Ritorna in cronaca giudiziaria, il processo per il delitto della giovane mamma Katia Tondi, trovata assassinata nel suo appartamento di San Tammaro nel luglio del 2013. Unico imputato, a piede libero, difeso dall’avvocato Natalina Mestellone è il marito Emilio Lavoretano.
Parte civile Assunta Giordano e Carlo Tondi, genitori della vittima, assistiti dall’avvocato Gianluca Giordano. Se ne occuperà la Corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta da Giovanna Napoletano, giudice a latere Alessandro De Santis, pubblico ministero Domenico Musto.
Venerdì 12 aprile, alle ore 15 vi è stato il primo incontro, in Napoli – presso lo studio del prof. Pietro Tarsitano, scelto quale perito medico legale dalla Corte e anche quale super-perito, con gli altri consulenti e periti: tra i consulenti di parte Luciano Garofano, Giuseppe De Rosa e Vittorio Fineschi; quest’ultimo in rappresentanza dell’imputato (il Fineschi, ordinario di medicina legale de “La Sapienza” di Roma è stato anche consulente di parte nel caso Cucchi). La Corte ha nominato quale perito fonico per la trascrizione dell’intera telefonata il dottore Roberto Porto, la parte civile il consulente Ezio Denti, l’avvocato Natalina Mastellone ha invece indicato il dottore Pietro Izzo. La perizia medico-scientifica affidata al Prof. Tarsitano non sarà pronta prima di 80 giorni salvo proroga e dovrà chiarire alcuni aspetti importanti della dinamica del delitto; come la lettura delle foto della scena del crimine, l’ora della morte – vi è contrasto tra i precedenti periti e consulenti specialmente sull’ora della morte, le perizie generiche e quelle di parte, visto che dalle deposizioni dei tre medici ascoltati in aula, si è giunti a conclusioni diverse rispetto all’orario della morte.
Intanto il processo (altamente indiziario) corre verso la soluzione ma sono trascorsi già 6 anni dalla tragedia che sconvolse la piccola comunità di San Tammaro.
E’ stato abbozzato un calendario di massima che prevede per luglio la requisitoria e le arringhe; mentre la sentenza sarebbe prevista alla ripresa dopo le ferie. – Nella prossima udienza del 29 aprile, il perito Ing. Porto dovrà depositare il responso sulla interpretazione della famosa telefonata fatta da Lavoretano al 113 allorquando rinvenne la moglie esanime al suolo.
Come si ricorderà in essa il Lavoretano pronunciava la frase “Sì, sono stato io”… ma lui intendeva dire: “Sono stato io a trovarla morta nel corridoio”; mentre nel processo parallelo, quello mediatico che si sta celebrando su “Quarto Grado” (dove il Lavoretano è stato accusato di uxoricidio, processato e già condannato) la frase è stata interpretata come colpevolezza definendola una confessione a caldo: “Sì, sono io l’assassino di mia moglie”.
L’ultima udienza è stata dedicata, oltre che alla nomina del prof. Tarsitano, anche alla deposizione della consulente di parte e di ufficio la Dottoressa Rachele Iacovino, psicologa, con studio in Aversa, la quale ha seguito l’imputato nella fase delicata della elaborazione del lutto, allorquando il Lavoretano era depresso (affranto da stressante trauma, ha detto la psicologa) e tendeva ad atti di autolesionismo. Successivamente è stata anche consulente per il Tribunale dei Minori sulla questione dell’affidamento del piccolo (ignaro testimone del delitto, che giaceva incoscientemente nel suo passeggino, a pochi passi dall’assassino della madre).
In aula c’è stato il riverbero delle la parole pronunciate nelle sedute sul lettino della psicoterapeuta…”la Katia ha avuto una infanzia difficile per via del fatto che i suoi genitori si erano separati…dopo la sua nascita”…
Poi è tornato alla ribalta la questione dell’affidamento del piccolo ignaro testimone del delitto.
Se potesse parlare… chi ha visto e sentito tutto…speriamo che non si porti, nel corso sua vita, il peso di quelle drammatiche sequenze…
E’ stato anche visionato in aula un Dvd registrato nello studio della psicologa. E’ poi venuta fuori la circostanza che il padre un tempo passato avrebbe minacciato con un coltello la Katia. Alla affermazione di queste frasi c’è si è creato un’atmosfera di tensione.
Il presidente della Corte di Assise alle vibrate proteste dei coniugi Tondi, presenti in aula, ha disposto il loro allontanamento, ma sono stati fatti ritornare dopo poco, grazie all’intervento del loro difensore, che li ha obbligati a chiedere scuse alla Corte.
Una udienza movimentata e piana di colpi di scena il tutto con la costante presenza delle telecamere della Rai con la “Vita in Diretta” e la redazione di “Quarto Grado”, che segue tutte le udienze.