“Funivia, pezzi vecchi di 36 anni. I freni sono stati prodotti nel 1989”

La storia recente della funivia del Faito la si può ricostruire attraverso il portale trasparenza della EAV Srl attraverso gli appalti per la manutenzione. Così abbiamo scoperto che è stato Roman Parth a installare tutte e tre le funi (portante, traente e di soccorso). Quella di soccorso l’ha cambiata un mese fa per la società di famiglia: Franz Parth & co di Lana, Bolzano.
“Se lei mi inviasse una foto da cui si capisce meglio le sarei grato. Però da quel che leggo penso che la fune che si sarebbe rotta è quella che abbiamo sostituito noi sei anni fa. Noi abbiamo installato una decina di anni fa anche la fune portante e un mese fa ero lì per cambiare quella di soccorso”. Parth su una cosa è sicuro: “Sei anni di vita sono pochi. Esistono funi con più di 20 anni. Una fune traente non si può rompere da sola. Potrebbe essere uscito qualche rullo, qualche pezzo della struttura. Forse non ha funzionato il freno di emergenza. Noi abbiamo installato le funi e abbiamo anche fatto le teste fuse, l’attacco. Hanno fatto le prove e tutto era a posto. Quindi per me come funi era tutto a posto. Lo scorso anno abbiamo fatto anche lo scorrimento delle funi portanti. E anche lì la ditta esterna ha fatto le prove. Tutto ok”.
Il 29 gennaio scorso Eav affida un appalto per i “controlli non distruttivi alle funi e sospensioni elle vetture della funivia”. Importo 5 mila e 500 euro più Iva, affidatario: SEIF SRLS di Trieste. Il titolare Boris Sosic “Siamo stati lì tra gennaio e febbraio. Si fanno controlli annuali in base alle leggi. Non ce lo aspettavamo proprio. Dal controllo fatto su tutte le funi, portanti traenti e soccorso, con le nostre apparecchiature, nulla faceva pensare a un danneggiamento delle funi. Ci sono due funi tiranti collegate ad anello e due funi portanti. La cabina rimane sulle portanti anche in caso di rottura della tirante. Il freno è intervenuto sicuramente anche nella cabina a monte, quella caduta, perché era attivo però è da capire la dinamica di quello che è successo, perché è scivolata”.
L’11 marzo era stato firmato da Eav Srl anche l’affidamento diretto alla Galvi Newcomen Srl di Lissone (MB) per una “pinza freno Galvi”.
LEGGI – Funivia del Faito, i segreti del disastro in un video: i sistemi non bloccano la cabina
Tommaso Galbiati, Ad della Galvi Newcom, fondata dal padre nel 1962, spiega: “il freno che dovevamo sostituire con quell’ordine è installato tra motore e riduttore e interviene durante il comune esercizio della funivia. Non è il freno di emergenza che agisce quando si rompe la fune. In quel caso il freno di servizio non ha alcuna capacità fisica di riuscire ad evitare la tragedia”. Ciò posto però Galbiati sottolinea: “Il freno di servizio che si trova sulla funivia, da quello che sappiamo dalla stessa EAV Srl, è il nostro, prodotto nel 1989. La prima richiesta di un’offerta per cambiarlo è arrivata a novembre 2023. A ottobre 2024 si sono rifatti vivi. A febbraio 2025 c’è la terza richiesta per la fornitura del nuovo freno identico a quello del 1989. Abbiamo rifatto l’offerta il 21 febbraio per la terza volta e finalmente abbiamo ricevuto l’ordine. Non lo abbiamo ancora fornito perché la consegna era stimata al 16 maggio 2025”.
L’informazione fornita da Tommaso Galbiati è inquietante a prescindere dall’incidente di ieri con il quale non ha una diretta attinenza: “il freno esistente è per certo stato da noi prodotto l’11 novembre 1989. Faccio notare che noi per 36 anni non siamo mai stati contattati per la sostituzione né per la revisione con sostituzione delle parti avariate del freno. Come invece abbiamo fatto con la funicolare di Capri o con la Como-Brunate e la Argegno-Pigra, entrambe della ATM di Milano”. Ricordiamo che la funivia del Faito dopo la tragedia del 1960 era stata chiusa fino al 1989. Proprio quando è stato comprato il freno di servizio Galvi. Nel 2012 ci fu una nuova chiusura fino al 2016. Poi varie manutenzioni. La più vasta nel 2021: un appalto a una società altoatesina con spese per 400 mila euro per ‘revisione quinquennale’ . Tommaso Galbiati commenta: “A prescindere dall’incidente che si è verificato giovedì, se davvero prima di riaprire la funivia recentemente è stata fatta una manutenzione straordinaria, perché il freno di servizio è ancora quello del 1989? Perché nessuno mai ci ha chiesto di revisionarlo?”. Sul portale figurano appalti annuali a una società della provincia di Vicenza, la Lamet Srl, per revisione e taratura dei ‘dazi e freni’ per piccoli importi ogni anno (3.960 euro all’anno).

PANICO NEL PD: DE LUCA È UNA MINA VAGANTE – IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA, DOPO LO STOP AL TERZO MANDATO DECISO DALLA CONSULTA, LANCIA UN MESSAGGIO SIBILLINO: “PRESTO DIRÒ QUALCOSA SULLE PROSSIME SCADENZE ISTITUZIONALI DELLA REGIONE, AVRETE DELLE SORPRESE. VISTO CHE SIAMO A PASQUA LO DICIAMO IN TERMINI EVANGELICI: LE FORZE DEL MALE NON PREVARRANNO” – LO “SCERIFFO” NON INTENDE DIMETTERSI E FINIRE IN ANTICIPO LA LEGISLATURA: POTREBBE VOLER PROLUNGARE IL MANDATO FINO ALLA PRIMAVERA DEL 2026, PROPRIO COME ZAIA…

Le prime pagine dei quotidiani di oggi 19 aprile: la rassegna stampa di Sky TG24
Aperture dei giornali dedicate all’incontro a Palazzo Chigi tra Meloni e JD Vance: sul tavolo i negoziati sui dazi con l’Ue. La premier sente von der Leyen, che esprime soddisfazione ma ribadisce che le trattative sono in campo alla Commissione. Gli Usa avvisano Russia e Ucraina: “Se non si sblocca la tregua, abbandoniamo i colloqui”. Dal governo via libera (condizionato) all’offerta di Unicredit per Banco Bpm. Omicidio di Saman, ergastolo in Appello a genitori e cugini, 22 anni allo zio

CORRIERE DELLA SERA
- Ultimatum di Donald Trump a Mosca e Kiev: “Senza un accordo sulla tregua, abbandoniamo i colloqui”. Il Cremlino: “Ci sono degli sviluppi, ma le discussioni rimangono difficili”. Intanto, a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni riceve il vicepresidente americano JD Vance: sul tavolo i negoziati sui dazi con l’Ue. Poi la telefonata con Ursula von der Leyen (e si lavora già al vertice tra Europa e Usa a Roma). Dal governo sì all’Ops di Unicredit su Banco Bpm, ma con paletti: tensioni nella maggioranza, a verbale le riserve dei ministri di Forza Italia

LA REPUBBLICA
- Ucraina, ultimatum di Donald Trump: “Soluzione in tempi brevi oppure lasciamo le trattative di pace. Mosca e Kiev trovino un accordo”. Nel frattempo, il vicepresidente americano ha incontrato a Palazzo Chigi Giorgia Meloni: al centro dei colloqui la questione dei dazi. La premier ha sentito poi Ursula von der Leyen, che ha espresso soddisfazione ma ha ribadito che le trattative sulle tariffe sono in campo alla Commissione europea. Dal governo via libera (condizionato) all’offerta di Unicredit per Banco Bpm

LA STAMPA
- Il vicepresidente americano JD Vance incontra a Roma Giorgia Meloni: “Sui dazi tratteremo con l’Ue”. Poi prega a San Pietro per ricucire con Papa Francesco. Telefonata tra la premier e Ursula von der Leyen dopo il colloquio a Palazzo Chigi: la Commissione Ue esprime soddisfazione. L’annuncio del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari: “Entro giugno un summit da noi con tutti i leader”. Sulla guerra in Ucraina, comunicato congiunto Italia-Usa: “Pace perseguibile con la leadership di Donald Trump”

IL MESSAGGERO
- Giorgia Meloni vede il vicepresidente americano JD Vance a Palazzo Chigi e sente Ursula von der Leyen: dialogo aperto con la Casa Bianca sui dazi. Donald Trump è atteso a Roma a giugno, prima dell’appuntamento Nato all’Aia. Guerra in Ucraina, ultimatum americano a Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky: “Subito un accordo sulla tregua oppure ci tiriamo fuori”. Sui minerali strategici, l’intesa tra Washington e Kiev è ormai a un passo. Omicidio di Saman, ergastolo ai genitori e ai cugini in Appello. Per lo zio, pena aumentata da 14 a 22 anni

LA GAZZETTA DELLO SPORT
- Sorpresona Scudetto: Conte alle 18 va a Monza per l’aggancio, ma perde ancora Neres e si infuria. “Qui tante cose non si possono fare”, dice l’allenatore degli Azzurri. Inzaghi perde Thuram per Bologna, Lautaro sfida la fatica e il calendario trappola. In Spagna, è finita tra il Real Madrid e Ancelotti: nel futuro del tecnico italiano anche Milan e Roma. Atalanta, parla Scamacca: “Dea, portami in Champions. Sarò il più forte”

CORRIERE DELLO SPORT
- Allarme Conte: a Monza (alle ore 18) Antonio può agganciare l’Inter, ma intanto scuote ambiente e società. “Qui a Napoli tante cose non si possono fare”, ha detto l’allenatore degli Azzurri. “Parlando di Kvara avevo spiegato che questo club non sarebbe stato di passaggio. Non vorrei essere considerato un bugiardo per discorsi inattesi”, ha sottolineato. Neres si ferma ancora, Spinazzola nel tridente. E domani Inzaghi rischia in casa del Bologna. Roma, Ranieri gela tutti: “Quarto posto impossibile”

TUTTOSPORT
- Tudor seduce, ma Conte avverte: Igor conquista i tifosi della Juventus, ma il tecnico dei partenopei gela la piazza. “Avevo detto che questa squadra non poteva essere di passaggio, invece adesso ho capito che tante cose qui non si possono fare”, ha detto Antonio nella conferenza stampa prima della partita col Monza. E nell’ambiente bianconero molti lo interpretano come un segnale. Torino, attivo di 10,4 milioni dopo sei anni in perdita: un bilancio… “bello da vendere”

IL GIORNALE
- Dazi, è l’ora del dialogo. Incontro a Palazzo Chigi tra JD Vance e Giorgia Meloni, che riceve il plauso di Ursula von der Leyen. Il vicepresidente degli Stati Uniti: “Abbiamo discusso del negoziato sulle tariffe con tutta l’Ue”. Roma ha convinto Washington sui temi dell’energia e dei Big Tech. Ma nonostante il successo diplomatico, la sinistra è silente: non trova appigli contro la premier. Medioriente, occhi puntati sull’atomica iraniana: “Anche per l’Italia sarebbe un rischio”, spiega l’ex segretario di Stato americano Mike Pompeo

IL SOLE 24 ORE
- Wall Street, nei giorni caldi della crisi il 74% dei volumi è stato gestito da robot trader ultraveloci: gli algoritmi di trading di alta frequenza hanno infatti raggiunto il picco il 7 aprile scorso, proprio nelle ore più drammatiche a seguito dell’annuncio dei dazi da parte di Donald Trump. E a proposito di tariffe, arrivano le prime aperture di JD Vance all’Ue dopo l’incontro con Giorgia Meloni. Si rafforza intanto l’alleanza strategica tra Italia e Stati Uniti su difesa, cantieristica navale, energia, spazio e tecnologia

IL FATTO QUOTIDIANO
- Baci di Giorgia Meloni a Donald Trump su armi, gas, Cina e affari. E sui dazi? Niente. Tra le intese a senso unico fra la premier e il presidente Usa, sono annoverate la decisione di Palazzo Chigi di non tassare i gruppi americani, la scelta di scaricare Pechino in luogo dell’India, le concessioni al capo del Doge Elon Musk e il via libera ai Big Tech. Insomma, brache calate. Caso Almasri, la lettera del responsabile del dipartimento Affari di Giustizia Luigi Birritteri smentisce la versione del ministro Carlo Nordio

LIBERO
- Triplo travaso di bile per la sinistra, che vive l’ennesima dura giornata. La stampa mondiale celebra l’opera di mediazione del premier Giorgia Meloni con Donald Trump, JD Vance e i leader dell’Ue. Solo Pd e soci minimizzano il successo, ma la stessa Ursula von der Leyen li stronca: l’Italia tratta per Bruxelles. Intanto, l’amministrazione americana ha pubblicato sul sito della Casa Bianca il rapporto che accusa la Cina sul Covid. Omicidio di Saman, condannata tutta la famiglia (quattro ergastoli e 22 anni allo zio)

DOMANI
- Dopo l’inchiesta di Domani sul prezzario del ComoLake, gli organizzatori si sfilano. E il sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti ribatte: “Con gli eventi io non c’entro”. Eppure una mail della moglie lo inguaia. Incontro a Palazzo Chigi tra JD Vance e Giorgia Meloni: tra i due un “dialogo sulla questione dazi e sull’Ucraina”. Da Bruxelles arriva il plauso alla premier per il suo ruolo di pontiera tra Usa e Ue. Dal vertice alla Casa Bianca un impegno a “scambi reciproci e giusti”

IL RIFORMISTA
- La premier Giorgia Meloni ha ricevuto JD Vance a Palazzo Chigi, ha chiamato Ursula von der Leyen e, intanto, sta anche preparando il negoziato Ue con Donald Trump: una triangolazione che può tenere unito l’Occidente. Del resto, la dote del presidente del Consiglio è il sottile equilibrio tra solido europeismo e garbato trumpismo. Disimpegno degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina, con accuse reciproche con Bruxelles e Russia. La Cina risponde ai dazi: stop al gas americano e voci su possibili aiuti militari agli Houthi

IL FOGLIO
- Giorgia Meloni non parla degli autodazi: anche se l’America può fare molto per l’Italia, idem l’Europa, per la premier è arrivato il momento di occuparsi di quello che il nostro Paese può fare per se stesso, in termini di concorrenza e attrattività. Intanto la presidente del Consiglio copre tutti gli spazi: si è fatta vedere con Elon Musk, ha ricevuto JD Vance e ha telefonato a Ursula von der Leyen. Guerra in Ucraina, Washington è irritata con Vladimir Putin: la Russia calcola i vantaggi dell’eventuale uscita degli Stati Uniti dai negoziati

LA NAZIONE
- Il vice di Donald Trump è a Roma: “Sì al dialogo sui dazi con l’Ue”. JD Vance incontra la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi: sul tavolo, le questioni commerciali e la guerra in Ucraina. Poi la presidente del Consiglio sente Ursula von der Leyen. La missione è quella di ricostruire il ponte tra Europa e Stati Uniti. Ultimatum della Casa Bianca a Mosca e Kiev: “O parlate per trovare un accordo sulla tregua, oppure noi usciamo dal negoziato”. Omicidio di Saman, ergastolo a genitori e cugini. I giudici: “Uccisa da tutta la famiglia”

IL MANIFESTO
- L’idillio di Giorgia Meloni con l’amministrazione Trump si sposta a Roma. Ma mentre la premier riceve JD Vance a Palazzo Chigi, emerge la lista delle concessioni fatte a Washington: acquisto di armi e gas americano, niente tasse alle Big Tech, mano libera con Vladimir Putin. Una svendita che Bruxelles registra con freddezza, ripagata solamente con una promessa. Tregua in Ucraina, ultimatum degli Stati Uniti a Mosca e Kiev: “O si fa un accordo entro pochi giorni, oppure abbandoniamo i negoziati”