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LA RASSEGNA STAMPA DI OGGI – DA “Il Fatto”, “Dagospia”, “Notix” e “Cronachedi” a cura di Ferdinando Terlizzi

Politica

La trattativa tra Meloni e Musk per usare Starlink? I primi contatti furono con il Governo Draghi a causa di uno sgarbo francese

La trattativa tra Meloni e Musk per usare Starlink? I primi contatti furono con il Governo Draghi a causa di uno sgarbo francese

IL RETROSCENA – Pochi mesi prima della caduta dell’esecutivo dell’ex banchiere, Parigi sbarra malamente la strada a Roma che chiedeva un ruolo di prestigio nel progetto europeo Iris². Da qui il sondaggio con SpaceX: i dettagli dell’accordo che la premier (al momento) non ha spiegato

 | 7 Gennaio 2025

 

Inizio estate 2022. Parigi. C’erano un francese, un tedesco e un italiano: il francese paga e comanda, il tedesco paga meno ma comanda insieme al francese, l’italiano paga un bel po’, ma non comanda. Per questo motivo si siede al tavolo e chiede di poter contare in proporzione a quanto sborsa. Il francese si mette di traverso: “Se vuoi paghi, ma continui a contare niente“. L’italiano incassa, ma questa volta la grandeur parigina è troppo indigesta. Quindi escogita un piano B: chiede aiuto all’americano. Che accetta di dare una mano. Sembra una barzelletta da bar, invece è il retroscena di come è nato il rapporto tra l’Italia e SpaceX di Elon Musk. Un legame che nasce sotto il governo di Mario Draghi (e non per un rapporto personale tra Giorgia Meloni e il magnate sudafricano) perché l’Italia è stata trattata malissimo dal presunto alleato francese nella trattativa per stabilire ruoli, competenze ed equilibri di potere nel progetto Iris², che punta a dotare l’Europa di una propria costellazione di satelliti in grado di fornire comunicazioni militari criptate. Iris², però, come spesso capita alle vicende spaziali europee, ha accumulato ritardi e costi mostruosi: doveva esser pronto nel 2025, doveva costare circa 10 miliardi di euro, sarà pronto (forse) nel 2031 ed è stato calcolato che potrebbero servire fino a 25 miliardi, il tutto per mandare in orbita poche decine di mini satelliti (quello di Musk è un battaglione che nei prossimi anni potrà contare su 42mila unità).

Un bagno di sangue, a cui comunque l’Italia parteciperà anche se dovesse effettivamente chiudere l’accordo per l’utilizzo del sistema di comunicazione satellitare Starlink al costo di 300 milioni di euro all’anno per un lustro. Il motivo? Rapporti geopolitici di buon vicinato. “Un eventuale accordo è compatibile con la partecipazione al progetto Iris²” ha spiegato un portavoce della Commissione Europea, perché “l’Italia, in quanto Stato sovrano ha il pieno potere discrezionale di procedere con decisioni e azioni sovrane”. Un spiegazione che, secondo quanto trapela da Bruxelles, sembra quasi anticipare le prossime mosse di altri grossi stati europei, portati a seguire la scelta dell’Italia perché Iris² è effettivamente una grossa incognita, specie per i tempi, e perché la necessità di dotarsi di una comunicazione satellitare protetta è mai come ora urgente a causa delle guerre in corso alla periferia dell’Ue. L’Italia ci è arrivata prima perché all’interno del ristretto cerchio di sherpa spaziali c’è chi ha rapporti personali con i vertici di SpaceX e di Amazon, il cui progetto Kuiper è l’unica vera alternativa (seppur a livello ancora embrionale) rispetto alla creatura di Elon Musk. In tal senso, ad esempio, si vocifera che almeno un altro Paese Ue abbia già chiuso un accordo con Bezos, la cui tecnologia sarà pronta nel giro di un paio di anni.

Riannodando il nastro di questa storia, si torna all’inizio dell’estate 2022. Ricevuto lo sgarbo francese (l’Italia vuole partecipare alla costruzione dei satelliti, Parigi mette il veto), Roma decide di rivolgersi agli americani e chiede loro di fare un’offerta. Quella di SpaceX ormai è cosa nota: utilizzo di Starlink per 5 anni a 1,6 miliardi di euro (tanti soldi, ma se si parla di spazio è considerata una cifra irrisoria). Tecnicamente si tratta di affittare un servizio, con l’Italia che in caso di firma sull’accordo dovrà sempre e comunque occuparsi del criptaggio di ogni informazione sensibile, il tutto con la tecnologia a disposizione di Roma, il che spiega il placet della space economy italiana all’operazione. I tempi sono fondamentali: secondo gli esperti, dopo la firma del contratto Starlink sarebbe utilizzabile in tre mesi. E se il nostro Paese volesse acquistare i satelliti di Musk invece di affittarli? Il costo sarebbe molto diverso: si va nell’ordine dei 6-7 miliardi per qualche costellazione (comunque sempre molto meno della piattaforma europea Iris²), che sarebbe lanciata in orbita da SpaceX e sarebbe funzionante in nove mesi. Una tecnologia così all’avanguardia che all’inizio della guerra in Ucraina anche la Francia ha provato ad acquistare, in gran segreto, cercando di anticipare tutti. Non ci è riuscita, ma c’è chi scommette che ci riproverà o sarà costretta a riprovarci in caso di fallimento definitivo di Iris², ovviamente a costi ben differenti rispetto alle condizioni proposte da SpaceX all’Italia.

In effetti quella della società americana è una proposta molto favorevole per un motivo ben preciso, che è anche il punto centrale di tutto questo discorso: fornendo il servizio a Roma, Musk entrerebbe dalla porta principale nella Space Economy Ue, rompendo di fatto il duopolio Parigi-Berlino e diventando l’unico attore in grado di coprire con il suo sistema l’intera Europa. Un interesse geografico gigantesco, nonché una sorta di scacco matto ai concorrenti. Qui nasce un altro problema: quale rischio si correrebbe ad affidare ad un unica società con un unico magnate al comando un potere così grande? E se un giorno Musk decidesse di staccare la spina per un motivo qualsiasi (il carattere dell’uomo, si sa, è incline all’interventismo spinto)? Proprio per escludere una tale eventualità, chi sigla accordi del genere con SpaceX firma anche un contratto con il governo americano che in questo modo si fa garante del rispetto dell’accordo commerciale. Di fatto, blindandolo.

Stranamente, però, Giorgia Meloni non ha ritenuto di fornire e spiegare questi dettagli, lasciando spazio a ogni ricostruzione possibile sui suoi rapporti con Elon Musk e all’accusa di svendere le informazioni segrete italiane e un pezzo di sovranità nazionale. È così? Secondo quanto è in grado di rivelare ilfattoquotidiano.it, prima di chiedere alle potenze spaziali made in Usa di fare un’offerta, chi ha curato l’operazione per il governo Draghi ha sondato tutti i protagonisti del comparto italiano, dai militari ai servizi segreti fino all’industria. L’obiettivo era quello di avere il via libera soprattutto sotto l’aspetto della sicurezza. Una volta ricevuto il via libera, è partita l’interlocuzione che, ora, è effettivamente in fase molto avanzata. I prossimi passi? Tocca all’Agenzia Spaziale Italiana stilare un report per elencare chi sono gli attori sul mercato che possano garantire il servizio di satelliti a bassa quota: oltre a Bezos e Musk c’è il vuoto, con il secondo per forza di cose favorito su mister Amazon. Particolare di non secondaria importanza e che spiega il perché la filiera italiana del settore sia favorevole all’operazione: tutta la tecnologia che servirà a utilizzare il sistema sarà prodotta dall’industria italiana. Meloni, tuttavia, ha preferito non spiegare il disegno che esiste dietro l’accordo. Almeno per ora. C’è chi giura, però, che è pronta a farlo, o nel corso della risposta all’interrogazione parlamentare presentata dal Partito democratico oppure in un’altra sede. Questione di giorni.

 

pippo baudo

“MA QUALE INCIDENTE DOMESTICO, STO BENISSIMO” – PIPPO BAUDO SMENTISCE LA NOTIZIA DELLA CADUTA E DEL CONSEGUENTE RICOVERO PRIMA DI NATALE: “FALSE NOTIZIE MA PORTANO BENE”, HA PRECISATO CON SARCASMO IL CONDUTTORE CHE HA DICHIARATO DI AVER TRASCORSO UN PERIODO TRANQUILLO – L’ULTIMA APPARIZIONE DI BAUDO RISALE ALLO SCORSO SETTEMBRE, QUANDO HA PARTECIPATO AL 90ESIMO COMPLEANNO DI PIER FRANCESCO PINGITORE. IN QUELL’OCCASIONE ERA COMPARSO IN SEDIA A ROTELLE…

pippo baudo in collegamento con rischiatutto 70 3

Da fanpage.it – Estratti

Pippo Baudo smentisce la notizia delle ultime ore secondo cui avrebbe avuto un incidente domestico durante le vacanze di Natale. Lo storico conduttore tv, contattato dall’Ansa, ha invece dichiarato di stare bene e di aver trascorso un periodo tranquillo.

La smentita di Pippo Baudo

“Sto bene, benissimo. Ho trascorso vacanze tranquille” racconta Pippo Baudo ai microfoni dell’Ansa, che chiede conferma dell’infortunio che lo avrebbe costretto a riposo durante queste feste. Il conduttore, però, smentisce sarcastico: “Ma quando mai, sto bene. False notizie ma portano bene”, ha rivelato all’agenzia di stampa.

pippo baudo in collegamento con rischiatutto 70 1

A diffondere la notizia dell’incidente nella giornata del 7 gennaio era stata l’Agenzia Nova, secondo cui Pippo Baudo, poco prima delle vacanze natalizie, sarebbe caduto nella camera da letto della sua abitazione non lontano da Piazza di Spagna, a Roma, riportando un trauma alla spalla. Lo storico volto tv, quindi, secondo quanto riportato dall’Agenzia Nova, avrebbe trascorso qualche giorno in ospedale, al Policlinico Gemelli, dove è stato ricoverato dopo l’arrivo repentino dell’ambulanza, così da trascorrere dei giorni sotto osservazione e, finalmente, rientrare a casa dove è stato assistito da personale specializzato privato.

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