditori debbono convincersi che non hanno più scelta. Non ci sarà più un appalto sul quale non arriverà l’occhio della magistratura”.
Nei mesi successivi, la Commissione bicamerale per la riforma costituzionale vaglia la proposta di separare le carriere tra giudici e pm. Un gruppo di magistrati milanesi (guidati dal procuratore Francesco Borrelli) scrive un documento: “L’indipendenza del pm rispetto all’esecutivo ha rappresentato in concreto una garanzia per l’affermazione della legalità”. Lo firma anche Nordio. È lo stesso che Nordio che 48 ore fa ha dichiarato: “Noi faremo la separazione delle carriere e su questo non si discute”.
1993, il pm Nordio avvia un’inchiesta su una serie di appalti regionali. L’accusa: abuso di atti d’ufficio. Luglio 2024, in un dibattito organizzato da FdI, spiega perché il reato deve essere abolito: “L’abuso d’ufficio è un reato evanescente, vago e generico, nel quale, in 40 anni, in Italia, sono incappati migliaia di sindaci, assessori, consiglieri, pubblici ufficiali”. Ah, saperlo prima.
Sempre 1993, Festa dell’Unità: Nordio auspica di consentire ai politici di uscire da tangentopoli, evitando carcere e addirittura il processo, a condizione che confessino i reati, restituiscano le tangenti e abbandonino la vita politica. Luglio 2024, l’ex governatore ligure Giovanni Toti viene arrestato per corruzione. Nordio: “Ho letto l’ordinanza e non ci ho capito nulla”. Settembre 2024, Toti patteggia.
1994, il governo Berlusconi annuncia il decreto Biondi (che abolisce la custodia cautelare, limitandola ai casi di omicidio, mafia e terrorismo). Nordio insorge: “È un brutto giorno per la giustizia, ma anche per la libertà di stampa. Stando alla norma sulla segretezza dell’avviso di garanzia, potrebbe cadere un velo su inchieste importantissime come quelle sul Sisde o su Ustica”. Luglio 2024: “L’informazione di garanzia s’è trasformata in una garanzia d’informazione, visto che chi la riceve finisce immediatamente sui giornali”.
1995, viene attaccato da alcuni politici del centrosinistra per le sue indagini sulle “cooperative rosse”, l’Associazione nazionale magistrati prende le sue difese. Ottobre 2024, giudica “abnorme” la sentenza del tribunale di Roma che fa rientrare in Italia i migranti trasferiti in Albania. Poi aggiunge che la magistratura “esonda dai propri poteri”. Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia: “Sono fortemente preoccupato perché noto toni di aggressione al lavoro giudiziario che non hanno precedenti”.
1997, in un dibattito organizzato da Forza Italia, Nordio si esprime sulle norme che riguardano i pentiti: “Due cretini non fanno un intelligente, così due pentiti non fanno una prova. Occorre che le loro dichiarazioni abbiano un riscontro oggettivo esterno”. Condivisibile, ma con le norme volute dal Nordio ministro, il Nordio pm dovrebbe mollare qualsiasi fascicolo che riguarda collaboratori di giustizia. In alternativa, volendo incarnare entrambi i suoi pensieri, dovrebbe auto denunciarsi in sede disciplinare, auspicando una giusta punizione. L’anno seguente avrebbe poi dovuto astenersi pure dai fascicoli sulla corruzione: “Aboliamo il reato di corruzione per punire solo l’amministratore che prende il denaro, perché in fondo l’imprenditore altera solo le leggi economiche, e lo si può punire in via amministrativa”.
2008, il Nordio magistrato interviene a un incontro di formazione promosso dall’Ordine dei giornalisti del Veneto: “Se un giornalista pubblica le intercettazioni fa solo il suo dovere”. Febbraio 2024, la maggioranza di cui Nordio è espressione vieta ai giornalisti di pubblicare il testo delle ordinanze di custodia cautelare (per “esteso” o per “estratto”) fino al termine dell’udienza preliminare.
Aprile 2015, in un dibattito sulla corruzione: “Più la Repubblica è corrotta, più produce leggi: siamo fermi a 2000 anni fa e non si vedono spiragli di novità. Inoltre più la Repubblica produce leggi più fornisce strumenti di corruzione”. E ancora: “Mai magistrati in politica. Un magistrato non deve mai fare politica né prima né durante né dopo aver cessato la carica. Quando si candida si può sempre pensare che voglia sfruttare la sua popolarità facendo una sorta di concorrenza sleale nei confronti degli altri concorrenti, questa è l’ipotesi benevola. L’ipotesi malevola è che si avvicini a una formazione politica magari perché nei tempi precedenti ha usato nei suoi confronti un occhio di riguardo, questo non è mai accaduto e mai accadrà, ma la gente lo potrebbe pensare”. Nel 2024 Nordio è un ministro del governo Meloni. La maggioranza ha varato 48 nuovi reati. In soli due anni. Stando ai suoi parametri, il Governo che più fa proliferare la corruzione, negli ultimi 2mila anni, è proprio quello in cui governa lui.
FONTE: