domenica, 16 Marzo 2025
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LA RASSEGNA STAMPA DI OGGI – DA “Il Fatto”, “Dagospia”, “Notix” e “Cronachedi” e le prime pagine dei giornali di oggi a cura della redazione dell’Agenzia Cronache / Direttore Ferdinando Terlizzi

LA RASSEGNA STAMPA DI OGGI 

DA “Il Fatto”, “Dagospia”, “Notix” e “Cronachedi” e le prime pagine dei giornali di oggi a cura della redazione dell’Agenzia Cronache / Direttore Ferdinando Terlizzi

 

Vende e incassa, così Elkann abbatte Ferrari e soci in Borsa

La azioni scese del 15% – Per la società “perdita” virtuale di 27 mln. La mossa Ha ceduto il 4% per 3 mld: poi i titoli sono crollati la stessa società li aveva comprati

16 Marzo 2025
Colpita e affondata. Non sappiamo se il nipote prediletto di Gianni Agnelli, John Elkann, ami giocare a battaglia navale, ma questo potrebbe essere il titolo di un’operazione finanziaria attraverso la quale Exor, la holding dell’impero degli eredi Agnelli, ha incassato 3 miliardi di euro. La vittima è la Ferrari, gioiello della corona del gruppo sabaudo.Ecco i fatti. Il 26 febbraio Exor ha annunciato a sorpresa la vendita del 4% della società di Maranello a investitori istituzionali, “circa sette milioni di azioni”, con un’operazione fuori Borsa da completare entro il 3 marzo, per un incasso di 3 miliardi, con l’assistenza di Goldman Sachs e Jp Morgan. Exor rimane l’azionista di controllo della Ferrari, è scesa dal 24,8% al 20,8% del capitale, mentre detiene diritti di voto per il 30% del totale. L’operazione si chiama “Abb”, sta per “Accelerated Bookbuilding”. In queste operazioni le azioni vengono vendute con uno sconto rispetto al prezzo di Borsa corrente, perché se venissero vendute tutte insieme in Borsa le quotazioni crollerebbero. Ed è determinante la rapidità, perché il mercato, assorbito il colpo, possa ripartire con quotazioni vicine a quelle precedenti la vendita.Ma per Ferrari non è stato così. I titoli sono crollati. Il 26 febbraio le azioni a Milano avevano chiuso sui massimi a 483,1 euro, dopo un’impennata rispetto ai 412,4 euro di fine 2024. Ebbene, il giorno dopo l’annuncio della vendita di Exor, il 27 febbraio, le azioni Ferrari hanno perso l’8% a 444,9 euro. Venerdì 28 febbraio si sono assestate a 450 euro, poi un declino continuo, fino al minimo di 402,3 della chiusura del 12 marzo. Venerdì 14 marzo hanno chiuso a 412,4. Questo prezzo è inferiore di quasi il 15% rispetto al picco toccato prima che partisse l’operazione congegnata da Elkann.Bisogna chiedersi quali possono essere le cause di un ribasso così forte per le azioni di una società che godono da anni del favore del mercato. Va detto che Exor non ha comunicato a che prezzo ha venduto le azioni Ferrari. Un dato sensibile per informare il mercato, ma la Consob presieduta da Paolo Savona forse era distratta, non ha chiesto maggiori informazioni alla società guidata dal nipote di Gianni Agnelli. Exor ha solo comunicato, il 27 febbraio, di aver completato “con successo la determinazione del prezzo del collocamento accelerato che riguarda la vendita di circa sette milioni di azioni ordinarie di Ferrari a investitori istituzionali per un ricavato totale di 3 miliardi di euro”.Se si divide l’incasso indicato da Exor per questo numero di azioni si ottiene un prezzo di 428,57 euro, ma le cifre comunicate non sono precise, si parla di “circa” sette milioni di azioni, in realtà sarebbero di meno e quindi il prezzo di vendita sarebbe più alto di questa cifra. Secondo Equita le azioni sono state vendute da Exor a 450 euro l’una.Exor ha detto che il ridimensionamento risponde all’esigenza di diversificare un portafoglio in cui il peso del Cavallino era salito dal 15% al 50% e quindi troppo alto. Ma perché vendere azioni di una società che va molto bene? L’utile netto di Ferrari nel 2024 è aumentato del 21% a 1,526 miliardi. Exor ha detto che l’incasso servirà per un’acquisizione (2 miliardi) e per finanziare l’acquisto di azioni proprie (1 miliardo).In ogni caso per il mercato non è una buona notizia che l’azionista di controllo venda un pacchetto consistente per fare cassa quando il titolo è ai massimi. Potrebbe essere un segnale che Elkann non crede che Ferrari valga 483 euro per azione. Potrebbe aver influito sulle quotazioni l’intenzione annunciata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di imporre dazi del 25% sulle automobili importate negli Usa. Ma l’annuncio di Trump è del 19 febbraio, una settimana prima che Exor vendesse le azioni. E i dazi per ora non sono scattati.C’è però un secondo elemento dell’operazione che può pesare sul mercato e grava direttamente sulle spalle della Ferrari. Ed è il fatto, anomalo, che la stessa Ferrari abbia comprato il 10% delle azioni collocate da Exor, cioè dal suo “padrone”, per 300 milioni, come settima tranche del suo programma di riacquisto di azioni proprie. Il 7 marzo Ferrari ha annunciato di aver comprato da Exor 666.666 azioni proprie per 299.999.700 euro. Questo corrisponde a 450 euro per azione, Ferrari ha detto che ha comprato allo stesso prezzo fissato per il collocamento. Secondo analisti (anonimi) citati dall’agenzia Radiocor, quella di Ferrari “è una mossa che non sorprende, probabilmente era necessaria per coprire il book, anche se Ferrari ha un impatto limitato”. Una mossa insomma necessaria per puntellare l’operazione.Il risultato, per ora, è vincente per Elkann ma perdente per Ferrari. Il valore delle azioni è crollato del 15% e la società si è accollata un pacchetto di azioni che valgono il 9,2% in meno di quanto le ha pagate, una perdita di 27,5 milioni.

Qui Roma

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16 Marzo 2025

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