Profittando della confusione generale, il cosiddetto ministro Lollobrigida, che è un po’ l’angolo del buonumore del governo, s’è liberato della mordacchia che gli aveva imposto Palazzo Chigi e ha ricominciato a esternare da par suo. Dopo il celebre monito contro “l’abuso di acqua che può portare alla morte” (soprattutto se non sai nuotare), è rimasto in tema liquidi con un’esegesi evangelica a dir poco rivoluzionaria: “Erano i cattolici nel Diritto canonico che disciplinavano il vino, questo prodotto fondamentale per la religione cristiana e che era stato ovviamente oggetto del primo miracolo di Cristo nella moltiplicazione di quello che, per chi crede come noi, certamente non può essere un veleno, altrimenti avremmo un problema con chi l’ha moltiplicato”. Da duemila anni si pensava, alla luce del Vangelo di Luca, che il primo miracolo di Gesù fosse la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana. E che poi, in almeno due occasioni, il Cristo avesse moltiplicato pochi pani e pesci per sfamare migliaia di discepoli sprovvisti di pranzo al sacco. Ma ora l’evangelista Lollo ha scoperto che Gesù moltiplicò direttamente il vino, non si sa se sfuso o imbottigliato. Ergo l’alcol, regolamentato nientemeno che dal Diritto canonico, fa benissimo alla salute e l’acqua fa malissimo: infatti Gesù mica la moltiplicò. Né, a Cana, si sognò di tramutare il vino in acqua, per evitare una strage di invitati che avrebbe trasformato il matrimonio in un funerale di massa.
A proposito di vino. Il cosiddetto ministro Nordio, che sostituisce Lollo quando è in pausa, ha spiegato al Senato la vera causa del sovraffollamento carcerario: “Se aumenta il numero dei detenuti non è colpa del governo, ma di chi commette reati e della magistratura che li mette in prigione. Non mi risulta che siano stati imprigionati in base a nuove leggi di questo Parlamento”. In attesa che il ministro della Salute spieghi che le liste d’attesa negli ospedali sono colpa dei cittadini che decidono di ammalarsi e dei medici che decidono di curarli, seguiamo il ragionamento del Guardagingilli. Lui e il suo governo, in 30 mesi, hanno aggiunto al Codice penale 48 reati per un totale di 417 anni di carcere, a cui ora – col dl Sicurezza avallato ieri da Firmatutto Mattarella – si aggiungono altri 14 reati e 9 aggravanti. Ma Nordio assicura che nessuno dei 62.400 detenuti è dentro per i nuovi reati. Ma allora, se già sapeva che nessuno li commette o nessuno viene beccato o nessuno fa un giorno di galera, che li ha introdotti a fare? Sia come sia, i detenuti sono troppi perché commettono troppi reati (vecchi) e i giudici ne arrestano e ne condannano troppi, anziché uno sì e uno no. Ma non sarà che Nordio, digiuno del Vangelo secondo Lollo, ha di nuovo esagerato con l’acqua?
Femminicidio: il patriarcato va smontato anche tra le donne
Leggo sulle motivazioni della condanna di Filippo Turetta commenti, anche dal “campo progressista”, improntati a quello che definirei populismo penale, in particolare per la decisione della corte di non riconoscere l’elemento della “crudeltà”. Naturalmente sono perlopiù dovuti a ignoranza della tecnicità di uno strumento, il diritto, che ha un suo linguaggio specifico, una sua semantica. Faccio un esempio: nel linguaggio comune, “strage” è un’ammazzatina; nel linguaggio giuridico no (si ricordi la polemica su Cospito: “Strage? Ma se non ha ammazzato nessuno!”), poiché esso è un reato di pericolo, che si configura quando qualcuno mette in atto determinate condotte anche se esse non producono l’evento progettato. Ma non mi dilungherò, dal momento che anche in Rete circolano diverse ed efficaci messe a punto di questo ragionamento a proposito della questione ‘crudeltà’.
Quello che però continua a stupirmi della discussione sul femminicidio non è certo l’annidarsi di quel populismo penale anche nel ‘campo progressista’, ma il tacere il tema più scabroso, quello che non si può dire a proposito della violenza contro le donne. Naturalmente non è dicibile perché appena pronunciato esso rischia di ingenerare nel lettore comune la volgare accusa di victimblaming. Eppure – e qui mi sia permesso andare oltre il caso specifico di Cecchettin – il punto è centrale e riguarda non tanto il tema della repressione di tali reati, ma quello della loro prevenzione attraverso l’azione pedagogica. Su questo piano occorre infatti chiedersi: basta, nel contrasto al fenomeno del femminicidio, proporsi di agire soltanto nei confronti del portatore ‘attivo’ della tabe? In termini più brutali, basta educare i figli maschi? Ecco, mi pare che la risposta possa essere una sola: no. Questa risposta così tranchant sembra tuttavia essere ammessa solo se produce l’unica risposta accettabile, quella meno controversa: occorre educare anche le figlie, ma solo nel senso di costituire i mezzi per difendersi materialmente.
In altri termini, spesso si legge che le donne dovrebbero imparare letteralmente a reagire, cioè a usare arti marziali o altre forme di difesa fisica. Ma c’è un’altra dimensione, un altro corno del dilemma, oscuro e taciuto, ed esso riguarda la domanda: come agire sul piano culturale, se il maschile colonizza il femminile costringendolo a leggere il mondo con le proprie categorie? Ovvero, occorre imparare a difendersi solo sul piano fisico, oppure è necessario anche e prima – perché a monte – respingere la pervasività del dominio maschile nella sfera simbolica delle donne? Detto ancora diversamente: siamo sicuri che il patriarcato non si sconfigga anche debellando quella parte di esso che si annida nei codici interpretativi della realtà utilizzati dalle donne, il cui universo semantico è vittima di una violenza uguale a quella fisica? E di nuovo, non c’entra nulla il victimblaming: qui si sta sostenendo l’esatto opposto, ovvero che la violenza sulle donne inizia nel momento in cui il dominio maschile le costringe ad accettare una visione patriarcale del mondo. Può capitare che, sopportando condizioni di sopruso che sfociano in aggressioni fisiche fino al femminicidio, le donne non denuncino non solo per le difficoltà che la società e le istituzioni frappongono all’esercizio di quel diritto, ma perché esse condividono coartatamente l’ordine simbolico maschile. Attribuire un ruolo sacrale, dunque sacrificale, alla vittima disconosce questa ulteriore dimensione che, lungi dal costituire una ‘colpa’, è il segno di un’altra, più penetrante forma della violenza, e non aiuta a risolvere il problema.

Una videochiamata di Bidognetti dal carcere per ‘incoronare’ il nuovo reggente del clan
CASAL DI PRINCIPE – Veleni e poca fiducia nella cosca. Gianluca Bidognetti Nanà, figlio ed erede mafioso dell’ergastolano Cicciotto ‘e mezzanotte, mentre era recluso nel reparto di ‘alta sicurezza’ di Terni, riusciva agevolmente a dettare la linea ai suoi affiliati. Nel 2022, poco prima che l’inchiesta della Dda di Napoli certificasse proprio il suo ruolo al vertice della catena mafiosa (che partiva dalla prigione umbra e arrivava nell’Agro aversano), Nanà iniziò a non essere più soddisfatto dell’operato di uno dei suoi principali esecutori, Giosuè Fioretto, ex marito della zia. Non si fidava. E così decise di sostituirlo nella gestione della compagine. Al posto di Fioretto scelse Nicola Gargiulo Capitone, storico esponente del clan.
A raccontare questo spaccato criminale ai magistrati della Dda di Napoli sono stati i collaboratori di giustizia Vincenzo D’Angelo Biscottino, genero del capoclan Francesco Bidognetti (padre di Gianluca), e Antonio Lanza, capozona di Lusciano e amico di Nanà.
D’Angelo ha indicato nel 2023 Gargiulo come attuale “reggente” dei Bidognetti. Tale investitura, ha riferito il collaboratore, avvenne nei primi mesi del 2022. Una decisione che fu presa da Nanà durante una videochiamata con Capitone, sul telefono di Giovanni Sabile mentre si trovavano, ha raccontato Biscottino, a casa di Giuseppe Carrano a Chiaiano. In cosa consisteva questa reggenza? Gargiulo raccoglieva i proventi delle attività gestite dal clan, li distribuiva agli affiliati e risolveva controversie in ambito di spaccio e estorsioni. Racconto confermato anche da Lanza, che ha detto di aver avuto contatti con Gargiulo fino alla sera prima del blitz del novembre 2022, che lo portò in carcere. Insieme, ha dichiarato, gestivano la cosca eseguendo le direttive che Nanà impartiva telefonicamente. Le chiamate venivano ricevute o presso l’abitazione di Federico Barrino o da tale ‘Peppe di Miano’. Lanza ha chiarito che, data la storica vicinanza di Gargiulo a Cicciotto, era lui a occuparsi di riscuotere le entrate provenienti dai servizi funebri e che possedeva le chiavi dell’ufficio di una società di pompe funebri, utilizzato per riunioni con esponenti del gruppo Schiavone.
Le informazioni fornite dai pentiti, oltre a tracciare un clima poco sereno nell’organizzazione criminale, hanno portato la Dda a contestare a Gargiulo il reato di associazione mafiosa. Con lui, nella stessa indagine condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa, sono stati coinvolti Nicola Pezzella e Antonio Fusco. Il primo, di Casale, è ritenuto referente degli Schiavone, mentre il secondo, di Castelvolturno, è un imprenditore considerato vicino a Bidognetti. L’inchiesta è sfociata lunedì scorso in un’ordinanza cautelare per i tre appena citati, e anche per Hermal Hasanay, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e per Umberto Meli, che risponde di estorsione in concorso con Hasanay. Operazione che ha avuto come obiettivo quello di infliggere l’ennesimo colpo al clan dei Casalesi per renderlo ulteriormente debole.
Gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Nel collegio difensivo, gli avvocati Ferdinando Letizia e Danilo Di Cecco.
Aperture dei giornali dedicate allo scontro tra Cina e Usa sui dazi, con Pechino che alza le controtariffe al 125% e chiede all’Ue di unirsi “contro il bullismo” di Trump. Guerra in Ucraina, l’inviato speciale americano da Putin: “Tregua entro fine aprile o sanzioni”. Albania, 40 migranti trasferiti nei Cpr. La denuncia di Strada: “Sono scesi dalla nave ammanettati”. Scommesse su siti illegali, indagati 12 calciatori di Serie A. Delitto di Garlasco, semilibertà per Stasi: potrà uscire durante il giorno

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CORRIERE DELLA SERA
- Super dazi, Pechino sfida Trump: barriere al 125% sui prodotti americani, Xi apre alla Ue “contro il bullismo” di Washington. Risponde la Casa Bianca: “Non dipenderemo dalla Cina”. Sale Wall Street, Milano in ribasso. Il fondo BlackRock: “Usa vicini alla recessione”. Meloni si prepara all’incontro con il leader americano: tra le carte della premier, gli investimenti e il 2% per la difesa. Scommesse illegali, indagati 12 calciatori di Serie A: ci sono, tra gli altri, Tonali, Fagioli, McKennie e Florenzi

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LA REPUBBLICA
- Tra Cina e Unione europea si sta formando un asse anti-Trump. Prima Xi rilancia con controdazi al 125% sui prodotti statunitensi, poi incontra Sánchez per cercare una reazione comune al “bullismo americano”. In Albania è arrivata la nave Libra con 40 migranti a bordo: “Sono scesi in manette”. Scommesse su siti illegali, calcio nella bufera: indagati 12 giocatori di Serie A, tra cui Fagioli e Tonali. Strage del bus ad Avellino, l’ex ad di Aspi Castellucci è stato condannato a 6 anni per omicidio e disastro colposi: si costituirà in carcere

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LA STAMPA
- Dazi, il no dell’Europa a Meloni: Dombrovskis boccia la proposta italiana di sospensione del Patto di stabilità. La premier teme per i conti pubblici. Intanto Xi Jinping guarda all’Ue: “Insieme contro il bullismo della Casa Bianca”. Ma Trump è sereno: “Stiamo andando bene”. In manette per l’Albania: polemica per il trasferimento di 40 migranti nel centro di Gjader. Il Viminale: “Rispettata la procedura”. Guerra in Ucraina, l’ultimatum degli Stati Uniti a Putin: “Tregua entro fine aprile oppure saranno sanzioni”

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IL MESSAGGERO
- Fiducia nell’Italia, rating su: S&P promuove i conti di Roma sostenendo che i dazi sono “gestibili”. Outlook stabile. Il ministro dell’Economia Giorgetti esulta: “Premiata la serietà”. Intanto, in Usa crescono i timori di una recessione. La Cina rialza le contro-tariffe dall’84% al 125% e chiama l’Ue contro il “bullismo” di Trump. Scommesse illegali, nei guai 12 calciatori: coinvolti Tonali, Fagioli, Florenzi e Paredes. Zaniolo ai pm: “Sapevo che era un brutto giro”. Delitto di Garlasco, Stasi in semilibertà: “Mostra sofferenza per Chiara Poggi”

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GAZZETTA DELLO SPORT
- Milan da paura: i rossoneri fanno quattro gol a Udine, Leao e Theo vanno a segno. Terribile scontro in campo e trauma cranico per Maignan, che va in ospedale. Scommesse illegali, 12 calciatori di Serie A sono indagati. Il pm: “Tonali e Fagioli facevano da collettori”. I capi in chat: “Catturate Zaniolo”. Sul piano sportivo niente qualifiche. Inter, alle 18 a San Siro c’è la trappola Cagliari. A Montecarlo i sogni di gloria di Musetti: battuto Tsitsipas, oggi la semifinale contro De Minaur

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CORRIERE DELLO SPORT
- Con l’Udinese tre minuti di Milan: l’uno-due di Leao e Pavlovic stendono l’Udinese (0-4). I rossoneri vogliono il posto in Europa League. Paura per Maignan dopo uno scontro con Jimenez: il portiere finisce in ospedale per un trauma cranico. Oggi, alle 18, c’è Inter-Cagliari: in attacco, Lautaro con Arnautovic. Alle 20.45 Juventus-Lecce con titolare Vlahovic. A Montecarlo Musetti fa fuori Tsitsipas e incontra De Minaur in semifinale. Scommesse illegali, coinvolti 12 giocatori di Serie A

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TUTTOSPORT
- “Qui c’è gente capace e seria”. Tudor replica a Capello e si prepara alla sfida di stasera con il Lecce (ore 20.45). Il tecnico bianconero risponde alle critiche di Don Fabio alla società: “Ho trovato persone con la voglia di portare la Juve dove deve stare. La corsa Champions? In campo con l’elmetto, sempre”. Contatti con il Chelsea per portare Veiga al Mondiale per club. Scommesse illegali, 12 calciatori di Serie A indagati: nessun rischio dal punto di vista sportivo, ma rimane la nausea

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IL GIORNALE
- Usa in recessione, l’Europa dorme: i bond tracollano, giù l’economia. Ma Bruxelles insiste con il rigore: “Niente modifiche al Patto di stabilità”. Strage del bus ad Avellino, sei anni di pena a Castellucci: l’ex ad di Autostrade (già a processo per il crollo del Ponte Morandi) è stato condannato per omicidio e disastro colposo. Sesso in carcere, c’è il via libera: massimo due ore e porta aperta per gli incontri tra detenuti e partner. Un passo avanti per i diritti dei carcerati all’indomani della polemica sulle frasi di Nordio

9/16
IL SOLE 24 ORE
- Dopo i dazi voluti da Trump, i banchieri americani lanciano l’allarme: “La recessione è a un passo”. Secondo Fink di Blackrock, il Pil statunitense sarebbe già in contrazione. Dollaro e Treasury finiscono sotto attacco: il biglietto verde va giù a 1,14, ai minimi da tre anni. Ancora vendite sui T-bond. Pnrr e difesa, nei conti 2025-2027 investimenti ancora in crescita (+16%): i calcoli incorporano la piena realizzazione del programma del Piano. Infine, il crollo dei container: in una settimana il mondo ha dimezzato i trasporti via mare

10/16
IL FATTO QUOTIDIANO
- Anche il futuro cancelliere tedesco Merz boicotta i negoziati sulla guerra in Ucraina e rifà la leva: gli oltranzisti della Nato premono infatti per 21 miliardi di aiuti militari a Kiev (di cui 5 dal Regno Unito e 11 da Berlino, che decide di tornare alla naja). Tutto ciò mentre l’inviato di Trump vede Putin. Mosca dice sì alla tregua, “ma con i territori occupati”. Bus precipitato ad Avellino, l’ex ad di Aspi Castellucci (già a processo per il crollo del Ponte Morandi) va in carcere per scontare 6 anni di pena per omicidio e disastro colposi

11/16
LIBERO
- Meloni, missione possibile: il premier prepara il faccia a faccia alla Casa Bianca con Trump. Nei giorni successivi, Vance sarà a Roma. Trattare sui dazi è ancora possibile, nonostante la sinistra e parte dei vertici europei remino contro. Intanto, la Cina cerca l’asse con l’Ue in funzione anti-Usa. Vertice a Mosca sulla guerra in Ucraina: il greggio sale e spinge Putin verso la pace. Manovre del Pd in Veneto: il partito di Schlein s’attacca alla virologa Viola. Che davanti all’ipotesi di una candidatura dice: “Ci sto pensando”

12/16
DOMANI
- Borse, criptovalute e insider trading: gli affari di Trump e dei suoi amici. La guerra dei dazi ha creato caos nei listini e messo gli Usa sulla via della recessione, ma il tycoon festeggia: “È tutto esaltante”. Forse perché moltiplica i suoi guadagni e premia i fedelissimi? Intanto, in risposta alle tariffe americane, la Cina e l’Europa cominciano a trattare. Il presidente Xi: “Uniamoci contro i bulli”. Caso Almasri, scontro nel ministero guidato da Nordio: il capo dipartimento degli Affari di giustizia Birritteri lascia per le tensioni con Bartolozzi

13/16
IL RIFORMISTA
- Niet al russo: il M5s vuole ospitare l’agente di Putin alla Camera dei deputati, ma i riformisti del Pd protestano e scatta l’aggressione. Capitolo dazi, Xi risponde a Trump: prima impone controtariffe del 125% sui prodotti americani, poi riceve il premier spagnolo Sánchez e si avvicina all’Ue per trovare una sponda “contro il bullismo” di Donald. Meloni va a Washington non per mercanteggiare ma per tenere aperto il dialogo vitale con il presidente americano. Guerra in Ucraina, l’inviato speciale Usa alla corte di Putin: “Un incontro professionale”

14/16
IL FOGLIO
- La donna di Stato versus l’uomo di status: Ms. Giorgia goes to Washington per incontrare l’Arancione a nome di tutta l’Ue, che tifa per la moderazione di Meloni. Che non tornerà magari con il sacco pieno, ma non necessariamente a mani vuote. Nel frattempo si registra la freddezza dei meloniani nei confronti del presidente statunitense. Sui dazi, la Cina ha mostrato le sue carte contro Trump fra quasi-embarghi e titoli di Stato. L’amministrazione Usa ha anche commesso un grave errore: non è vero che tutti i mali americani sono provocati dagli stranieri

15/16
LA NAZIONE
- Dazi, scontro tra Cina e Usa: Xi alza le controtariffe al 125% e chiede all’Europa di unirsi “contro il bullismo americano”. L’inviato statunitense Witkoff va da Putin per negoziare sull’Ucraina: “Tregua entro fine aprile o sanzioni”. Delitto di Garlasco, semilibertà per Stasi: potrà uscire dal carcere durante il giorno (non solo per lavorare). La mamma di Chiara Poggi: “Spero di non incontrarlo”. Scommesse su siti illegali, indagati 12 calciatori di Serie A: tra i vari nomi spiccano Fagioli, Tonali, Bellanova e Di Maria

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IL MANIFESTO
- La scena del crimine: 40 migranti scendono con i polsi legati dalla enorme nave militare che li ha trasportati in Albania. Sono raccolti come pacchi nei Cpr solo per riempire un po’ le gabbie al di là del mare. Si tratta della prima deportazione di migranti dal territorio italiano. Capitolo dazi, la Cina cerca alleati nella guerra commerciale con Trump e tende la mano all’Europa. Il premier spagnolo Sánchez va a Pechino per cercare di costruire un ponte tra Xi Jinping e l’Ue. In crisi i titoli di Stato americani