Caserta, 1 maggio 2019 – La Soprintendenza ai Beni Artistici e Culturali per le province di Caserta e Benevento potrebbe rischiare un commissariamento nel caso in cui non attivi, entro il 15 maggio prossimo, la procedura ordinata a suo tempo dal Tar Campania per rivedere la pratica dell’autorizzazione richiesta da una caffetteria del centro finalizzata ad installare tavolini, sedie ed ombrelloni. In particolare, un’attività commerciale di Piazza Duomo che aveva chiesto di poter usufruire nuovamente dell’area esterna di dieci metri quadrati al posto dei 6 metri quadrati che erano stati immotivatamente «ristretti» dal Soprintendente di Caserta. Lo ha deciso, con una ulteriore ordinanza depositata due giorni fa, il Tribunale amministrativo regionale della Campania. I giudici amministrativi, peraltro, hanno già individuato, a seguito dell’inerzia dell’ente casertano, l’omologo ente di Napoli auale commissario ad acta: ovvero il Soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, con facoltà di delega ad un funzionario dell’Ufficio, che provvederà, su istanza della parte ricorrente, al compimento degli atti necessari all’esecuzione della precedente ordinanza cautelare del Tar. La decisione è arrivata sulla scorta di una nuova istanza dell’avvocato amministrativista Paolo Centore, legale del bar «Caffetteria Benefico» dopo l’inerzia dei funzionari del ministero che non hanno provveduto a quanto gli era stato ordinato dal Tribunale amministrativo partenopeo. Si tratta dell’ultimo botta e risposta a colpi di carta bollata nella vicenda Benefico contro Soprintendenza: quest’ultima, dopo aver negato in un primo momento l’autorizzazione paesaggistica (ritenendo il bar ubicato in zona a vincolo storico) aveva fatto marcia indietro autorizzando l’uso dello spazio antistante l’esercizio commerciale per collocare sedie, tavolini ed ombrelloni che il bar utilizza dal 2011. In sostanza, la Soprintendenza retta dal dirigente pro-tempore Salvatore Buonomo, aveva nicchiato nuovamente su una seconda decisione del Tar che aveva sollecitato l’ente dei Beni culturali ha rivedere tutto il carteggio relativo al «taglio» di quattro metri quadrati sulla base di una richiesta di dieci. Nel ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale della Campania, il legale dell’esercizio commerciale, peraltro, aveva sostenuto «che per effetto di un’intervenuta liberalizzazione di alcuni vincoli paesaggistici disposta con un Dpr del 2017, per sedie, tavolini, ombrelloni, divani ed in generale elementi di mero arredo (che, quindi, non costituiscono un intervento edilizio e\o strutturale), non occorra più l’autorizzazione, nemmeno quella cosiddetta paesaggistica semplificata
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