Sono stati tutti assolti – nonostante le pene chieste dal pm – i dieci imputati accusati di un sistema di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falsi documentali incriminati per aver orchestrato – tra aprile e luglio del 2018, alcuni matrimoni ritenuti fittizi tra Villa Briano, Teverola ed Aversa. La prova però non è stata raggiunta dall’accusa che aveva chiesto pene variabili da uno a due anni di reclusione. Il giudice monocratico del Tribunale di Napoli Nord, Luigi Montanariello, ha assolto tutti dopo le discussioni difensive. Assolti Hamza Oussal, 35 anni; Immacolata De Siervo, 25 anni; Raffaele Lucariello, 39 anni; Anna Castelli, 26 anni; Annalisa Mirabito, 43 anni; Vincenzo Pisciotta, 27 anni; Saida Jebali, 54 anni; Trad Laouini, 55 anni; Lucia D’Aniello, 59 anni; e Bianca Lucariello, 38 anni. Al centro dell’indagine un matrimonio fittizio per permettere all’ algerino Oussal, di ottenere il permesso di soggiorno in Italia. Il ruolo centrale nell’organizzazione era stato attribuito a Raffaele Lucariello, che aveva messo in contatto l’algerino con Immacolata De Siervo, convincendola a sposarlo in cambio di 2 mila euro. Lucariello, con la complicità della sua compagna Anna Castelli, avrebbe poi orchestrato il trasferimento fittizio della residenza di De Siervo, dapprima presso l’abitazione della sorella Bianca Lucariello e della madre Lucia D’Aniello a Villa di Briano, e successivamente nuovamente a Frignano, dove risiedeva Oussal. A suggellare l’unione, il 6 giugno 2018, sono stati Annalisa Mirabito, madre di Castelli, che ha testimoniato alle nozze, e Saida Jebali (difesa dall’avvocato Angelo Maria Reccia, nella foto) che ha svolto il ruolo di interprete per Oussal, suggerendo addirittura a De Siervo di fingersi innamorata davanti al pubblico ufficiale. Secondo la Polizia, il sistema non si fermava al matrimonio: c’era chi pagava l’affitto dell’appartamento dello sposo, oltre a versare personalmente a De Siervo il compenso pattuito.Quest’ultima peraltro ‘collaboratrice’ con gli inquitenti. Poi c’erano le dichiarazioni fittizie per la residenza, l sottoscrizione per la richiesta all’ufficio anagrafe e le coperture in sua assenza ai controlli della polizia municipale. L’intero gruppo era stato indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica e dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale. Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe organizzato altri matrimoni del genere ma non è emerso. Impegnati anche gli avvocati Mirella Baldascino e Davide Orefice.
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