sabato, 19 Aprile 2025
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LA RASSEGNA STAMPA DI OGGI DA “Il Fatto”, “Dagospia”, “Notix” e “Cronachedi” e le prime pagine dei giornali di oggi a cura della redazione dell’Agenzia Cronache / Direttore Ferdinando Terlizzi

“Funivia, pezzi vecchi di 36 anni. I freni sono stati prodotti nel 1989”

“Ci hanno chiamato nel 2023 per il cambio. Sostituzione prevista a maggio”

La storia recente della funivia del Faito la si può ricostruire attraverso il portale trasparenza della EAV Srl attraverso gli appalti per la manutenzione. Così abbiamo scoperto che è stato Roman Parth a installare tutte e tre le funi (portante, traente e di soccorso). Quella di soccorso l’ha cambiata un mese fa per la società di famiglia: Franz Parth & co di Lana, Bolzano.

“Se lei mi inviasse una foto da cui si capisce meglio le sarei grato. Però da quel che leggo penso che la fune che si sarebbe rotta è quella che abbiamo sostituito noi sei anni fa. Noi abbiamo installato una decina di anni fa anche la fune portante e un mese fa ero lì per cambiare quella di soccorso”. Parth su una cosa è sicuro: “Sei anni di vita sono pochi. Esistono funi con più di 20 anni. Una fune traente non si può rompere da sola. Potrebbe essere uscito qualche rullo, qualche pezzo della struttura. Forse non ha funzionato il freno di emergenza. Noi abbiamo installato le funi e abbiamo anche fatto le teste fuse, l’attacco. Hanno fatto le prove e tutto era a posto. Quindi per me come funi era tutto a posto. Lo scorso anno abbiamo fatto anche lo scorrimento delle funi portanti. E anche lì la ditta esterna ha fatto le prove. Tutto ok”.

Il 29 gennaio scorso Eav affida un appalto per i “controlli non distruttivi alle funi e sospensioni elle vetture della funivia”. Importo 5 mila e 500 euro più Iva, affidatario: SEIF SRLS di Trieste. Il titolare Boris Sosic “Siamo stati lì tra gennaio e febbraio. Si fanno controlli annuali in base alle leggi. Non ce lo aspettavamo proprio. Dal controllo fatto su tutte le funi, portanti traenti e soccorso, con le nostre apparecchiature, nulla faceva pensare a un danneggiamento delle funi. Ci sono due funi tiranti collegate ad anello e due funi portanti. La cabina rimane sulle portanti anche in caso di rottura della tirante. Il freno è intervenuto sicuramente anche nella cabina a monte, quella caduta, perché era attivo però è da capire la dinamica di quello che è successo, perché è scivolata”.

L’11 marzo era stato firmato da Eav Srl anche l’affidamento diretto alla Galvi Newcomen Srl di Lissone (MB) per una “pinza freno Galvi”.

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Tommaso Galbiati, Ad della Galvi Newcom, fondata dal padre nel 1962, spiega: “il freno che dovevamo sostituire con quell’ordine è installato tra motore e riduttore e interviene durante il comune esercizio della funivia. Non è il freno di emergenza che agisce quando si rompe la fune. In quel caso il freno di servizio non ha alcuna capacità fisica di riuscire ad evitare la tragedia”. Ciò posto però Galbiati sottolinea: “Il freno di servizio che si trova sulla funivia, da quello che sappiamo dalla stessa EAV Srl, è il nostro, prodotto nel 1989. La prima richiesta di un’offerta per cambiarlo è arrivata a novembre 2023. A ottobre 2024 si sono rifatti vivi. A febbraio 2025 c’è la terza richiesta per la fornitura del nuovo freno identico a quello del 1989. Abbiamo rifatto l’offerta il 21 febbraio per la terza volta e finalmente abbiamo ricevuto l’ordine. Non lo abbiamo ancora fornito perché la consegna era stimata al 16 maggio 2025”.

L’informazione fornita da Tommaso Galbiati è inquietante a prescindere dall’incidente di ieri con il quale non ha una diretta attinenza: “il freno esistente è per certo stato da noi prodotto l’11 novembre 1989. Faccio notare che noi per 36 anni non siamo mai stati contattati per la sostituzione né per la revisione con sostituzione delle parti avariate del freno. Come invece abbiamo fatto con la funicolare di Capri o con la Como-Brunate e la Argegno-Pigra, entrambe della ATM di Milano”. Ricordiamo che la funivia del Faito dopo la tragedia del 1960 era stata chiusa fino al 1989. Proprio quando è stato comprato il freno di servizio Galvi. Nel 2012 ci fu una nuova chiusura fino al 2016. Poi varie manutenzioni. La più vasta nel 2021: un appalto a una società altoatesina con spese per 400 mila euro per ‘revisione quinquennale’ . Tommaso Galbiati commenta: “A prescindere dall’incidente che si è verificato giovedì, se davvero prima di riaprire la funivia recentemente è stata fatta una manutenzione straordinaria, perché il freno di servizio è ancora quello del 1989? Perché nessuno mai ci ha chiesto di revisionarlo?”. Sul portale figurano appalti annuali a una società della provincia di Vicenza, la Lamet Srl, per revisione e taratura dei ‘dazi e freni’ per piccoli importi ogni anno (3.960 euro all’anno).

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