La pandemia criminale: meno reati ma più usura
La pandemia ha limitato la socialità e allargato le distanze. Inevitabile che anche il crimine, in Italia e nel mondo, ne subisse le conseguenza: i delitti nel primo semestre del 2020 sono diminuiti rispetto all’anno precedente: lo rivela il terzo report dell’“Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso” (organismo istituito dal governo ad aprile e presieduto dal prefetto Vittorio Rizzi) sul tavolo del governo dal 15 settembre.
I delitti complessivi diminuiscono del 27%
Nella stagione del Covid-19 i delitti crollano di oltre un quarto: “L’andamento ha evidenziato una diminuzione del 27,2%: 836.937 nel 2020 contro i 1.149.414 del 2019”.
I reati informatici raddoppiano
L’incidenza dei reati informatici è invece aumentata sia a livello nazionale (si passa dallo 0,6 del 2019 all’1,1 del 2020) sia a livello mondiale, soprattutto durante il lockdown per l’“aumento esponenziale delle transazioni commerciali in rete”.
I reati contro la persona
I maltrattamenti contro familiari e conviventi passano da 9.809 a 9.728 (-0,8%). Gli omicidi volontari da 161 a 133 (-17,4%). Gli atti persecutori da 8.110 a 6.597 (-18,7%). La pornografia minorile da 281 a 221 (-21,4%). Le lesioni dolose da 30.773 a 23.466 (-23,7%). Le violenze sessuali da 2.254 a 1.705 (-24,4%). La detenzione di materiale pedopornografico da 173 a 129 (-25,4%)
Reati contro la persona nel mondo
“Le misure restrittive della libertà di circolazione – si legge – e la relativa crisi economica hanno esasperato conflittualità presenti e latenti, tanto da determinare una minore riduzione (quando non un aumento) di queste fattispecie delittuose con particolare riferimento agli omicidi e ai maltrattamenti in famiglia”. I valori si sono poi riallineati con la “graduale riapertura delle attività” e “la riduzione delle misure di contenimento del virus”. Ma non è stato ovunque così.
Usa, coprifuoco e circolazione delle armi
“Negli Stati Uniti – si legge – oltre alla pandemia, si sono registrate le violente proteste del movimento Black Lives Matter, che hanno costretto le amministrazioni a fare ampio ricorso del coprifuoco”. La situazione complessiva ha avuto un forte “impatto anche sull’andamento dei crimini”.
“Il prolungato lockdown e l’altissimo tasso di disoccupazione che ha interessato le classi più povere hanno contribuito ad elevare immensamente la tensione sociale, che da una parte ha trovato sfogo nelle manifestazioni di piazza, dall’altra ha sicuramente contribuito all’innalzamento del numero delle sparatorie e degli omicidi”.
L’incremento dei reati violenti “ha interessato soprattutto le grandi città. Nel luglio 2020 a Chicago le vittime delle sparatorie sono state 573 (58 i minori coinvolti), con 106 omicidi. Un aumento di omicidi del 139% rispetto a luglio 2019 e del 75% di sparatorie.
Portogallo e violenza domestica
In Portogallo “le segnalazioni sulle linee telefoniche di assistenza hanno registrato, nel periodo marzo/ giugno, un aumento di richieste pari al 180% rispetto al 2019”.
Reati contro il patrimonio in Italia
Diminuisce tutto, tranne l’usura, che passa da 92 a 98 casi (+6,5%). Le truffe passano da 68.164 a 60.227 (-11,6%). Il riciclaggio e impiego di denaro da 971 a 755 (-22,2%). I danneggiamenti da 136.508 a 102.752 (-24,7%). Le estorsioni da 4.912 a 3.643 (-25,8%). Le rapine passano da 12.308 a 8.609 (-31,1%). La ricettazione da 8.079 a 5.631 (-30,3%). I furti da 530.849 a 309.927 (-41,6%). La contraffazione da 2.655 a 1.325 (-50,1%).
Reati contro il patrimonio nel mondo
La chiusura delle attività commerciali e le misure di distanziamento sociale hanno comportato inizialmente una generale riduzione dei reati contro il patrimonio. Ma ben presto un più forte bisogno di approvvigionamento di beni di prima necessità ha provocato un aumento dei furti all’interno degli esercizi commerciali. Ed è accaduto in molti paesi in tutto il mondo.
Traffico di stupefacenti
Anche in questo caso siamo di fronte a un decremento. In Italia si passa in totale da 20.419 a 17.833 (-12,66%) casi denunciati. Riduzione anche nel resto del mondo. In realtà è solo apparenza, spiega il report, perché si tratterebbe di “una diversa modulazione delle condotte criminali” e “l’attività produttiva” non ha “subìto battute d’arresto”. Un rapporto dell’Agenzia europea per la droga (Oedt) ha analizzato il traffico di droga nel periodo del lockdown in Europa: i prezzi sono saliti, malgrado una minore purezza per alcune droghe, e si è registrata una “continua violenza tra fornitori e distributori”.
I consumatori e i rivenditori hanno usato metodi alternativi per entrare in contatto: mercati darknet, piattaforme social media, applicazioni per comunicazioni crittografate, pagamenti cashless.
Traffico di migranti
I reati inerenti la tratta di esseri umani passano da 1.202 a 685 (-43%): “La crisi globale ha già mostrato di avere un impatto sul fenomeno delle migrazioni ed è prevedibile che ne possa avere sulla tratta di persone. (…) La rotta migratoria proveniente dal nord Africa sta vivendo una rinnovata attrazione per i flussi irregolari e la Tunisia rappresenta il primo Paese di provenienza dei migranti illegali in Italia negli ultimi mesi con flussi in deciso aumento rispetto allo stesso periodo del 2019. (…) La Libia, con un conflitto civile in corso e principale hub per le partenze verso le coste europee, sta subendo la crisi conseguente all’epidemia e quella connessa all’interruzione dell’esportazione di petrolio. Il business illegale del favoreggiamento della migrazione clandestina potrebbe rappresentare, pertanto, un’attività ancora più attrattiva per le organizzazioni criminali già presenti ed operative nel Paese (…)”.
I dati dal Primo marzo al 31 luglio 2020
“L’analisi dei dati – si legge nel rapporto – mostra una diminuzione più rilevante per alcuni reati quali le rapine in banca (-68,07%) e quelle in uffici postali (-64,47%) e per i furti in genere (…) e un decremento meno accentuato per altri reati quali le rapine in genere (-35,55%, di cui quelle in abitazione -33,33%, in esercizi commerciali -39,55%). Inoltre, benché continuino a verificarsi furti e rapine ai danni di farmacie, i dati relativi al 1 ° marzo – 31 luglio 2020, rispetto al 2019, evidenziano un accentuato decremento del numero dei furti, che passano da 442 a 338 (-23,5%) nonché delle rapine che scendono da 273 a 161 (-41%). Furti e rapine si sono concentrati, in particolare, sulle attività commerciali che non hanno mai sospeso la loro attività, come le farmacie, approfittando anche della possibilità della mascherina”.
I reati informatici “evidenziano un incremento del 31,86% (67.287 casi dal 1 marzo – 31 luglio 2020 a fronte dei 51.030 del 2019)”. Capitolo a parte l’usura: “Nella nuova dimensione economico-finanziaria delle organizzazioni criminali e malgrado la stessa possa sembrare ormai residuale, stante il ridotto numero di segnalazioni presenti nella banca dati interforze, alcune conseguenze della sua pratica destano ancora un rilevante allarme sociale soprattutto in una società che tuttora risente degli effetti del lockdown e dell’emergenza sociale post Covid-19”. Qualche cifra: “Gli episodi di usura, rilevati in Italia dal 1 marzo al 31 luglio 2020, sono stati 67 con una generale flessione del 10,67% rispetto allo stesso periodo del 2019 (75 casi)”. C’è però un dato sul quale riflettere: “In alcuni contesti territoriali, infatti, l’avvento del Covid-19 ha ampliato le condizioni favorevoli alla diffusione dell’usura, in uno scenario già compromesso da povertà e disagi economici, acuendoli ulteriormente. Dalle spese primarie al pagamento di dipendenti e fornitori, questi i campi in cui si annida il rischio dell’usura, sia familiare sia d’impresa. Inoltre, essendo al cospetto anche di realtà imprenditoriali, la preoccupazione principale risiede nella capacità della criminalità di offrire denaro a facili condizioni a imprenditori che non riescono ad accedere, o quantomeno a farlo velocemente, al credito legale; l’usura è il grimaldello che apre la porta per entrare nel mondo economico: dall’immissione di ‘soldi sporchi’ nell’economia legale fino ad arrivare all’‘esproprio’ delle imprese utilizzate, a loro volta, per fare riciclaggio, in un sordido circolo vizioso”.
Fonte: di Antonio Massari | 11 OTTOBRE 2020/ Il Fatto Quotidiano